Per l’ennesima volta si ripete un copione già visto e fortemente criticato dalla CSU: l’emanazione da parte del Governo di decreti legge che intaccano i diritti e le condizioni di lavoro senza che sia avvenuto alcun tipo di confronto preventivo con il sindacato. Questo modo di operare dell’Esecutivo, autoreferenziale e fonte di criticità, non offende i dirigenti e le rispettive organizzazioni sindacali, ma è oltraggioso nei confronti dei lavoratori che hanno fatto e stanno facendo il loro dovere. Nonostante il tentativo di spiegare le motivazioni del Decreto 111 attuato dal Segretario di Stato Roberto Ciavatta a San Marino RTV, che in parte possono anche essere condivisibili, come il fatto che avrebbe avuto poco senso imporre la terza o quarta dose ora, quando pare che in autunno sarà disponibile un nuovo vaccino che assicurerà una maggiore copertura, non si capisce perché non sia stato emanato un provvedimento che semplicemente posticipasse la scadenza della copertura vaccinale o da guarigione, che è prossima o già scaduta per alcuni operatori. Il Governo ha invece scelto di intervenire eliminando - per solo due mesi, fino al 30 Settembre prossimo - l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Tale scelta è del tutto discutibile, non in quanto tale ma perché non può essere adottata “a scadenza”. Infatti, come è ben noto da parte del Governo è stata disposta la cessazione dell’emergenza sanitaria già diversi mesi fa e non pare che all’orizzonte si possa intravedere un cambio di rotta rispetto a questa decisione. Quindi, secondo noi, la decisione assunta di revocare l'obbligo vaccinale deve essere eventualmente definitiva e non temporanea. Del resto, le decisioni politiche assunte ormai da quasi tutti i Paesi sono orientate alla gestione e convivenza con il virus, piuttosto che all’adozione di nuove misure restrittive. Per quanto riguarda il sindacato, come detto in più occasioni, il punto di riferimento delle nuove eventuali disposizioni deve rimanere la necessità di salvaguardare l’operatività di tutti i Servizi Ospedalieri Sanitari, Socio-Sanitari e Territoriali per non rischiare di bloccare di nuovo le attività correnti e quelle di prevenzione a causa dei ricoveri per Covid. Risulta paradossale il fatto che il provvedimento sia stato scritto senza tenere conto della realtà oggettiva: ci riferiamo all’imposizione del reintegro per il personale sospeso, pena provvedimenti disciplinari, quando in realtà ci risulta che nessuno si trovi in tale condizione. Quindi, si tratta di un passaggio di sapore prettamente autoritario e punitivo, peraltro del tutto inutile. Infatti, ad eccezione di chi è stato sospeso dagli ordini professionali italiani, che continua a non poter riprendere servizio, tutti gli altri operatori sanitari precedentemente sospesi stanno lavorando: chi in quanto guarito a seguito di avvenuto contagio, chi perché ricollocato in attività che non prevedono il contatto con i pazienti. Tra gli aspetti fortemente criticati dalla CSU vi è poi la parte del Decreto che dispone come dovrebbero essere utilizzate le ferie: ovvero la impossibilità di poterne usufruire da parte del personale sanitario che abbia recentemente contratto il Covid e non si sia sottoposto in precedenza ad alcuna vaccinazione oppure si sia contagiato dopo aver ricevuto le due dosi di vaccino, ma che non abbia assunto il booster: in tale ultimo caso, si tratta peraltro di una contraddizione assoluta, visto che, come già detto, si è ritenuto opportuno rinviarlo al prossimo autunno. Va inoltre ricordato che la gestione delle ferie è stabilita dalle leggi e dai contratti di lavoro ed è demandata a singoli accordi tra le parti che tengano conto delle rispettive esigenze, ferma restando la copertura del servizio. Ovviamente, il buon senso impone che si debbano privilegiare coloro che non abbiano usufruito delle ferie da molto tempo. La CSU auspica che si avvii urgentemente il confronto sui temi sindacalmente rilevanti del Decreto 111, evitando di porre in essere decisioni pregiudizievoli per i lavoratori; confidiamo che si possa porre rimedio alle criticità rilevate preliminarmente alla ratifica del Decreto stesso. La CSU esprime inoltre l’auspicio che nel futuro il Governo eviti la decretazione d’urgenza su temi ed argomenti di natura sindacale e contrattuale senza essersi prima confrontati con il Sindacato.
Cs - CSU