Didattica a distanza, la parola a professori e a studenti
L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova i sistemi tradizionali con cui la scuola era abituata ad operare. Sin dall’inizio della diffusione del virus si è cercata un’alternativa alla lezione in presenza, nella quale era evidente l’impossibilità di poter mantenere gli standard di sicurezza. Il supporto necessario si è trovato attingendo alla tecnologia e applicando il modello che oggi conosciamo come “smart working” anche all’ambiente scolastico proprio mediante device tecnologici. D’altra parte l’esperienza dell’anno appena trascorso, ci ha dato la possibilità di comprendere le problematiche che la didattica a distanza, o “DaD”, potesse avere in serbo per insegnanti e studenti. Per questo motivo abbiamo chiesto l’opinione di professori e Assemblea Studentesca della Scuola Secondaria Superiore di San Marino, cercando di identificare i punti deboli e i principali limiti della DaD. Studenti e professori concordano sul fatto che la didattica a distanza possa essere uno strumento momentaneo, necessario per fronteggiare un’emergenza a cui non vi è nessun altro rimedio. Le criticità della video lezione sono espresse perfettamente da frasi di professori del nostro liceo, quali: “considerando gli alti e bassi della quotidianità in presenza, si possono riscontrare normali tensioni nel rapporto studenti e insegnanti. Gli alunni, giustamente, non sono sempre interessati alla lezione della materia e hanno il desiderio continuo di confrontarsi con una realtà spesso lontana dall’ambiente scolastico. Tutto questo viene accentuato esponenzialmente durante didattica online”. Perciò è naturale che gli studenti si rivelino assenti mentalmente durante la lezione a distanza, ciò accade perché sono costantemente sovrastati da distrazioni che chiunque avrebbe utilizzando un device con accesso a internet. Inoltre risulta difficile per i professori poter controllare l’operato dei propri studenti e assicurarsi che essi siano costantemente attenti. I ragazzi mantengono di frequente la webcam e il microfono spenti. Il risultato finale è la difficoltà nell’assimilare le informazioni necessarie alla comprensione degli argomenti. Una professoressa esprimendo la situazione ci confessa che “il mestiere è abbastanza frustrante in questo periodo. Noi professori sentiamo la distanza e il poco coinvolgimento degli alunni. Tutto questo, data la situazione, si rivela davvero pesante e poco soddisfacente a livello psicologico” continuando, afferma che “al di là delle lezioni, penso che i ragazzi stiano perdendo molto a livello di uscite, conferenze e feste di istituto, ovvero tutto ciò che la scuola offre fuori dalla didattica. Dobbiamo ricordarci che parliamo di ragazzi di 14/18 anni”. Tale concetto viene espresso indistintamente da professori e studenti, i quali risentono di una distanza abissale rispetto alla lezione in presenza. Gli stessi ragazzi constatano un evidente calo della propria attenzione derivata dalla staticità della lezione in atto, spesso descritta come noiosa e molto più stancante rispetto alla normalità. Ma è ancora più sorprendente se si pensa che la medesima cosa accade ai professori, i quali risentono della mancanza della classe piena di studenti. Nel complesso si viene a configurare una perdita della qualità del lavoro che non è imputabile a nessun dei due soggetti (studenti e professori). Tutto è ulteriormente accentuato considerando che gli studenti devono saltare da una lezione ad un'altra, effettuando passaggi tra link diversi sulla piattaforma utilizzata, determinando anche dei ritardi nel poter iniziare una lezione proprio a causa della necessità di concedere a tutti il tempo necessario per collegarsi alla nuova lezione. Le lezioni sono passate dai 50 minuti della classica lezione in presenza, a 40 di quella online e la perdita materiale di questo tempo causa problematiche di diverso tipo, in primis la quantità di informazioni. Ulteriore problematica deriva dalla performance della connessione che spesso risulta lenta, evidenziando relative complicazioni a livello di audio e video inficiando ulteriormente sulla qualità della lezione. Gli studenti ci hanno spiegato come le difficoltà maggiori si hanno durante l’insegnamento di materie teoriche. Queste ultime risultano essere un “discorso continuo e assestante”, dove gli studenti fanno fatica a mantenere alta l’attenzione. Al contrario invece le materie pratiche (p.e. matematica o le lingue), in cui lo studente è coinvolto direttamente nei passaggi della lezione, si rivelano molto più coinvolgenti. Gli alunni ritengono di essere consapevoli delle difficoltà che incontrano i professori nel passaggio da un modello di insegnamento classico ad uno completamente interattivo. In quest’ultimo le problematiche aumentano, partendo dalla difficoltà di passaggio allo stile di insegnamento consono, con complicazioni iniziali nell’adeguarsi alla situazione. In effetti i professori, per poter essere operativi sulle piattaforme online e svolgere il loro compito al meglio, hanno seguito dei corsi di formazione. Oltre a problematiche tecniche e strutturali, tutti i soggetti concordano nella presenza di difficoltà di gestione dei rapporti sociali tipici dell’ambiente scolastico e su più livelli. Si tratta di rapporti con i compagni e i professori, mentre le relazioni tra insegnanti risultano sostanzialmente invariate. La questione della didattica a distanza è stata evidenziata ulteriormente dai genitori dei ragazzi. Essi hanno notato l’elevato numero di ore passate di fronte ad uno schermo ed anche le difficoltà per gli studenti a socializzare con i compagni, come normalmente avviene durante la presenza in classe. Ci hanno fatto notare come non avviene nemmeno quel “sacro” momento in cui uno studente fa una battuta e facendo così diminuire lo stress e la pesantezza della lezione in atto. Con le lezioni online le interazioni tra soggetti finiscono per annullarsi, se queste non sono direttamente sollecitate dal professore stesso. Questo pone sia studenti che insegnanti in una situazione di disagio, configurando inevitabilmente uno stress emotivo e psicologico non indifferente. La mancanza viene percepita da ambo i lati dello schermo, ponendo tutti in una condizione di distaccamento, dove ogni studente evolve personalmente, senza però il supporto e la guida del professore. Ogni studente percepisce la DaD in maniera completamente diversa e si notano maggiori difficoltà per i ragazzi delle classi inferiori. Come detto, la problematica non si pone solamente tra l’alunno e il professore, ma si crea una sorta di lontananza anche con gli stessi compagni di classe. Manca l’empatia, il senso di appartenenza ad un gruppo e ciò avviene proprio per la mancanza di convivialità nell’ambiente scolastico. Insomma, il gruppo della classe viene sfaldato e disaggregato, non permettendo la naturale crescita dei rapporti tra compagni. La situazione così creata è estremamente lontana dalla normalità sociale della scuola. Ora ognuno cerca di “sopravvivere” nelle modalità più svariate ponendo dei comportamenti talvolta atipici, come nel caso della privacy dove alcuni studenti si sono “intrufolati” in lezioni altrui con pseudonimi non propri, ponendo professori e studenti in situazioni molto più che imbarazzanti, spesso oltrepassando il semplice confine della bravata. La condizione psicologica di ragazzi affetti da disabilità ha sicuramente subito un deterioramento, ponendo anche questi alunni in una situazione di estrema fragilità, nonostante la certezza degli aiuti che potevano arrivare dalla scuola. Ma la mancanza dei compagni di classe ha giocato un ruolo fondamentale nella psiche di questi ragazzi, evidentemente più fragili e suscettibili alla situazione. Possiamo affermare che la didattica online sia un ottimo strumento per gestire le situazioni di emergenza come questa pandemia. Tuttavia, sono tutti concordi sul fatto che la DaD non potrà mai sostituire la lezione in presenza in una classe e questo proprio a causa della mancanza di rapporti sociali che si instaurano a scuola, necessari alla formazione della loro persona. Ma non solo, i rapporti che ogni alunno/a crea con i propri professori forma indirettamente anche questi ultimi, ponendoli nella condizione di migliorare costantemente la qualità del loro insegnamento ed attuando un processo di trasformazione e miglioramento del loro metodo. La scuola è un percorso evolutivo per chiunque sia all’interno di una classe, formato da rapporti e situazioni che si creano internamente ad essa, con chiunque (studenti e professori), sia singolarmente o anche in gruppo. La scuola è una relazione non declinabile ad una conversazione dietro ad uno schermo, la quale spesso risulta essere a senso unico e, ancora peggio, non mette nessuno nella condizione di capire sentimenti, emozioni e stati d’animo di chi è dall’altra parte del monitor. Non possiamo biasimare chi aspira ad un ritorno in classe quanto prima, nonostante la comodità e il comfort che il lavoro da casa propria è in grado di offrire.
Davide Tabarrini
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