Fusione fiere: 'Diktat inaccettabili'. Non è la prima volta che il presidente di Confcooperative Bologna, Daniele Ravaglia, attacca il progetto di fusione tra fiere della Regione e in particolare Rimini. La pochezza di argomenti di queste critiche è inversamente proporzionale alla complessità dell'operazione e, devo dire, al senso di responsabilità delle istituzioni e dei soggetti che la stanno portando avanti. Io credo che questo tipo di interventi debba essere valutato sotto due aspetti. Uno di carattere economico, finanziario, lavorativo. Insomma, le famose carte e gli altrettanto celebri documenti. E da quello che si è capito finora, Rimini ha performance e bilanci nettamente in linea con le ambizioni e le prospettive di un progetto europeo. Si può dire lo stesso e con la stessa certezza di altri? Poi c’è il versante politico e del dibattito pubblico. Sarebbe troppo semplice rispondere al diktat di Ravaglia con una risposta affermativa. Certo, no alle nozze con Bologna! A Rimini in questa fase riscuoteremmo facili entusiasmi da ‘campanile’, soprattutto alla luce degli ultimi dati di bilancio delle due società. Non saremo noi a seguire questa deriva localista e non possiamo certo gioire delle difficoltà altrui, anche perché le cause e il contesto di queste difficoltà risiedono in un fattore comune che rende ancor più strategica la fusione delle due società. Ma questo percorso dovrà ancor più vedere Rimini e Bologna sedersi pariteticamente perché qui non esistono buoni o cattivi. E tutto questo con il supporto della Regione, allo stesso tavolo riprendendo un filo solo temporaneamente interrotto dalla tornata elettorale”.