Don Gabriele Mangiarotti: Manuale di resistenza per non soccombere ad Onlyfans…

Don Gabriele Mangiarotti: Manuale di resistenza per non soccombere ad Onlyfans….

Recentemente sono stato invitato dalla TV di San Marino a un dibattito a proposito della piattaforma Onlyfans, che sembra essere diventata un social di tendenza. Devo manifestare la mia ignoranza, che mi ha portato per dovere e impegno di comunicazione ad informarmi per potere dare un giudizio corretto sulla realtà. Immagino che chi vedrà o avrà visto la trasmissione potrà esprimere le proprie considerazioni, facendosene una idea personale. Per i “profani” questa piattaforma viene così descritta da Wikipedia: «OnlyFans è un sito web con sede a Londra, Regno Unito, che offre un servizio di intrattenimento tramite abbonamento. I creatori di contenuti possono guadagnare denaro dagli utenti che si iscrivono ai loro contenuti, i fan, appunto. OnlyFans è popolare nel settore dell'intrattenimento per adulti, ma ospita anche contenuti di altri generi […] che pubblicano regolarmente online. Consente ai creatori di contenuti di ricevere finanziamenti direttamente dai loro fan su base mensile. […] Il sito è utilizzato principalmente da dilettanti e modelli/e pornografici professionali, ma ha anche un mercato con chef, guru del fitness e musicisti. […] Un documentario della BBC Three ha sostenuto nel 2020 che un terzo dei profili Twitter a livello globale che pubblicizzano contenuti pornografici o simili appartengono a individui minorenni, molti dei quali hanno usato la piattaforma OnlyFans per condividere i loro contenuti». Un altro sito così scrive: «Su Onlyfans… c’è chi crea contenuti e chi paga per vedere quei contenuti. Di fatto, benché sul sito ci siano anche musicisti, cuochi e personal trainer, la stragrande maggioranza dei contenuti è sessualmente esplicito. La demografia la dice lunga: il 69 per cento di chi pubblica foto e video sono giovani donne, l’87 per cento di chi paga un abbonamento sono uomini.» Provocato da queste informazioni, ho cercato di capire quale sia il giudizio corretto su questo fenomeno che, al di là di varie eccezioni, sembra essere una modalità nuova di produrre un vecchio modello, quello del «più antico mestiere del mondo». Con meno rischi e maggiori prospettive di guadagno. E nella ricerca mi sono imbattuto in un documento dei Vescovi americani (si sa che le mode partono da lì, e che quindi è più facile trovare in quel contesto strumenti di comprensione e di giudizio) che affronta in maniera chiara il problema della pornografia (perché di questo prevalentemente si tratta, andando oltre allo slogan che vorrebbe fare pensare a una forma di libertà o liberazione). Raccogliamo dal testo «Crea in me un cuore puro» alcune piste di riflessione, valide anche tra noi, utili per chi ha responsabilità educativa e desidera il bene della convivenza civile.

Il Catechismo della Chiesa cattolica definisce la pornografia in questo modo: «La pornografia consiste nel sottrarre all’intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l’atto coniugale, dono intimo degli sposi l’uno all’altro. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l’uno diventa per l’altro l’oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell’illusione di un mondo irreale». «La pornografia disumanizza le persone fotografate o riprese, in quanto le trasforma in oggetti d’uso. Coloro che producono e diffondono materiale pornografico danneggiano il bene comune… Producono grave danno alle donne e agli uomini che acconsentono a essere raffigurati nel materiale pornografico, spesso per disperazione dovuta alla mancanza di denaro o per un immiserimento del senso… L’uso della pornografia ferisce chi ne fa uso, riducendo potenzialmente la sua capacità di una sana intimità umana e di sane relazioni. La pornografia presenta una visione distorta della sessualità umana, che è in contrasto con l’amore autentico, e danneggia il senso di autostima di una persona… La pornografia condivide e favorisce quella che papa Francesco ha condannato come la «cultura dell’usa e getta», in cui cose e persone vengono usate e scartate… L’uso della pornografia ha anche degli effetti collaterali in tutti gli aspetti della cultura. La visione di materiale pornografico condiziona uomini (e donne) a guardare gli altri esseri umani semplicemente come oggetti sessuali piuttosto che come persone che meritano rispetto e amore. Si viene addestrati a uno «sguardo pornografico» e a un’«abitudine a oggettivare»… L’aumentata diffusione di Internet rappresenta la differenza più drammatica che si registra tra la pornografia dei decenni passati e quella più recente… On-line la pornografia è immediatamente accessibile, apparentemente anonima, per lo più gratuita e ha l’apparenza di serbare inesauribili novità… A differenza di una rivista, Internet non ha una pagina finale… Tutta la pornografia sfrutta sia le persone che vi sono ritratte e sia il fruitore, ed è priva di amore e di relazione. Ma i tipi di contenuti disponibili oggi stanno diventando sempre più grossolani, violenti, degradanti e addirittura satanici con rappresentazioni evidenti di pratiche occulte… Data la diffusione e la facilità d’accesso della pornografia nella società odierna, tutti sono vulnerabili… L’uso della pornografia danneggia la capacità di uomini e donne di diventare ciò che sono chiamati a essere. Rende a loro più difficile avere relazioni basate sul dono di sé e sul rispetto reciproco. Osteggia la vocazione dell’uomo ad amare e proteggere le donne e a sacrificarsi per loro, e mina la capacità della donna di amare e di prendersi cura con profondo affetto di un altro essere umano come un dono e di essere accolta come un dono… Le donne si trovano… ad affrontare le sfide dell’erronea asserzione che l’uso della pornografia sia per loro liberatorio… Sia la scienza sia le testimonianze personali confermano che molte persone che iniziano a guardare materiale pornografico in maniera occasionale diventano in seguito consumatori compulsivi, i quali si sentono intrappolati in un circolo vizioso di fantasie, rituali, azioni compulsive e disperazione. La visione di materiale pornografico, di solito in combinazione con la masturbazione, colpisce direttamente i percorsi cerebrali di ricompensa ed è stato notato che ha sul cervello effetti simili a quelli che hanno la cocaina in un tossicodipendente o l’alcol in un alcolista…»

Credo che ci sia abbastanza materiale per riflettere. Si è cercato di dire che, per contrastare questo fenomeno sempre più pervasivo sia necessaria una educazione sessuale fin da piccoli, impartita per tutti nelle scuole, pur senza il consenso dei genitori (che comunque restano sempre i primi responsabili della educazione). Se poi andiamo più a fondo nei tentativi di risposta, ci accorgiamo che così come viene pensata, questa cosiddetta educazione sessuale non ha la forza di impedire tale china pericolosa. È necessaria una autentica «educazione», senza aggettivi, che non imponga una visione distorta e precoce della sessualità. E sono necessarie le famiglie, che non possono illudersi di delegare la loro responsabilità, che li rende entusiasti protagonisti della crescita dei figli, dando voce a quella reale esperienza di amore che non può essere messa in secondo piano. Le famiglie non possono illudersi di bastare da sole, è necessario che si mettano «in rete» (e già alcune di loro lo fanno) per creare occasioni di incontro, di dialogo, di condivisione di esperienze positive e per reggere di fronte alle sfide sempre presenti. Famiglie che sappiano coalizzarsi per difendere il bene prezioso dei figli, affinché nessuno li scandalizzi, né li indottrini (ricordate la «colonizzazione ideologica» di cui spesso parla Papa Francesco?). Forse anche tra noi è giunto il momento di costituire forme aggregative, associative (e San Marino ha tanti esempi illustri) che abbiano come scopo la difesa dei nostri ragazzi rispetto alla violenza pervasiva della pornografia, non creando soltanto barriere (comunque necessarie) ma soprattutto realizzando occasioni di incontro ed esperienza che sappiano essere attrattive (anche qui prendo in prestito da Papa Francesco la parola). P.S.: Il testo completo del documento dei Vescovi americani (Crea in me un cuore puro) pubblicato dalla rivista Il Regno – Documenti 3/2016, mi è stato offerto gratuitamente dalla rivista stessa, che ringrazio.

Cs - Don Gabriele Mangiarotti

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