Dati 2022 redditi lavoratori dipendenti: in calo evidente il potere d’acquisto delle retribuzioni

Dati 2022 redditi lavoratori dipendenti: in calo evidente il potere d’acquisto delle retribuzioni.

Analizzare i redditi imponibili complessivi dichiarati è più complicato rispetto a quelli dei lavoratori autonomi o titolari di licenza, perché ci sono più variabili. Il 45% non presenta la dichiarazione dei redditi, perché vive di solo stipendio e non ha o non può dedurre alcuna spesa 

Nel 2022, 24.998 lavoratori dipendenti hanno costituito il 60,4% dei contribuenti in termini numerici ed il 37% in termini di imposte pagate. Analizzare i dati delle dichiarazioni dei redditi è piuttosto complicato, perché vi sono variabili diverse rispetto ai lavoratori indipendenti. In primo luogo, occorre rilevare che il 45% non presenta la dichiarazione dei redditi, ma il solo IGR-G, avendo come unica entrata il proprio stipendio e non ha o non può scaricare alcuna spesa. È il caso delle migliaia di lavoratori frontalieri che hanno prestato servizio presso un unico datore di lavoro e delle circa 2.500 persone che hanno un contratto part-time e che, spesso, percepiscono un reddito talmente basso da non pagare imposte. Lo stesso vale per coloro che hanno lavorato solo per qualche mese. Questi soggetti non possono scaricare le passività deducibili. Non a caso, i redditi imponibili medi di questi contribuenti nel 2022 sono stati pari a 20.495 euro contro i 27.449 euro di coloro che hanno presentato la dichiarazione IGR-L. Questi ultimi nel 2014 hanno avuto redditi medi pari a 26.978 euro, addirittura superiori ai 26.880 euro del 2018, seppure di poco. Nell’arco di questi 8 anni, la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni è quindi stata molto elevata. Nel 2022, dalle dichiarazioni dei redditi presentate da circa 13.700 contribuenti, si evincono imponibili complessivi, ovvero comprensivi di entrate diverse dal lavoro dipendente (che, ricordiamo, sono costituiti in prevalenza da rendite catastali ed affitti, ma verosimilmente anche da rendite finanziarie), pari a 34.668 euro. L’incremento è stato pari al 26,3%, inferiore in valore assoluto (circa 7.200 euro) a quello dei titolari di licenza individuale e dei lavoratori autonomi. Va sottolineato il fatto che sia i redditi medi da lavoro che quelli medi complessivi sono quasi uguali a quelli dei titolari di licenza individuale, il che parrebbe voler dire che avere un’impresa non sia più redditizio rispetto al lavoro dipendente; i redditi di questi ultimi sono però attestati dal datore di lavoro e non autodichiarati. Ciò che ci fa sorgere ulteriori interrogativi è il fatto che la differenza tra redditi da lavoro e quelli complessivi dei lavoratori dipendenti è stata pari al 14,7% nel 2018 ed al 9,1% nel 2014. Quindi, parrebbe che questa categoria da un lato si sia vista ridurre le entrate derivanti dal proprio lavoro in rapporto all’inflazione, mentre dall’altro abbia incrementato in maniera sensibile quelle derivanti da altri redditi. È ovvio che non può essere così, per cui proviamo a fornire qualche spiegazione che, però, ha bisogno di ulteriori dati per essere confermata: 1) la seconda parte del 2022 ha segnato un vero e proprio boom economico, proseguito poi nel 2023; molti lavoratori hanno cambiato occupazione alla ricerca di condizioni professionali, economiche e normative migliori. Chi ha lavorato per più datori di lavoro deve obbligatoriamente presentare la dichiarazione IGR-L, al fine di ricalcolare il reddito complessivo e la conseguente imposta. Se i dati forniti non distinguono queste situazioni dalle altre, risultano esserci redditi aggiuntivi che in realtà sono la sommatoria di stipendi percepiti in periodi diversi da più datori di lavoro; 2) non sappiamo quanti sono i datori di lavoro che risultano dipendenti della propria società. È un fenomeno sempre più diffuso, ma mai quantificato. Coloro che dichiarano redditi imponibili da lavoro pari ad almeno 100.000 euro sono in media circa una sessantina (pari allo 0,4% dei lavoratori), mentre coloro che superano tale soglia, sommando i redditi aggiuntivi, sono raddoppiati nel 2014, triplicati nel 2018 e quadruplicati nel 2022. In tale ultimo anno, i redditi che hanno superato complessivamente i 150.000 euro sono state 151. Sarebbe importante sapere quanti sono “veri” lavoratori dipendenti e quanti sono soci dell’impresa. Occorre poi tenere in considerazione il fatto che, per il 2022, ben 14.798 persone riceveranno un rimborso fiscale, pari complessivamente a circa 5,5 milioni, in quanto le passività deducibili hanno superato gli eventuali redditi aggiuntivi. Stanti le proporzioni, dovrebbero essere in gran parte lavoratori dipendenti o pensionati. Ciò significa che la media dei redditi imponibili, relativa solamente a coloro i quali hanno pagato una differenza di imposte, è ben superiore a quella complessiva.

CSdL

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