Il XIX Congresso della CGIL di Rimini tenuto nei giorni 13 e 14 gennaio 2023 si è concluso dopo un percorso caratterizzato da settimane di confronti e discussioni nei luoghi di lavoro, nelle leghe e nei luoghi dei pensionati. 471 sono state le assemblee e 6.200 gli iscritti che hanno partecipato al voto, consegnando al documento Il Lavoro crea il futuro un consenso pari al 95,86% e al documento Le radici del sindacato il 4,14%. Il XIX Congresso della Cgil si svolge in un momento straordinariamente drammatico: il quadro complessivo che ci ha consegnato la pandemia con le relative conseguenze economico-sociali permeate da fragilità e disuguaglianze, i cambiamenti climatici, il ritorno della guerra nel cuore dell’Europa, i numerosi conflitti aperti in diverse aree del Pianeta e le continue e gravissime violazioni dei diritti umani e civili. Una fase storica contrassegnata da crisi economica, istituzionale, sociale, dal radicamento sempre più capillare della criminalità organizzata anche nel territorio provinciale e da un legame sempre più indebolito tra cittadini ed istituzioni, attraverso il decadimento della politica del paese ed i suoi meccanismi di rappresentanza democratica. Durante il percorso congressuale ci siamo resi conto con ancora più forza della difficoltà, e al tempo stesso dell’importanza, di esercitare il nostro ruolo in un momento in cui la povertà in tutte le sue forme e dimensioni aumenta incidendo sempre di più nelle categorie più fragili della società che si aspettano da noi quelle risposte che la politica del paese non fornisce più da tempo. L’assemblea congressuale assume la relazione della Segretaria Generale uscente Isabella Pavolucci, il dibattito e le conclusioni del Segretario Generale della CGIL Emilia Romagna Massimo Bussandri; tutti contributi tesi a ribadire l’importanza e la centralità del ruolo che il lavoro di qualità, la lotta alle disuguaglianze e alla precarietà, e la partecipazione democratica delle lavoratrici e dei lavoratori nelle grandi scelte che li riguardano devono tornare a ricoprire nel Paese, poiché se una ripresa è davvero possibile, essa può e deve essere realizzata attraverso lo sviluppo reale della nostra economia, con un rilancio dell’occupazione di qualità, la valorizzazione delle nostre risorse produttive, dei fattori umani, una diversa redistribuzione della ricchezza, la tutela della salute e dell’ambiente e una maggiore giustizia sociale. Il XIX Congresso della CGIL di Rimini sosterrà ad ogni livello la necessità di mettere in campo tutti gli strumenti della diplomazia e della non violenza per far cessare tutti i conflitti aperti nel Mondo, a partire da quello in Ucraina, e per costruire un processo di sicurezza comune e di pacificazione tra i popoli. Un sistema di cooperazione internazionale fondato sulla solidarietà tra i popoli, sul rispetto reciproco e sull’accesso universale ai diritti umani. Allo stesso tempo, il Congresso della CDLT di Rimini esprime vicinanza a tutte le donne, agli attivisti, ai sindacalisti, ai giornalisti e alla società civile, che chiedono pacificamente libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani. Il Congresso chiede al Governo italiano e a tutte le istituzioni internazionali e ai paesi democratici, di rafforzare il proprio impegno e di condannare con forza i regimi sanguinari, a partire da quello Afgano e da quello Iraniano, attuando ulteriori sanzioni e un embargo completo in termini di esportazioni di armi e materiale bellico. Si richiama inoltre integralmente l’ODG assunto dalla Commissione Politica Congressuale dal titolo “Contro la repressione del regime islamico in Iran”. La CGIL di Rimini si impegna a promuovere, anche nell’ambito della recente costituzione della Rete della Pace provinciale, iniziative e mobilitazioni per diffondere la cultura del dialogo, della fiducia, della solidarietà e contro ogni forma di discriminazione e violenza, a partire da quella sulle donne fenomeno tristemente attuale, quotidiano, continuo ed inesorabile. Ribadiamo inoltre il valore Antifascista della CGIL di Rimini e la volontà di proseguire unitamente all’ANPI e a tutte le associazioni del territorio che condividono questo valore, a mettere in campo tutte le iniziative a difesa della democrazia, dei principi costituzionali, per sostenere lo stato di diritto e per aumentare la partecipazione democratica . Il XIX Congresso della CGIL di Rimini giudica negativamente l’impianto complessivo della manovra finanziaria 2023 approvata dal Governo Meloni in quanto delinea una visione di modello sociale antidemocratico, anticostituzionale e profondamente lontano dalle reali necessità delle persone; la CGIL, a tutti i livelli e in coerenza con le motivazioni che ci hanno portato allo sciopero generale del 16 dicembre, dovrà proseguire con tutte le forme di mobilitazione opportune la sua azione di contrasto al quel disegno di società. Esprimiamo peraltro molta preoccupazione per gli effetti devastanti che ci saranno sul territorio ai danni di migliaia di lavoratrici e di lavoratori per effetto del provvedimento di estensione dell’utilizzo dei voucher nel settore del turismo e non solo. Manifestiamo inoltre una profonda critica alla riforma del nuovo Codice degli appalti approvata dal Consiglio dei ministri. In maniera particolare sull’aspetto che riguarda la liberalizzazione del subappalto che potrebbe portare ad un aumento degli infortuni, dello sfruttamento e della presenza della criminalità organizzata. Per tali motivazioni le garanzie per i lavoratori, da noi conquistate nel Patto sugli appalti provinciale, dovranno essere difese con forza anche tramite il lavoro dell’Osservatorio territoriale su fenomeni connessi al crimine organizzato. Vanno estese e diffuse a tutto il sistema degli appalti le migliori prassi di contrattazione preventiva e di monitoraggio sperimentate; sia nei confronti delle stazioni appaltanti pubbliche o in-house che in quelle private. La situazione economico-sociale-demografica riminese, in sintesi, è caratterizzata da un mercato del lavoro precario, irregolare e con significative differenze di genere, una condizione reddituale che ci vede ultimi in Regione (stagionalità ed evasione fiscale) e un andamento demografico che conferma il trend di invecchiamento della popolazione con contestuale calo della presenza dei giovani, un dato allarmante se solo messo a confronto con l’avvento della modernità attraverso il cambio tecnologico in atto che sta investendo oramai tutti i settori e che vede nei giovani la leva principe per modellare la società del futuro. Il XIX Congresso della CGIL di Rimini individua quali assi strategici sui quali articolare per i prossimi quattro anni la sua azione con l’obiettivo di garantire diritti, giustizia sociale e ambientale, la qualità del lavoro, la qualità della vita e la coesione sociale.
Qualità del lavoro
Va costituito quanto prima il Tavolo sulla legalità previsto dal Patto Provinciale per il Clima ed il Lavoro che prevede, tra gli altri obiettivi, anche quello di individuare misure specifiche a contrasto del lavoro irregolare, dello sfruttamento e del caporalato. Va ricordato peraltro che la legge Bossi-Fini legando il contratto al permesso di soggiorno, mette di fatto il lavoratore soggetto ai ricatti e alle vessazioni di chi gli fa una busta paga, vera o falsa che sia, fino ad arrivare a situazioni di totale sfruttamento. La CGIL di Rimini si farà parte attiva nel progetto Common Ground, progetto già inserito nei Piani di Zona del distretto Rimini Nord e che ha quali obiettivi l’individuazione di azioni a contrasto allo sfruttamento lavorativo, di sostegno alle vittime ed interventi di supporto all’integrazione sociale, sanitaria, abitativa e lavorativa di cittadini di paesi terzi vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo. La CGIL di Rimini si attiverà perché parti sociali e Istituzioni locali monitorino e contrastino l’utilizzo improprio delle esperienze formative svolte nei luoghi di lavoro (alternanza scuola lavoro, tirocinio, ecc.), affinché non possano essere utilizzate quale formalizzazione di rapporti di lavoro irregolari e sottopagati. Inoltre si conferma la partecipazione della CGIL al progetto del Comune di Rimini “Legalità e sicurezza sul lavoro” che ripartirà dall’anno scolastico 2023 e che ci consente di avere momenti di confronto all’interno delle scuole sulla cultura della legalità e del lavoro sicuro, al fine di sviluppare consapevolezza, capacità critica nelle nuove generazioni anche in ottica di una maggiore rappresentanza sindacale ed in termini di tesseramento. La contrattazione di 2° livello dovrà prevedere processi di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari e/o in somministrazione, condizioni / tutele in caso di appalti e modelli di organizzazione del lavoro volti a garantire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro promuovendo altresì la cultura della condivisione dei carichi di cura familiare. In questo senso la contrattazione dello smart-working dovrà porre particolare attenzione affinché questo strumento non diventi l’elemento attorno al quale ruota la cura familiare. Ben consapevoli che la “promozione e diffusione” di una cultura paritaria ed egualitaria dei ruoli uomo/donna, può e deve subire un accelerazione, la CdLT intende sostenere, sia nella contrattazione collettiva nazionale che nella contrattazione di 2° livello, l’introduzione di norme a tutela della paternità affini alla norme vigenti a tutela della maternità. A sostegno della necessità di tali tutele, la CdLT intende sollecitare tutte le Categorie e la Confederazione, a tutti i livelli, affinché sia sostenuto, nei confronti del Parlamento, un intervento normativo atto a definire norme di tutela sulla genitorialità che, nella loro pariteticità, di fatto possano eliminare le discriminazioni di genere. Sul tema della contrattazione di genere si richiama altresì quanto definito nel documento Linee guida per le azioni e la contrattazione di genere aziendale e territoriale della CGIL di Rimini. In merito alla complessa situazione della cosiddetta "Emergenza Salariale", occorrerà contrattare efficaci ed equi meccanismi di redistribuzione della ricchezza e di un sistema di welfare contrattuale inclusivo, aggiuntivo e non sostitutivo al riconoscimento di prestazioni economiche; un welfare di contrattazione da confinare attraverso un sistema di regole definite a monte, tali da evitare derive alle quali abbiamo assistito in questi anni. Inoltre, se vogliamo riunificare soggetti e diritti, dobbiamo necessariamente ricomporre le disuguaglianze presenti sui luoghi di lavoro; per questo la CGIL, categorie e confederazione, devono attivarsi maggiormente nella contrattazione inclusiva attraverso azioni concrete. Dobbiamo immaginare una contrattazione solidaristica a beneficio di tutti ed evitare la logica dei doppi binari a danno dei nuovi assunti ai quali spesso viene proposto un lavoro precario (somministrazione fino al limite previsto dal CCNL e poi “nuove assunzioni”), sotto-inquadrato/povero, spesso autonomo (collaborazioni e attivazione della Partita IVA) anche e soprattutto nei settori oggetto di autorizzazioni/accreditamenti con il pubblico impiego (es. socio-sanitario, Prefetture, Questure) per attività essenziali e di pubblico servizio. Occorre inoltre sperimentare la contrattazione di sito attraverso l’applicazione delle migliori condizioni contrattuali dell’intera filiera produttiva/organizzativa. In tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro la contrattazione di 2° livello dovrà declinare le misure di prevenzione e protezione al contesto lavorativo, tenendo conto delle esigenze della popolazione lavorativa, dell’organizzazione del lavoro a partire dai turni, dai carichi e dagli orari di lavoro, e dai processi produttivi; una contrattazione di 2° livello in grado di rimuovere l’isolamento e la paura nella quale vivono oggi tanti lavoratori ostaggio delle pressioni aziendali che generano sfruttamento e morti sul lavoro. Inoltre, poiché su tale tematica le differenze di genere tra uomini e donne vengono ignorate o occultate, manca di fatto l’adozione delle soluzioni preventive di genere specifiche. Uomini e donne possono avere risposte diverse rispetto alla stessa esposizione al rischio. E’ necessario, quindi, sollecitare l’individuazione degli elementi di differenza di genere e sfavore, per superarli, senza che questi elementi di differenza creino ostacoli all’inserimento e alla permanenza delle donne nei luoghi di lavoro. Il dipartimento salute e sicurezza costituito in CGIL a Rimini continuerà ad essere uno strumento fondamentale per le categorie, le RSU/RSA e gli RLS anche quale supporto alla costruzione delle relative rivendicazioni contrattuali. La CGIL di Rimini si impegna a mantenere ed implementare il programma di formazione confederale per le delegate e i delegati, in sinergia con la formazione di categoria, per valorizzare al meglio il ruolo fondamentale che essi esercitano nelle aziende e rilanciare la militanza intesa quale diffusione della consapevolezza del ruolo del sindacato e dell’importanza dell’adesione dei lavoratori attraverso capillari campagne di tesseramento. Le caratteristiche economiche produttive territoriali legate alla stagionalità turistica impongono risposte strutturali alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto anche in termini di ammortizzatore sociale di settore. L’abolizione degli ammortizzatori sociali specifici ha determinato una riduzione del reddito complessivo e delle coperture contributive dei lavoratori stagionali. Una minore appetibilità occupazionale del settore ed una riduzione delle professionalità disponibili sul mercato del lavoro, sono tra le conseguenze prodotte da questi interventi legislativi sbagliati. Per tali motivi la CGIL di Rimini promuoverà a ciascun livello della struttura e nel confronto con le Amministrazioni Locali, la necessità di sostenere nei confronti del Parlamento un intervento normativo atto a definire una nuova indennità di disoccupazione specifica per i lavoratori stagionali del turismo. Tale istituto dovrà innanzitutto garantire un periodo di copertura sia in termini di indennità che di contribuzione previdenziale equivalente e proporzionale al periodo lavorato. Per contrastare il lavoro irregolare potrebbe essere individuata una soglia di accesso allo strumento legata al numero di giornate lavorate ed alla contribuzione versata durante la stagione. L’introduzione di una nuova indennità di disoccupazione stagionale per il turismo determinerebbe, oltre ai benefici al sistema turistico, anche il ripristino di una prospettiva pensionistica. I lavoratori stagionali del turismo che si rivolgono ai nostri uffici per i servizi vanno coinvolti in questa rivendicazione. La CGIL di Rimini si impegna a sostenere questa proposta in tutte le istanze congressuali. In merito ai giovani, alle lavoratrici e ai lavoratori in cerca di occupazione, occorre che le politiche attive per il lavoro si integrino al sistema di istruzione e formazione e si concretizzi una efficace connessione tra offerta e domanda di lavoro. A tal fine la CGIL di Rimini chiederà l’attivazione dei percorsi già definiti, in termini di obiettivi, nel Patto Provinciale per il Lavoro ed il Clima. La formazione è, nel contesto contemporaneo, un elemento indispensabile per le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori e dovrà rappresentare un vantaggio competitivo; la transizione digitale del Paese prende forma ogni giorno che passa in modo sempre più invasivo, creando nei mercati di riferimento condizioni in continuo mutamento ai quali bisogna rispondere con una formazione che permetta di acquisire nuove o maggiori competenze per evitare da subito il rischio di obsolescenza professionale di lavoratori difficilmente ricollocabili e problemi di natura occupazionale nel medio lungo periodo. Tale obbiettivo è da perseguire attraverso la contrattazione ad ogni livello. Al fine di valorizzare, accrescere e certificare le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche di coloro che sono in cerca di occupazione e/o percettori di ammortizzatori/sostegni per la disoccupazione, dovranno essere utilizzati tutti gli strumenti disponibili quali ad esempio FNC, Fondi Interprofessionali e/o future opportunità del PNRR e GOL in stretta collaborazione con il sistema della formazione statale e regionale nell’ottica della costruzione di reali opportunità di accesso a più alti livelli di istruzione, formazione e aggiornamento lungo tutto l’arco della vita.
Qualità della vita e coesione sociale
Il XIX Congresso della CGIL di Rimini ritiene la contrattazione sociale e territoriale strumento fondamentale per governare i cambiamenti e le trasformazioni demografiche, sociali ed economiche in atto, e al fine di garantire la coesione sociale. La CGIL di Rimini si impegna a promuovere nel confronto con le Amministrazioni Locali politiche tributarie che diminuiscano la pressione fiscale sulle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori, e sulle pensioni e al contempo a chiedere che vengano garantite politiche tariffarie che agevolino l’accesso e la fruizione dei vari servizi territoriali alle fasce più fragili dei cittadini. Oltre all’aumento della povertà economica, oggi assistiamo anche ad un aumento della povertà educativa e relazionale dei minori e delle loro famiglie e preoccupano le situazioni di isolamento sociale e deprivazione sociale sia dei nuclei che dei minori; rispetto alle giovani generazioni il ruolo del welfare territoriale è centrale nel sostegno alle famiglie, specie quelle monogenitoriali, all’inserimento lavorativo, alla disabilità e sul fronte della tutela delle fragilità. La CGIL nell’ambito del confronto che dovrà essere continuo e strutturale con le Amministrazioni Locali si impegna a seguire con attenzione il dimensionamento scolastico e la conseguente riorganizzazione della rete del sistema di istruzione nazionale sul territorio. Occorre che la riorganizzazione degli Istituti del I e II ciclo avvenga secondo criteri di coerenza dei curricoli e di effettiva gestibilità degli stessi, evitando accorpamenti o disgregazioni che indeboliscano la qualità dell’offerta formativa sul territorio. Inoltre la CGIL si impegna a contrastare ipotesi di autonomia differenziata attraverso la quale si vuole di fatto disgregare il sistema di istruzione nazionale regionalizzando la governance della scuola. Lo smantellamento dell’attuale unitarietà si colloca nel solco della “secessione dei ricchi” a discapito delle zone più fragili del Paese. L’unità del nostro sistema di istruzione nazionale va preservata e anzi rafforzata, sostenendo con risorse adeguate tutte le istituzioni scolastiche a partire da quelle che operano nei contesti ove più alti sono i tassi di dispersione scolastica e il rischio di devianza quale vero elemento di contrasto alle disuguaglianze e a i divari socio-culturali. Particolare attenzione andrà rivolta al tema delle politiche per l’infanzia. Investire sull’infanzia significa investire sul futuro di un territorio, sul suo sviluppo sociale ed economico. I servizi 0/6 risultano fondamentali per la formazione dei futuri cittadini e rappresentano uno strumento essenziale per sostenere le famiglie e possono arginare problemi sociali e prevenire deficit culturali. La CGIL di Rimini chiederà pertanto di consolidare ed ampliare la rete dei servizi educativi offerti alle famiglie rimanendo nel perimetro pubblico, senza ricorrere a processi di esternalizzazioni. Il XIX Congresso condivide la necessità di promuovere un processo che assuma il concetto di salute di comunità superando il dualismo tra ospedale e territorio ed investa in medicina di genere ma anche nella prevenzione e cura delle dipendenze, tra le quali le nuove forme di ludopatie. Nell’ambito della contrattazione sociale territoriale, con i Distretti sociosanitari, con la CTSS e con i Comuni, partendo dalle fragilità emerse dall’esperienza pandemica, sosterrà la necessità di potenziare i servizi di igiene e sanità pubblica, la medicina territoriale, l’innovazione della rete dei servizi agli anziani e alle persone fragili e la promozione del concetto di salute di comunità con particolare riferimento al tema della prevenzione. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche necessitano di ulteriori risposte: più assistenza territoriale e cure primarie h24, più integrazione tra assistenza sociale e sanitaria e investendo maggiori risorse nella domiciliarità. Per le attuali Case della Salute presenti in provincia di Rimini va avviato un confronto con i Distretti e la CTSS per progettare e programmare un ampliamento dei servizi. Per quanto riguarda le Case della Comunità di prossima costruzione, a partire da quella di Rimini, vanno implementati i confronti al fine di definire sin da ora quali servizi, quali funzioni e quali risorse (economiche e professionali) a disposizione per il relativo funzionamento. Una ulteriore priorità è rappresentata dal tema della “casa”; nei bilanci comunali dovremo chiedere che siano stanziate sufficienti risorse per garantire risorse economiche ai nuclei in difficoltà a sostenere il pagamento degli affitti e dei mutui, anche alla luce del fatto che il Governo nella manovra di bilancio non ha rifinanziato il fondo sostegno alla locazione e il fondo morosità incolpevole. Inoltre va costruito un sistema che preveda incentivi o garanzie ai privati per stimolare la messa a disposizione per l’affitto delle unità abitative non occupate per consentire l’accesso all’abitare dignitoso a famiglie e lavoratori presenti sul territorio, superando le distorsioni provocate dall’impennata degli affitti durante la stagione turistica. Una risposta strutturale va data inoltre alle persone senza dimora, a partire dal periodo dell’anno della cosiddetta emergenza freddo e mediante la creazione di nuove mense sociali con il coinvolgimento delle associazioni no-profit. Particolare attenzione dovremo prestare alla messa in sicurezza del territorio contro il rischio sismico e idrogeologico, alla rigenerazione urbana quale ammodernamento delle infrastrutture sociali e dei contesti residenziali, dotazione di servizi e spazi di aggregazione ed integrazione culturale e comunitaria, perseguendo obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale. La riqualificazione delle aree degradate dovrà essere associata ad un piano pluriennale per avviare e consolidare una politica abitativa di lungo respiro, volta ad aumentare l’offerta di alloggi pubblici a saldo zero nel consumo del suolo. I nuovi siti produttivi e commerciali – all’interno di una logica di rigenerazione urbana – devono sorgere riutilizzando le cubature già presenti. La CGIL di Rimini sostiene la necessità di un cambio culturale che porti sempre più la cittadinanza verso l’utilizzo dei mezzi pubblici per i quali va previsto un potenziamento e la creazione di corsie preferenziali; per raggiungere tali obiettivi occorre che sia adeguatamente rifinanziato il Fondo Nazionale del Trasporto Pubblico Locale. Inoltre promuoveremo nei Comuni più grandi, a partire da quello di Rimini, la definizione di Piani di Spostamento Casa Lavoro e la creazione di parcheggi prevedendone anche di extra urbani quali punto di “scambio” opportunamente serviti da collegamenti per la città. L’obiettivo finale è quello di favorire la realizzazione delle “Città 30” e della “Città in 15 minuti”, ormai sinonimo in tutto il mondo di un futuro più sano e più equo. La CGIL di Rimini, anche in coerenza con quanto previsto dal Patto Provinciale e alla luce delle risorse messe a disposizione dalla regione Emilia Romagna nel bando da poco annunciato, chiederà di avviare un confronto sul tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), uno degli strumenti che può generare benefici ambientali, sociali ed economici a scala locale e per il quale vanno avviate nel territorio delle campagne di informazione promosse sia dalla CGIL che dagli Enti locali. Gli investimenti in fonti di energia alternativa sono imprescindibili e per questi motivi va sostenuto il progetto della centrale eolica offshore di Rimini. La contrattazione di 2° livello e quella sociale e territoriale dovranno dunque avere un collegamento ed un intreccio sempre più cogente e stringente anche con riferimento alla gestione di particolari vertenze (come ad esempio la vertenza OGR di Rimini). Entrambe dovranno sostenere percorsi di inclusione e contro ogni forma di discriminazione sociale, razziale, di genere e per favorire anche l’emersione dei casi di violenza sulle donne nei contesti di lavoro e domestici. La CGIL di Rimini si impegna a convocare le prime assemblee di zona e il coordinamento della contrattazione sociale e territoriale entro il mese di febbraio 2023 per avviare il percorso partecipativo e di individuazione degli obiettivi che, a partire da quelli previsti dal presente documento, saranno condivisi. Le categorie della CGIL di Rimini effettueranno nel corso dell’anno assemblee mirate nei luoghi di lavoro, nelle leghe dei pensionati e nei luoghi di socialità per discutere e confrontarsi con le lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati sui temi generali del Paese e sulla contrattazione sociale e territoriale. La nostra azione nel territorio dovrà essere lo strumento dal quale partire per rafforzare la contrattazione aziendale e quella sociale in tutta la provincia e per estenderla a tutti i temi dei diritti sul lavoro e di cittadinanza, solo così potremo costruire fiducia, ridare speranza, garantire giustizia sociale e contrastare le disuguaglianze.
Cs - CGIL Rimini