CSdL-CDLS-USL hanno ascoltato con attenzione le motivazioni del Comitato Civico Torraccia, che non riguardano soltanto la sicurezza degli abitanti della zona direttamente coinvolti, ma sono di carattere generale, in quanto invitano a non sperperare importanti risorse pubbliche in un progetto che, oltre ad aumentare i disagi, non produce un ritorno economico per la collettività
È un sostegno convinto quello che le tre organizzazioni sindacali esprimono alle motivazioni ed istanze portate avanti dal Comitato di cittadini in lotta per evitare l’allargamento dell’aviosuperficie di Torraccia. Le ragioni di chi sostiene il contrario non sono altrettanto dettagliate e condivisibili.
In primo luogo, CSdL-CDLS-USL manifestano il loro apprezzamento per la serata pubblica del 12 dicembre scorso dal titolo “Aviosuperficie: spreco o risorsa?” organizzata dallo stesso Comitato, i cui rappresentanti hanno illustrato tutti i dati delle spese già sostenute dallo Stato e le relative proiezioni.
È stata ripercorsa la storia del piccolo aeroporto sammarinese, che inizialmente, negli anni ’80, contava su una pista di soli 230 metri, per poi ampliarsi in fasi successive fino ad arrivare agli attuali 630 metri. Ora si vorrebbe portare la superficie ad oltre 900 metri.
I sindacati avevano incontrato nelle settimane scorse il Comitato Civico Torraccia, su sua richiesta, e già in quella circostanza avevano espresso la propria condivisone alla impostazione data alle loro istanze, fondate non sulla contrarietà a prescindere, ma sull’approfondimento di cosa porterebbe in termini economici e di upgrade al Paese.
Oltre alla sicurezza per i cittadini, che è un punto di estrema rilevanza, la valutazione principale del Comitato su questo progetto, che prevede prima il lavoro di asfaltatura e poi il potenziale allungamento della superficie, riguarda la sua pubblica utilità; chi lo caldeggia, da parte sua, sostiene che avrebbe ricadute positive per la collettività, in particolare per il turismo, e che rappresenterebbe un elemento di sovranità del Paese.
Il Comitato ha giustamente rilevato che vi sono Paesi, anche più grandi di San Marino, che non hanno una aviosuperficie, ma che per questo non vedono compromessa la loro sovranità. In generale, anche i Sindacati non ravvedono nessun interesse pubblico in questa opera.
I cittadini di Torraccia che vivono nei pressi dell’aviosuperficie, da anni convivono loro malgrado con il traffico attuale. Nonostante ciò, non hanno mai chiesto di rivedere la situazione attuale; ora la vicenda assume connotati ben diversi.
Quello che giustamente non è accettabile è l’aumento dei disagi per i cittadini, determinato da un incremento del traffico, non supportato da un progetto dal quale emerga la sua reale pubblica utilità e l’eventuale ritorno economico: è certo unicamente il fatto che il tutto avverrebbe a spese dello Stato. Manca infatti totalmente un’analisi dei benefici annunciati dai sostenitori, che vanno oltre l’attuale maggioranza che sostiene il Governo.
Peraltro, gli investimenti del nostro Paese nell’aeroporto di Rimini-San Marino sono stati fatti con la prospettiva di utilizzare al meglio uno scalo distante pochi chilometri dal confine. Inoltre, riteniamo che di debito pubblico ne sia stato fatto anche troppo, con tutte le conseguenze per il bilancio dello Stato più volte sottolineate. Se si dovesse contrarre ulteriore debito, non potrà che essere esclusivamente per strutture e infrastrutture di evidente interesse collettivo e con un reale ritorno economico nel tempo.
I sindacati vogliono pubblicamente rendere merito al Comitato Civico Torraccia, in quanto ha riconfermato di non volersi contrapporre agli investimenti, anche se provocherebbero maggiori disagi per i cittadini della zona, purché ne vengano dimostrati i benefici per tutti i sammarinesi, e non solo per alcuni.
Sempre in relazione al debito pubblico, per CSdL-CDLS-USL non è affatto secondario come e con chi viene contratto. Nel caso specifico, il prestito di 29 milioni di euro arriverebbe da parte di uno Stato estero, l’Arabia Saudita, che non rispetta i diritti umani fondamentali, in particolare quelli delle donne e degli LGBTQ+.
Da un lato sappiamo che a livello internazionale ciò è passato in secondo piano nella scelta della sede dell’Expo 2030; riteniamo però che il nostro Paese, nel suo piccolo, debba compiere valutazioni più approfondite rispetto a finanziamenti provenienti da Stati sovrani.
San Marino, con la sua lunga storia di libertà statuale e democrazia, non può restare indifferente di fronte al tema dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali.
Comunicato stampa
CSdL - CDLS - USL