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Crisi Russia-Ucraina, Demos: "È il momento di un ruolo attivo della diplomazia sammarinese"

10 ott 2022
Crisi Russia-Ucraina, Demos: "È il momento di un ruolo attivo della diplomazia sammarinese"

La crisi in atto tra Russia e Ucraina non accenna a diminuire di intensità. Nella mattinata di sabato l’Europa si è risvegliata con la notizia della distruzione del ponte sullo stretto di Kerč, collegamento tra Russia e Crimea e dopo i sabotaggi ormai accertati a nord stream 1 e 2 e i bombardamenti di Kiev di questa notte, è innegabile ormai l'alzarsi dell'asticella della tensione. Tensione, che dobbiamo ricordare, ha origini ben prima dal fatidico 24 febbraio, giorno della deprecabile aggressione dell’Ucraina da parte della Russia. Tensione che in nessun modo si è tentato di disinnescare, anzi, apparentemente vi è una volontà suicida di alimentare il conflitto per difendere modelli economici che si scontrano a livello planetario da deenni. Noi condanniamo la guerra, tanto quella di aggressione quanto quella di provocazione e facciamo appello ad approfondire e a voler trovare una reale volontà nel capire le profonde ragioni di una crisi strisciante che ha visto continui cambiamenti di fronte. Come sempre le guerre le fanno i potenti e le subiscono le popolazioni civili, ed anche in questo caso, il costante riempirsi la bocca di volontà di pace da parte degli attori principali, non corrisponde alla volontà fattuale di dialogo. Ad oggi solo l'atteggiamento remissivo del Presidente Russo ha fatto sì che non si sia verificata una pericolosa escalation perché da un lato si chiede l'uso preventivo di armi nucleari e dall'altro lo si minaccia. È giunto il momento di prendere posizioni decise, considerare le ragioni dell’uno e dell’altro per promuovere una vera cultura di pace e di giustizia sociale. San Marino rimasto orfano di una politica di neutralità avendo ormai dimenticato le proprie radici di pace ed accoglienza, può essere protagonista attivo in questa crisi smarcandosi da una posizione di parte per assumere un ruolo di promotore di pace e di dialogo prima che sia troppo tardi ed il conflitto trascenda in una tragedia senza ritorno. Questo ruolo di decisa appartenenza ad un atlantismo ed europeismo di mero interesse che hanno ottenebrato anche le nostre più radicate tradizioni non ci appartiene più. Tutto ciò mentre la crisi energetica bussa alle porte di un'Europa che pare frammentata su tutto e in diversi stati si assiste a manifestazioni di protesta anche violente. Siamo così coinvolti da questa cultura della superiorità qui in occidente che forse abbiamo perso la misura della diplomazia, ammantata da un'ipocrisia che caracolla da un lato all'altro a seconda della convenienza del momento. Chiediamo quindi un impegno forte al governo, alle istituzioni ed a tutte le forze politiche affinché si superino le divisioni e si creino le condizioni per il raggiungimento di una pace giusta e duratura.

c.s. Demos




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