CSU: "uno sciopero per l'equità, la trasparenza, la tutela dei fondi pensione e di tutti i contratti di lavoro"
Come hanno illustrato i Segretari Generali CSU, Giuliano Tamagnini (CSdL) e Gianluca Montanari (CDLS), la mancanza di equità nella manovra finanziaria predisposta dal Governo, che si associa alla totale assenza di risorse da destinare allo sviluppo, è una delle ragioni principali della proclamazione dello sciopero: vengono prelevate risorse solo dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, mentre nulla di concreto è previsto per le altre categorie, che con la riforma del 2013 - a differenza degli stessi lavoratori e pensionati - non hanno aumentato per nulla il loro gettito fiscale.
Ciò è inaccettabile, dal momento che la metà delle imprese continua a dichiarare redditi parti a zero; alla pressante richiesta di azioni di controllo e accertamento fiscale, il Governo ha inserito nella finanziaria semplici e generici impegni che difficilmente si tradurranno in risultati concreti in grado di recuperare quote significative di evasione ed elusione. In sostanza, l'Esecutivo dice di voler recuperare 1.700.000 euro da queste categorie, ma non specifica come. Si tratterebbe comunque di una somma ben lontana dalla quantità di risorse evase ed eluse al fisco.
La CSU ha ribadito, tra le proposte concrete ed efficaci per combattere l'evasione fiscale, quella di abbassare in maniera significativa la soglia oltre cui scatta il reato penale di evasione fiscale. È un deterrente indispensabile, perché allo stato attuale delle cose per le aziende di fatto conviene pagare le sanzioni previste, piuttosto che dichiarare i propri redditi.
Altro elemento fondamentale per combattere l'evasione, è procedere al cumulo delle risorse economiche con i beni patrimoniali, in modo da determinare le grandi concentrazioni di ricchezza da tassare adeguatamente (come proposto dalla CSU anche in occasione della patrimoniale).
La CSU ha quindi ribadito il nodo centrale delle pensioni e dei Fondi pensionistici. Il Governo è intenzionato a non versare nel fondo pensioni lavoratori dipendenti 30 milioni di euro, e per di più a restituirne solo una parte, 19 milioni, in 10 anni senza interessi. È una scelta inaccettabile e particolarmente odiosa, perché non si mettono le mani direttamente nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati, ma in quelle delle giovani generazioni. Abbiamo regione di pensare che quelle risorse non rientreranno più!
Oltre a ciò, si vuole ridurre la no tax area delle pensioni dal 20 al 7%, con l'unica novità, comunicata nell'incontro di ieri sera con il Governo, di una rimodulazione dell'aliquota in base all'entità della pensione. Si tratta comunque di apportare un pezzo di riforma delle pensioni in modo unilaterale nella finanziaria, mentre la riforma previdenziale è rimandata ai primi 6 messi del prossimo anno. Il sindacato non ci sta; la riforma delle pensioni, necessaria, va negoziata e condivisa punto per punto, senza nessun elemento di riforma già imposto precedentemente!
I tagli ai dipendenti pubblici sono una misura de respingere sia perché - oltre a ridurre le condizioni dei lavoratori - vanno ad invalidare il contratto di lavoro. Non è possibile che la parte pubblica rinneghi una parte di contratto negoziato e sottoscritto con le organizzazioni sindacali! Se passa il concetto che i contratti di lavoro si possono eludere, perché in primis lo fa chi rappresenta lo Stato, allora tutti gli accordi contrattuali, anche quelli dei settori privati, possono essere messi in discussione! Senza contratti si arriva alla barbarie e alla negazione di qualsiasi tutela per i lavoratori.
Circa l'entità del debito pubblico, che verrà portato a quasi 900 milioni di euro - di cui solo 100 milioni sono da attribuire alle spese per la macchina dello Stato, mentre tutto il resto è da imputare a Cassa di Risparmio - la CSU continua a chiedere chiarezza, e in particolare se è stato fatto tutto il possibile per recuperare i crediti non restituiti. La CSU insiste sulla necessità di far partire le azioni di responsabilità verso chi ha causato il dissesto delle banche: chi ha sbagliato deve essere chiamato a risponderne, anche perché non vorremmo che le stesse banche continuassero ad essere gestite dalle medesime persone che ne hanno provocato la crisi, i cui effetti vengono scaricati su tutta la collettività!
Per tutta questa serie di ragioni i Segretari Generali CSU rinnovano l'invito a tutti i lavoratori, i pensionati e i cittadini che hanno cuore il destino del paese a scioperare e scendere in Piazza venerdì 14 dicembre. La CSU vuole dare al Governo un segnale forte di unità e coesione per il bene del paese!
Le ultime due assemblee intercategoriali sono in programma domani, entrambe presso la sala Conad del Centro Azzurro. La prima dalle 10.00 alle 12.000, con tutti i dipendenti dei settori privati delle zone di Falciano, Rovereta, Dogana, Dogana Bassa; la seconda dalle 15.00 alle 17.00 con tutti i dipendenti dei settori privati delle zone di Faetano, Montegiardino, Fiorentino, Murata, Città, Borgo Maggiore, Ciarulla, dell'AASLP, e i dipendenti di tutte le banche.
Comunicato stampa
CSU