CSU: le temperature elevate costituiscono un fattore di rischio rilevante per i lavoratori

Pubblicato dall’ISS un opuscolo informativo per la valutazione e la prevenzione dei rischi da stress termico sui luoghi di lavoro

CSU: le temperature elevate costituiscono un fattore di rischio rilevante per i lavoratori.

Lavorare in presenza di temperature elevate, specialmente quando viene richiesta un’attività fisica impegnativa, non costituisce un "semplice" disagio, come diversi datori di lavoro lo classificano, ma costituisce un vero e proprio rischio per la salute. È ciò che emerge leggendo l’opuscolo informativo elaborato dal Dipartimento di Prevenzione e pubblicato sul sito dell’ISS. Il Dipartimento non può imporre disposizioni per impedire che si lavori oltre determinati limiti e/o adeguare gli ambienti di lavoro per ridurre la temperatura, cosa che compete al legislatore, ma ha il merito di aver posto l’accento su un fenomeno spesso trattato come una fatalità cui non è possibile porre rimedio. L’opuscolo contiene molteplici indicazioni per le imprese ed i lavoratori, che vanno tenute in debita considerazione, adeguando il documento di valutazione dei rischi, con particolare attenzione per le persone afflitte da determinate patologie o in età avanzata, e mettendo in atto una serie di accorgimenti. Oltre determinate temperature e umidità, il datore di lavoro deve fornire acqua ai lavoratori ed accertarsi che bevano frequentemente (la percezione della sete è molto soggettiva e la disidratazione è pericolosa). Per le lavorazioni svolte all’aperto, si legge: "Al di sopra del 30°C è bene effettuare una pausa di almeno 5 minuti per ciascuna ora di lavoro in un luogo fresco ed ombreggiato." Riteniamo che tale suggerimento debba essere colto anche per gli ambienti di lavoro al chiuso, aumentando le pause con il crescere della temperatura. Chiediamo che vengano adottati specifici corsi di formazione per gli RLS. È stato pubblicato di recente un rapporto dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), cui San Marino aderisce, che viene citato più volte nell’opuscolo dell’ISS. Viene posto in evidenza il fatto che in tutto il mondo, con poche eccezioni, il problema è sottovalutato, nonostante gli effetti negativi sulla salute siano stati ampiamente dimostrati. Vi si legge che "Alcuni Paesi stanno revisionando le loro leggi o sviluppando specifiche regolamentazioni per affrontare il calore. Queste includono comunemente limiti massimi di temperatura e linee guida per misure adattative a livello del luogo di lavoro. In linea con l’elenco delle malattie professionali dell’OIL, un certo numero di Paesi riconosce le malattie legate al calore eccessivo come malattie professionali." Seguono poi i riferimenti a disposizioni comuni adottate da 21 Paesi e le "Principali lezioni tratte dall’indagine". In sostanza, l’OIL invita i Governi e le parti sociali a farsi carico del problema e ad individuare tempestivamente le migliori soluzioni. Ci adopereremo per far sì che San Marino sia tra i precursori nell’adeguamento delle norme alle buone pratiche in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

c.s. CSU

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