È possibile riciclare il calcestruzzo? Una tesi in Ingegneria Civile discussa all’Università di San Marino dà risposta affermativa
Lo studio, realizzato con l'Associazione Sammarinese Autotrasporti, è “un esempio di supporto scientifico a una ditta locale”
Il calcestruzzo utilizzato nelle costruzioni edili e stradali può essere riciclato e contribuire così alle tecniche ‘green’ attualmente in via di sviluppo? Secondo una tesi di laurea discussa all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, realizzata grazie alla collaborazione dell’Associazione Sammarinese Autotrasporti (ASA), la riposta è affermativa. L’analisi, elaborata nella cornice del corso triennale in Ingegneria Civile e condotta da Elia Biagetti con il coordinamento del docente Michele Bacciocchi, è basata su una serie di test e verifiche e ha dimostrato quanto il riutilizzo dei rifiuti da costruzione e demolizione, proveniente per esempio da case abbattute oppure strade in rifacimento, sia possibile. In quest’ottica, quindi, la tesi rappresenta “un primo risultato che può fornire le basi per ulteriori indagini, anche di carattere sperimentale”. Ad alimentare l’interesse intorno a questo ambito sono alcuni dati che descrivono il contesto europeo: nel continente, infatti, il calcestruzzo rappresenta “un terzo di tutti i rifiuti prodotti” nel settore e ha “un impatto significativo dal punto di vista ambientale e di costi per la collettività, in termini di salute, spese per smaltimenti e bonifiche”, spiega Bacciocchi illustrando il lavoro di Biagetti. L’obiettivo, quindi, “è sviluppare un modello di economia circolare nel settore edile, processo necessario per mirare a un sistema sempre più indirizzato verso la transizione ecologica e la salvaguardia del pianeta”. “La tesi - spiega il direttore del corso di laurea, Angelo Marcello Tarantino - è un esempio di supporto scientifico a una ditta locale che in questo caso ha fornito gli inerti riciclati dalla demolizione di vecchie strutture in cemento armato”. In questo senso, infatti, lo studio ha contato sul supporto dell’Associazione Sammarinese Autotrasporti, una società che si occupa, fra le altre cose “del recupero e della trasformazione della particolare classe di rifiuti coinvolta in questo studio, oltre a servizi come escavazioni, trasporti, demolizioni e fornitura di aggregati per conglomerati”, precisa Bacciocchi. Il confronto con l’impresa del Titano, secondo il docente, “ha permesso di constatare l’effettiva disponibilità in territorio sammarinese di rifiuti da costruzione e demolizione certificati che potrebbero trovare nuovo uso come inerti per calcestruzzi”. La tesi è stata discussa nella sede universitaria del World Trade Center di Dogana durante la sessione del 14 marzo scorso. Insieme a Biagetti si sono laureati altri 13 studenti.
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