Don Mangiarotti: "Ritroviamo il coraggio di scegliere la vita"
Non è la prima volta che Papa Francesco interviene per difendere la vita e condannare la pratica dell’aborto, e lo fa di fronte a una platea che si interroga sull’inverno demografico che ha segnato la nostra società. E credo che quanto affermato valga non solo per l’Italia degli «Stati generali sulla natalità» ma ugualmente qui a San Marino, se teniamo conto delle affermazioni rese pubbliche per cui il numero dei decessi supera quello delle nascite. L’interesse per l’intervento pontificio nasce anche dal fatto che a tema è una cultura incapace di difendere la vita, perché «non può basarsi sull’individuo e sul mero soddisfacimento dei suoi diritti e bisogni», una scuola che «non può essere una fabbrica di nozioni da riversare sugli individui; dev’essere il tempo privilegiato per l’incontro e la crescita umana. A scuola non si matura solo attraverso i voti, ma attraverso i volti che si incontrano», una politica per cui «occorrono politiche familiari di ampio respiro, lungimiranti: non basate sulla ricerca del consenso immediato, ma sulla crescita del bene comune a lungo termine. Qui sta la differenza tra il gestire la cosa pubblica e l’essere buoni politici». Così il richiamo alla difesa della vita nascente, che certe posizioni politiche ritengono superato dalla necessità di affermare i diritti indiscutibili delle donne (compreso quindi quello di uccidere la vita portata in grembo), trova, in queste parole del Papa, un sostegno forte e ragionevole. Ascoltiamo dunque quanto egli ha affermato: «Una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo! […] Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro; ma se le famiglie ripartono, tutto riparte. Vorrei ora guardare proprio alla ripartenza e offrirvi [alcuni] pensieri che spero utili in vista di un’auspicata primavera, che ci risollevi dall’inverno demografico. [Riflettiamo] attorno alla parola dono. Ogni dono si riceve, e la vita è il primo dono che ciascuno ha ricevuto. Nessuno può darselo da solo […] Come un figlio viene atteso e viene amato prima che venga alla luce, così dobbiamo mettere prima i figli se vogliamo rivedere la luce dopo il lungo inverno. Invece «la mancanza di figli, che provoca un invecchiamento della popolazione, afferma implicitamente che tutto finisce con noi, che contano solo i nostri interessi individuali». Abbiamo dimenticato il primato del dono – il primato del dono! –, codice sorgente del vivere comune […] Aiutiamoci, cari amici, a ritrovare… il coraggio di scegliere la vita. C’è una frase del Vangelo che può aiutare chiunque, anche chi non crede, a orientare le proprie scelte. Gesù dice: «Dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). Dov’è il nostro tesoro, il tesoro della nostra società? Nei figli o nelle finanze? Che cosa ci attrae, la famiglia o il fatturato? Ci dev’essere il coraggio di scegliere che cosa viene prima, perché lì si legherà il cuore. Il coraggio di scegliere la vita è creativo, perché non accumula o moltiplica quello che già esiste, ma si apre alla novità, alle sorprese: ogni vita umana è la vera novità, che non conosce un prima e un dopo nella storia. Noi tutti abbiamo ricevuto questo dono irripetibile e i talenti che abbiamo servono a tramandare, di generazione in generazione, il primo dono di Dio, il dono della vita. A questo tramandare si collega il […] pensiero che vorrei offrirvi. Ruota attorno alla parola sostenibilità, parola-chiave per costruire un mondo migliore. Si parla spesso di sostenibilità economica, tecnologica e ambientale e così via. Ma occorre parlare anche di sostenibilità generazionale. Non saremo in grado di alimentare la produzione e di custodire l’ambiente se non saremo attenti alle famiglie e ai figli […] Le cifre drammatiche delle nascite e quelle spaventose della pandemia chiedono cambiamento e responsabilità. Sostenibilità fa rima con responsabilità: è il tempo della responsabilità per far fiorire la società […] La sostenibilità ha bisogno di un’anima e quest’anima […] è la solidarietà. Anche ad essa associo un aggettivo: come c’è bisogno di una sostenibilità generazionale, così occorre una solidarietà strutturale». (Apertura degli Stati Generali della Natalità, Francesco, 14 maggio 2021) A chi non vuole un Referendum che addirittura consentirebbe l’aborto fino al nono mese, noi proponiamo, con le parole del Papa: «A volte vi sembrerà di gridare nel deserto, di lottare contro i mulini a vento. Ma andate avanti, non arrendetevi, perché è bello sognare, sognare il bene e costruire il futuro. E senza natalità non c’è futuro».
c.s. Don Gabriele Mangiarotti
[Banner_Google_ADS]