"Cronache da Marte": comunicato congiunto di Movimento Democratico San Marino Insieme e Rete
Il segretario Capicchioni, da burocrate qual è, per l’ennesima volta si è rifiutato di dare risposta a nostre interrogazioni che vertono su questioni quali la salvaguardia dei risparmi delle famiglie, la salvaguardia degli investimenti dello Stato, il controllo del sistema finanziario e il rispetto delle leggi che fissano dei limiti retributivi. Per Capicchioni tutto ciò che è serio e importante è anche scabroso. Parlare in pubblico è vietato. Le decisioni spettano a pochi, pochissimi. Forse nemmeno a lui. La sua arrogante reticenza, benché mite, ha raggiunto livelli tali per cui anche la Reggenza, benché espressione della maggioranza e perciò imparentata col governo, è intervenuta per richiamarlo ai suoi obblighi verso il Consiglio.
Poco più avanti è stata la volta della votazione sui famigerati frustoli, una trovata clientelare da un migliaio di voti sulla quale il segretario Venturini ha costruito buona parte della sua carriera politica, ma che ha visto andare all’incasso il segretario Antonella Mularoni. Grazie al referendum abrogativo del 2011, e grazie soprattutto ad Augusto Michelotti che al contrario di Venturini ha costruito la sua carriera sul rispetto dell’ambiente, la cessione terreni di proprietà pubblica è sottoposta ad una maggioranza qualificata: 39 voti. Ebbene, non abbiamo creduto ai nostri occhi quando lo stesso Augusto Michelotti - insieme ai sui colleghi di partito – si è sbracciato per assicurare i voti al successo della battuta elettorale. Esito: 41 favorevoli. Quei voti offerti dall’opposizione sono stati pertanto decisivi.
Arriviamo così al momento più alto della commedia: il voto per la procedura d’urgenza sul disegno di legge a protezione degli investimenti. Il provvedimento, così com’era stato presentato, avrebbe creato un’extra-giurisdizione per qualsiasi investimento superiore ai 7 milioni di euro. Poi, all’ultimo minuto, qualcuno della maggioranza s’è messo di traverso. A quel punto è venuto fuori che il disegno di legge era una richiesta perentoria dei Borletti: “o ci fate la legge, o non facciamo il polo”.
La procedura d’urgenza la si vota comunque, ma nessuno sa su che cosa, alla cieca. L’interesse del Paese passa in ultimo piano. Prima ci sono gli interessi delle botteghe di partito e degli investitori nostrani e forensi. Ma c’è un ostacolo da superare. La procedura d’urgenza, così come la cessioni dei beni di proprietà pubblica, prevede una maggioranza qualificata, ancora i 39 voti. Questa volta la votazione è segreta, ma alcuni dalla maggioranza dichiarano di non aver apportato i loro voti. Nonostante ciò sono 39 i voti a favore. Il Consiglio opera ancora una volta contro la dignità statuale della Repubblica. La procedura d’urgenza passa, però manca un testo. Così, il comma viene rinviato alla convocazione serale. Alcuni consiglieri di maggioranza (Nicola Renzi AP e Fabio Berardi PDCS) si accertano che quelli che ci mettono i soldi siano soddisfatti: “pronto, Maurizio, ti va bene così la legge?”; “ciao Marino, senti, allora noi procediamo in questo modo, sei d’accordo?”. Nel corso del dibattito si scopre che ancora una volta Sinistra Unita ha sostenuto coi propri voti il governo. Ogni dubbio è fugato. Gli accordi per la prossima legislatura sono stati siglati. Un posto al governo val bene un tradimento del proprio mandato.
Fabio Berardi, l’uomo ombra che non ha bisogno di intervenire in Consiglio se non per tutelare le decisioni già prese del suo general contractor, impedisce il deposito di un altro emendamento di maggioranza, spingendo Marco Gatti a metterne a verbale il contenuto. Un bel pastrocchio di fine legislatura!
Prima della fine dei lavori c’è spazio per un altro siparietto. Nel corso del dibattito su di un’Istanza d’Arengo che ha a che fare con la SMAC, portiamo il Consiglio a conoscenza del fatto che portatori di handicap e persone allettate si sono trovate a pagare un’imposta IGR molto alta, perché non hanno raggiunto la quota minima per la deducibilità. A parole tutti si dicono d’accordo, in molti, però, muovono obiezioni sulla forma. Non vogliono che noi si presenti un ordine del giorno. Temono che potremmo segnare un punto a nostro vantaggio. Non capiscono che a noi importa solo che si corregga questa ingiustizia. Decidiamo così di procedere comunque alla votazione. Esito: 16 favorevoli e 18 contrari, fra cui il solito consigliere Francesca Michelotti. Questa volta però i giochi politici non c’entrano. Questa volta è solo risentimento contro quelli che lei considera i propri competitori politici. E se a rimetterci sono le fasce più deboli, poco importa alle élite, di destra o sinistra che siano.
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme