Si conclude oggi presso la CSU la raccolta “IO FIRMO E TU”, che sarà consegnata domani alla delegazione governativa. Iniziativa importantissima volta alla difesa del contratto di settore che, attraverso i prelievi forzosi applicati negli anni da governi di diverso colore, spesso non è stato rispettato.
Assistiamo da tempo ad un attacco quotidiano ai diritti del settore pubblico impiego; via via vengono colpiti diritti acquisiti dai contratti e attaccati anche aspetti normativi con una sempre maggiore richiesta di flessibilità, il più delle volte non motivata da reali esigenze, ma semplicemente come accanimento rispetto ad un settore che viene additato storicamente come male del paese quando invece, è proprio il caso di dirlo, ne rappresenta una delle parti sane, fornendo i servizi essenziali alla cittadinanza.
Inutile ripetere, tra l’altro, che la PA con i suoi quasi 4.000 salari ha rappresentato e rappresenta un importante ammortizzatore sociale per molte famiglie dove si sono persi posti di lavoro in altri settori in questi anni di crisi, e che tutte le manovre che vogliano colpire economicamente i dipendenti pubblici andranno inevitabilmente a ridurre la capacità di spesa delle famiglie, con un forte effetto negativo su una economia non proprio in salute.
Davvero non comprendiamo perché, anziché attaccare i tanti che in questa Repubblica non pagano le tasse e in alcuni casi portano discredito alla Repubblica (vedasi la trasmissione Report dell'11 dicembre u.s.), il Governo si accanisca nei confronti di chi invece le ha sempre pagate paventando riduzioni di spesa in salari e prevedendo nuova tassazione per chi, appunto, già contribuisce all’erario.
Ricordiamo inoltre che dal 2009 - quando il Bilancio dello Stato era di circa 760 milioni di euro - ad oggi, c’è stata una riduzione della spesa pubblica del 24,17%; riteniamo quindi che con gli anni si sia già operata una Spending Review, e che operare ancora dei tagli significa incidere sulla qualità dei servizi e dell’intero tessuto economico del paese.
In tale contesto ieri è stato firmato un accordo sulla formazione obbligatoria; anche qui fino all’ultimo è stato necessario rivedere il testo più e più volte affinché si arrivasse alla forma attuale. Le Federazioni Pubblico Impiego di CSdL e CDLS hanno chiesto e ottenuto, solo dopo varie insistenze, di modificare alcuni aspetti di tale accordo (ad esempio, inizialmente addirittura si prevedeva che parte delle ore di formazione non fossero recuperate!). L‘ultima modifica è stata apportata proprio ieri mattina, quando dopo una prima sigla di altre parti, si è giunti alla versione definitiva e siglata da tutte le componenti.
Tuttavia in tale situazione non ci pare appropriato cantare vittoria per un aspetto che in condizioni normali sarebbe ottimo; tuttavia oggi le priorità sono altre, per questo motivo la nostre prime circa 1.500 firme rappresentano la prima di una serie di iniziative di una nuova stagione nella quale chiameremo i dipendenti PA ad essere sempre più attenti.
Assistiamo da tempo ad un attacco quotidiano ai diritti del settore pubblico impiego; via via vengono colpiti diritti acquisiti dai contratti e attaccati anche aspetti normativi con una sempre maggiore richiesta di flessibilità, il più delle volte non motivata da reali esigenze, ma semplicemente come accanimento rispetto ad un settore che viene additato storicamente come male del paese quando invece, è proprio il caso di dirlo, ne rappresenta una delle parti sane, fornendo i servizi essenziali alla cittadinanza.
Inutile ripetere, tra l’altro, che la PA con i suoi quasi 4.000 salari ha rappresentato e rappresenta un importante ammortizzatore sociale per molte famiglie dove si sono persi posti di lavoro in altri settori in questi anni di crisi, e che tutte le manovre che vogliano colpire economicamente i dipendenti pubblici andranno inevitabilmente a ridurre la capacità di spesa delle famiglie, con un forte effetto negativo su una economia non proprio in salute.
Davvero non comprendiamo perché, anziché attaccare i tanti che in questa Repubblica non pagano le tasse e in alcuni casi portano discredito alla Repubblica (vedasi la trasmissione Report dell'11 dicembre u.s.), il Governo si accanisca nei confronti di chi invece le ha sempre pagate paventando riduzioni di spesa in salari e prevedendo nuova tassazione per chi, appunto, già contribuisce all’erario.
Ricordiamo inoltre che dal 2009 - quando il Bilancio dello Stato era di circa 760 milioni di euro - ad oggi, c’è stata una riduzione della spesa pubblica del 24,17%; riteniamo quindi che con gli anni si sia già operata una Spending Review, e che operare ancora dei tagli significa incidere sulla qualità dei servizi e dell’intero tessuto economico del paese.
In tale contesto ieri è stato firmato un accordo sulla formazione obbligatoria; anche qui fino all’ultimo è stato necessario rivedere il testo più e più volte affinché si arrivasse alla forma attuale. Le Federazioni Pubblico Impiego di CSdL e CDLS hanno chiesto e ottenuto, solo dopo varie insistenze, di modificare alcuni aspetti di tale accordo (ad esempio, inizialmente addirittura si prevedeva che parte delle ore di formazione non fossero recuperate!). L‘ultima modifica è stata apportata proprio ieri mattina, quando dopo una prima sigla di altre parti, si è giunti alla versione definitiva e siglata da tutte le componenti.
Tuttavia in tale situazione non ci pare appropriato cantare vittoria per un aspetto che in condizioni normali sarebbe ottimo; tuttavia oggi le priorità sono altre, per questo motivo la nostre prime circa 1.500 firme rappresentano la prima di una serie di iniziative di una nuova stagione nella quale chiameremo i dipendenti PA ad essere sempre più attenti.
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