Dopo l’assemblea dei lavoratori di Poste SpA della settimana scorsa ed il comunicato stampa delle Federazioni Pubblico Impiego di CSdL e CDLS, ci aspettavamo una risposta da parte dell’azienda per riprendere il confronto. Ciò non è accaduto, e dal comunicato stampa scritto a quattro mani dalla Segreteria di Stato con delega per Poste SpA e dalla relativa Direzione Generale - si evince una strenua difesa delle posizioni senza alcuna apertura al dialogo.
Ci aspettavamo che la Segreteria di Stato svolgesse un ruolo di garanzia fra le parti, intervenendo nella trattativa per mediare le posizioni ed adempiendo così ad una precisa funzione istituzionale; ci sembra inusuale che la stessa risponda su aspetti prettamente tecnico-organizzativi, avallando incondizionatamente la proposta avanzata dalla Direzione di Poste SpA.
In risposta a quanto affermato dalla Segreteria di Stato con delega su Poste SpA, riteniamo necessario chiarire alcuni punti.
Nessuno mette in dubbio che la proposta di riduzione delle zone postali si basi su dati analitici, ma è altrettanto vero che (quasi) tutti i progetti funzionano sulla carta ma (spesso) molto meno – a causa delle innumerevoli variabili pratiche - quando sono realizzati. La proposta delle nuove zone postali non è stata testata preliminarmente dagli addetti postali che la dovranno poi mettere in pratica, subendone le eventuali criticità assieme agli utenti. In questo caso, oltretutto, si rilevano già all’origine del progetto proposto delle notevoli criticità. Una tra tutte riguarda i carichi di lavoro: la Segreteria di Stato afferma che i sovraccarichi di lavoro proposti dalla Direzione delle Poste non avrebbero una cadenza frequente; eppure risulta che tale frequenza, nell’ipotesi dell’ azienda, si verifichi 4 giorni su 5.
Nessuno può pensare di affrontare il futuro di Poste SpA senza la più ampia concertazione con le Organizzazioni Sindacali che rappresentano i lavoratori di Poste SpA: è indispensabile pensare a nuovi servizi per riportare in attivo il bilancio di Poste SpA in linea con quanto fatto in altri Paesi, si dovrà concordare un articolato piano di formazione che permetta di sviluppare nuove competenze: è necessario ricordare che le OO.SS. hanno sempre condiviso la volontà e la necessità di intraprendere tale percorso. Negli anni passati ci è stato detto più volte che la forma societaria di S.p.A. (con lo Stato quale unico socio) avrebbe dovuto risolvere tanti problemi e consentire di promuovere nuovi servizi ma – ad oggi – dobbiamo constatare che molto poco è stato fatto, salvo tentare di mettere in discussione i diritti contrattuali dei lavoratori.
Le Federazioni Pubblico Impiego della CSdL e della CDLS – tenuto conto della realtà oggettiva di un mercato dei servizi postali in veloce mutamento e nonostante qualche incidente di percorso - ribadiscono, comunque, la volontà di promuovere un progetto di riforma complessiva del settore, che preveda la più ampia condivisione di progetti ed obiettivi.
Per fare ciò è necessario adottare un approccio equilibrato e graduale, attraverso periodici confronti con le Organizzazioni Sindacali, per ridefinire e regolamentare le zone postali, rivedere l’organizzazione del lavoro, definire concreti e qualificati progetti di formazione finalizzati all’implementazione di nuovi servizi.
Va sottolineato anche che i Dipendenti di Poste SpA stanno ancora attendendo da parte della Direzione l’approvazione del piano ferie presentato, in osservanza delle norme contrattuali, già a fine febbraio; non vorremmo che questa mancata approvazione sia in qualche modo legata allo stallo delle trattative sulle zone postali. Auspichiamo che entro la settimana i vertici di Poste SpA rispettino questo obbligo contrattuale.
Comunicato stampa
Le Federazioni Pubblico Impiego della CSdL e della CDLS