“ Sono ancora molto forti le perplessità sui piani tariffari, la verifica dei prezzi all’utenza e sulle strategie gestionali del progetto fibra a San Marino”. E’ quanto affermano i segretari delle Federazioni Industria della CSU, Enzo Merlini e Giorgio Felici, a seguito di un doppio incontro prima con i Segretari di Stato al Lavoro e all’Innovazione Tecnologica e poi con il Cda dell’Azienda Servizi(AASS).
Perplessità e preoccupazioni che si uniscono a quelle dei dipendenti della TIMS, che nei giorni scorsi hanno puntato l’attenzione sulle modalità di attuazione del progetto fibra. “L’incontro di mercoledì sera con il Consiglio di Amministrazione dell’AASS - spiegano Merlini e Felici- non ha risolto i dubbi su questo progetto dai costi plurimilionari: il Cda si è infatti limitato a confermare il piano tariffario elaborato dalla struttura tecnica dell’Azienda, lasciando così sul tappeto il nodo della differenza tra i 7 euro di canone della fibra spenta e gli 8 euro della fibra accesa. Un differenziale che, stando a verifiche di mercato, non sarebbe sufficiente a coprire i costi dell’acquisto, gestione e manutenzione degli impianti da parte delle aziende di telecomunicazioni private. Al punto che le costringerebbe a servirsi unicamente della fibra accesa, con il rischio di rendere inutili le attuali strutture tecniche. Da qui le concrete preoccupazioni sollevate dai dipendenti della TIM San Marino sulle loro prospettive occupazionali”.
I dubbi non sono limitati al piano tariffario deciso per le aziende di telecomunicazione, ma si estendono anche ai prezzi diretti a cittadini e imprese : “Nel settore telecomunicazioni manca un autority, manca quindi una verifica certificata sui prezzi stabiliti dall’AASS con gli operatori. La delibera del Governo sul progetto fibra si è infatti limitata a tracciare i principi generali sulla libera concorrenza, ma ancora manca un quadro di regole trasparenti. Un problema serio, che riguarda tutte le imprese e le famiglie interessate a questo nuovo servizio. Per questo il confronto deve continuare: indispensabile un incontro chiarificatore e risolutivo con il Governo e l’Azienda Servizi”.
Perplessità e preoccupazioni che si uniscono a quelle dei dipendenti della TIMS, che nei giorni scorsi hanno puntato l’attenzione sulle modalità di attuazione del progetto fibra. “L’incontro di mercoledì sera con il Consiglio di Amministrazione dell’AASS - spiegano Merlini e Felici- non ha risolto i dubbi su questo progetto dai costi plurimilionari: il Cda si è infatti limitato a confermare il piano tariffario elaborato dalla struttura tecnica dell’Azienda, lasciando così sul tappeto il nodo della differenza tra i 7 euro di canone della fibra spenta e gli 8 euro della fibra accesa. Un differenziale che, stando a verifiche di mercato, non sarebbe sufficiente a coprire i costi dell’acquisto, gestione e manutenzione degli impianti da parte delle aziende di telecomunicazioni private. Al punto che le costringerebbe a servirsi unicamente della fibra accesa, con il rischio di rendere inutili le attuali strutture tecniche. Da qui le concrete preoccupazioni sollevate dai dipendenti della TIM San Marino sulle loro prospettive occupazionali”.
I dubbi non sono limitati al piano tariffario deciso per le aziende di telecomunicazione, ma si estendono anche ai prezzi diretti a cittadini e imprese : “Nel settore telecomunicazioni manca un autority, manca quindi una verifica certificata sui prezzi stabiliti dall’AASS con gli operatori. La delibera del Governo sul progetto fibra si è infatti limitata a tracciare i principi generali sulla libera concorrenza, ma ancora manca un quadro di regole trasparenti. Un problema serio, che riguarda tutte le imprese e le famiglie interessate a questo nuovo servizio. Per questo il confronto deve continuare: indispensabile un incontro chiarificatore e risolutivo con il Governo e l’Azienda Servizi”.
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