Fabrizio Vagnini confermato presidente di Confesercenti provinciale
L'assemblea elettiva di Confesercenti della provincia di Rimini, tenutasi ieri sera in videoconferenza, ha confermato il mandato del presidente Fabrizio Vagnini anche per il prossimo quadriennio. Nella sua relazione, Vagnini ha sottolineato come le prospettive economiche dipendano sostanzialmente dall’interazione fra ciclo dell’economia e ciclo del coronavirus, i cui effetti negativi potrebbero estendersi ancora per diversi anni. “Nonostante le incertezze e le cautele, anche ascoltando il parere dei nostri associati, si respira un clima di discreto ottimismo dovuto sostanzialmente a due fattori: la campagna vaccinale la speranza di poter avere una buona stagione turistica, consapevoli che anche quest’anno potremo contare su un turismo italiano e di prossimità. Nel territorio riminese il 2020 è stato devastante, perdendo oltre un miliardo nel settore turismo. I ristori sono serviti in minima parte a compensare le perdite economiche e dei posti di lavoro. Sul totale delle presenze turistiche a Rimini nel 2019, un terzo veniva dai mercati esteri, nel 2020 di fatto si sono azzerate. La nostra provincia, dotata di un sistema di importanti infrastrutture, dovrà spingere ancora di più in tema di modernizzazione. Riconosciamo che molto è stato fatto specie nel comune capoluogo: teatro, arredo urbano, fiera, depurazione, scarichi fognari, lungomari, valorizzazione dei siti archeologici e culturali, ma ancora molto dovrà essere fatto nei prossimi anni. Dobbiamo creare le condizioni per una riqualificazione delle strutture ricettive capaci di attrarre un turismo con una più alta capacità di spesa. E' necessario migliorare l’accessibilità, aumentare i parcheggi e soprattutto potenziare la viabilità. Per questo sarebbe opportuno abbandonare definitivamente le polemiche sul Metromare, e pensare seriamente al suo completamento a nord fino alla Fiera e a sud fino a Cattolica, così come è indispensabile il prolungamento dell’alta velocità almeno fino a Rimini. Vi è poi il tema dei centri storici, che seppur riqualificati, registrano una continua sofferenza e turnover delle attività commerciali, sempre più in difficoltà, costrette ad abbassare definitivamente le serrande. Gli affitti commerciali sono correlati a valori immobiliari elevati non più attuali e andrebbero ridotti del 50%. Siamo consapevoli che si tratti di contratti privati, ma siamo convinti che il Governo possa trovare il modo di calmierare gli attuali canoni, che dovrebbero seguire la redditività e la marginalità delle attività economiche. L’impatto della pandemia sui consumi, che valgono il 60% del PIL, avrà conseguenze su tutto il sistema. L’economia della distanza, inoltre ha messo le ali all’e-commerce e rischia di incidere negativamente sui negozi di vicinato, che rendono vivibili e sostenibili le nostre città. Nonostante questo quadro, sentiamo ancora oggi parlare di nuovi centri commerciali di outlet e di grandi superfici, come il progetto di un nuovo centro commerciale a Misano di 32.000 mq, che grazie al forte attivismo di Confesercenti, siamo riusciti a bloccare definitivamente. L’impegno di Confesercenti è stato forte su tutti i fronti per stare al fianco delle imprese e dei nostri associati. Per sostenere il credito per le piccole attività, il nostro Confidi Finterziario dall’estate 2020 ha effettuato 100 erogazioni a tasso zero attraverso fondi pubblici, per circa 10 milioni di euro. Al 31 dicembre 2020 Finterziario contava 3200 soci e 26 milioni di euro di garanzie in essere, equivalenti a 100 milioni di finanziamenti. La nostra associazione intende proseguire nella ricerca di contributi per coloro che intendono effettuare investimenti nella propria attività, assistendo e migliorando la bancabilità delle piccole imprese. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è occasione irripetibile per rilanciare il nostro Paese, ma non basta. Occorre mettere in atto un serio programma di riforme del fisco riequilibrandolo a vantaggio delle piccole imprese, della pubblica amministrazione, della giustizia, eliminando privilegi ingiustificabili e inefficienze che bloccano lo sviluppo. C’è bisogno di ricostruire il ceto medio, ridare dignità al lavoro d’impresa delle migliaia di piccole attività che costituiscono ancora l’ossatura della nostra economia".
Cs Confesercenti
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