Don Mangiarotti, il Coronavirus e noi: perché non basta la legge per salvarci
Il Coronavirus e noi: perché non basta la legge per salvarci Come sembra strano quello che sta accadendo in questi giorni dominati dalla paura del Coronavirus. Cercando di capire quello che sta succedendo, mi sono venute alla mente alcune riflessioni che mi sembra aiutino nella lettura di quanto sta accadendo, dal punto di vista «spirituale», potrei dire. Sembra che sia sempre più necessario indicare tutte le possibili regole per evitare che qualcosa di tralasciato nelle indicazioni renda i responsabili della società colpevoli del male non previsto (come per i medici che di fronte a sintomi inquietanti paventano le più terribili conseguenze… onde evitare, nel caso avessero tenuto nascosto qualche effetto maligno, di essere incriminati). Come se la norma osservata togliesse ogni responsabilità. Ma, se si sono già ottenuti risultati positivi in questa lotta contro il virus, questo è merito della abnegazione di tanto personale medico che non si è sottratto al gravoso impegno di guarire, consci dei pericoli cui andava comunque incontro. In più, molti uomini autenticamente religiosi ci hanno aiutato a comprendere il mistero della vita, legato anche alla fragilità umana, e la necessità di pregare. Un chiaro giudizio, già di qualche anno fa, del grande scrittore Solženicijn, ci può aiutare a giudicare quanto accade: «La società occidentale ha scelto per sé la migliore organizzazione possibile per le sue finalità, che io chiamo legalistica. I limiti dei diritti umani sono determinati da un sistema di leggi; tali limiti sono molto ampi. Alcune persone in Occidente hanno acquisito notevole abilità nell’utilizzo, interpretazione e manipolazione del diritto (anche se le leggi per una persona media tendono ad essere troppo complicate da comprendere senza l’aiuto di un esperto). Ogni conflitto è risolto in base alla legge, e questa è considerata la soluzione definitiva… E’ quasi inconcepibile pensare ad una autodisciplina volontaria: tutti si sforzano di ottenere una sempre più grande estensione dei propri diritti, fino al limite estremo degli elementi giuridici… Ho trascorso tutta la mia vita sotto un regime comunista e vi dirò che una società senza alcun obiettivo o riferimento giuridico, è una terribile realtà. Infatti una società senza elementi giuridici, è indegna umanamente. Ma una società basata alla lettera sulla legge non permette di raggiungere traguardi elevati e non riesce a sfruttare l’intera gamma delle possibilità umane. La legge applicata alla lettera è troppo fredda e formale e non può avere un influsso benefico sulla società. Se il tessuto della vita è un tessuto di relazioni legalistiche, si crea un’atmosfera di mediocrità spirituale che paralizza gli impulsi più nobili dell’uomo. E sarà semplicemente impossibile tenere il passo con le sperimentazioni di questo secolo, con nient’altro che il supporto di una struttura legalistica minacciosa.» [Aleksandr Solženicijn – Discorso all’Università di Harvard – 8 Giugno1978] La legge non salva, pur essendo necessaria per il buon ordine della convivenza umana. Quello che è sempre più necessario credo sia la ripresa del senso autentico della vita, quel senso che la fede cattolica ci ha insegnato e che il mondo di oggi vuole testardamente cancellare, a cominciare dallo scandalo nei confronti dei più piccoli, oggetto delle più indecenti manipolazioni (e in questi giorni salta agli occhi il disgustoso spettacolo di favole raccontate, a Roma, ai bambini da parte di una Drag queen). È questo il tempo di affidare la vita alla ripresa delle domande autentiche del cuore, quelle che lo aprono alla dimensione religiosa, e alla rinnovata simpatia verso Gesù Cristo e la sua Chiesa, vincendo sconforto, pigrizia, scetticismo. Del resto, in questo tempo in cui alcuni si accorgono che è necessario riconoscere che non siamo né onnipotenti né perfetti, non farebbe male riscoprire quanto abbiamo imparato da piccoli nel Catechismo.
Comunicato stampa
Don Gabriele Mangiarotti