Demos ha riconfermato la propria indisponibilità a qualsiasi tipo di accordo con la Democrazia Cristiana nella formazione di eventuali alleanze di governo
In vista della consultazione del 9 giugno a San Marino, ieri tutti i partiti, come da legge elettorale vigente, hanno dichiarato con chi sono disposti a negoziare dopo il primo turno per la formazione di un possibile nuovo esecutivo.
Lo spirito della legge è quello di facilitare la collaborazione tra i vari partiti, anche per evitare di andare al turno di ballottaggio nell’eventualità che nessun partito o coalizione raggiuga la maggioranza al primo turno.
La disponibilità a dialogare richiesta dalla legge non presuppone assolutamente essere in linea con le politiche ed i metodi portati avanti dagli altri partiti, anzi potremmo dire che dal punto di vista del metodo e dei contenuti siamo molto critici sulle scelte fatte o le metodiche portate avanti da alcuni di essi durante le precedenti legislature e soprattutto durante l’emergenza politico-sanitaria.
Ma la legge ci impone di scegliere con chi eventualmente negoziare, senza conoscere non solo i candidati delle altre liste, ma soprattutto i programmi.
Occorre senza dubbio intervenire su questo vuoto normativo, che lascia la politica in una sorta di gioco dove le compatibilità si misurano sulle antipatie o sui giochi di potere.
Demos, pur nell’imbarazzo per questo evidente vuoto normativo, ha quindi riconfermato la propria indisponibilità a qualsiasi tipo di accordo con la Democrazia Cristiana nella formazione di eventuali alleanze di governo.
Da questo partito ci separa una diversità di veduta sui metodi di governo mostrati finora. Potremmo fare tanti esempi, dall’elezione dei Capitani Reggenti (dove le opposizioni avevano chiesto una Reggenza di garanzia), alla gestione dell’ampliamento dell’aviosuperficie di Torraccia, al debito estero acceso con soggetti finanziarie alquanto discutibili, al DES ed alle Residenze fiscali non domiciliate.
La nostra valutazione si fonda su tre principi cardine: Coraggio, Rispetto e Dignità.
Coraggio perché tutti nel paese sanno che la forza rinnovatrice della DC è spenta da tempo, la sua attrattività si è imbolsita e la causa maggiore di questo sta proprio nel non avere mai “tollerato” una alternativa, per aver sempre pensato di essere il “partito stato” non rimuovibile dalle stanze del potere. Questa visione proprietaria del Paese, tutti sanno quali effetti ha prodotto sullo stesso, parassitismo, lotte per il potere, assenza di visione per il futuro, non a caso l’Europa è diventato un tema Democristiano solo in questi ultimi anni, dove la DC ha sussunto visioni che non erano sue. Il nostro Coraggio sta nell’ affermare questa situazione e nel lavorare per un Paese dove possa nascere una politica nuova che curi i danni procurati da chi non è lo Stato pur sentendosi tale.
Rispetto perché riconosciamo che i valori positivi che la DC vorrebbe rappresentare abbiano bisogno di un nuovo modello di relazione politica meno conflittuale e più democratico.
Rispetto soprattutto per la popolazione a cui si racconta ora che va tutto bene ma esce impoverita da anni di inflazione e di mancati rinnovi contrattuali e rispetto per un paese che non vuole tornare nella zona grigia dell’economia tipica dei paradisi fiscali.
Dignità perché siamo certi che nel Paese esistano forze positive capaci di relazioni virtuose con la politica per i cittadini, capaci di costruire un modello politico dove la competizione lasci spazio alla cooperazione e le lotte di potere possano lasciare spazio al confronto fra idee.
Quindi, mentre riaffermiamo fortemente la nostra scelta di correre da soli a queste elezioni pur sfidando lo sbarramento, ribadiamo di non avere preclusioni a dialogare con altre forze politiche come dichiarato da tempo su tutti i mezzi di informazione perché il paese ha bisogno di politiche che vadano nell’interesse dei cittadini vista la situazione nel quale sta versando. La nostra è una posizione di trasparenza nei confronti dell’elettorato sia di destra sia di sinistra qualora ci fosse ancora uno spiraglio reale ideologico tra i nostalgici.
Dalle dichiarazioni dei partiti depositate ieri, abbiamo rilevato che solamente noi e un altro movimento (con il quale negli ultimi anni si è aperto un solco quasi insanabile rispetto alle politiche sanitarie) abbiamo dichiarato di non volere negoziare con la DC. Questo denota che l’alleanza con il partito di maggioranza relativa è sempre un’esigenza della politica sammarinese vissuta da molti partiti, tutti pronti a criticare ma alla fine si riconosce che la DC è l’unico traghetto possibile per andare a governare.
Per Demos questo modus operandi è segno inconfutabile che la politica sammarinese non ha raggiunto quella maturità che riteniamo necessaria per uscire dalla profonda crisi democratica in cui ci troviamo.
Le decisioni non vanno prese CONTRO la cittadinanza, come effetto collaterale, ma CON il popolo, con il DEMOS, perché solo così può funzionare una Democrazia matura e responsabile.
Tra governare e comandare c’è una grande differenza, la differenza che oggi è rappresentata dal divario che si è creato tra una presunta democrazia rappresentativa e la vera democrazia partecipativa.
Ed è proprio questo che il sistema politico sammarinese non sembra aver capito e che, secondo noi, rappresenta una vera urgenza per il paese oltre ai contenuti dei programmi elettorali.
Demos ancora una volta, quindi, non vuole arroccarsi sulle sue posizioni di chiusura ma intende aprirsi al dialogo con le altre forze politiche che intendano cambiare metodo e dimostrare atteggiamenti DEMOCRATICI con contenuti che facciano di San Marino un paese libero e sovrano, ma dove il cittadino possa ancora percepire di contare qualcosa nella politica e nella gestione del suo paese.
Comunicato stampa
Movimento Politico DEMOS
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