Festa non autorizzata, la posizione del consigliere Gian Nicola Berti
Dopo giorni in cui assisto a speculazioni politiche su alcuni miei cari e sulla mia persona, sfacciatamente indotte ed alimentate da esponenti politici privi evidentemente di ogni etica, mi sento costretto a prendere posizione pubblica. Se finora ho taciuto, nonostante le favole che ad ogni nuovo capitolo diventano sempre più creative, è perché ritengo di non avere fatto nulla di sbagliato. Questi i fatti: nel tardo pomeriggio del 1° aprile ero in Via Gino Giacomini insieme ad alcuni miei familiari, rientravamo a casa e ci siamo fermati in chiacchiere riconoscendo degli amici. Una giornata di festa nazionale in cui gli esercenti della macelleria, che lavoravano in preparazione dell’apertura del giorno dopo, ci hanno fatto assaggiare alcuni dei loro squisiti prodotti. In quel magazzino, in cui si sarebbe verificato il fantomatico festino, chi vuole davvero la verità può verificare di persone che, al netto della merce stivata, ci potrebbero entrare non più di cinque persone. Tutto si è svolto all’aperto, distanziati e con le mascherine. Forse ho sbagliato nella mia percezione? Credo che questa valutazione competa alle autorità proposte, prima è passata la Milizia e poi è intervenuta la Gendarmeria. Sino ad oggi non mi sono state sollevate contestazioni, quantomeno in loco. In ogni caso risponderò delle eventuali sanzioni amministrative come prevede la legge, al pari di quanto accadrebbe a qualunque altro cittadino. Ma a deciderlo sarà l’autorità preposta per legge, non i miei avversari politici che con i loro giornali speculano su fatti immaginifici trasformandoli in “contagiose” verità, facendo leva sulla stanchezza di tutti i cittadini che, mentre continua a salire il conto dei morti e dei contagiati dal Covid, avrebbero tutto il diritto di arrabbiarsi per presunti festini organizzati da chi dovrebbe dare il buon esempio. Io ho scelto di fare politica, conosco le regole del gioco anche quando le disprezzo. Permettetemi però di tenere fuori dalle speculazioni i miei familiari e le persone della Macelleria del Corso che preparavano il loro lavoro del giorno dopo, che non hanno certo colpe per quanto accaduto e che si trovano a subire un’onta mediatica sproporzionata rispetto ai fatti. A loro chiedo sinceramente e pubblicamente scusa per quanto sono stati costretti a subire per via del ruolo politico mio e di qualche Collega Consigliere. Ai miei concittadini chiedo parimenti scusa soprattutto perché sono sinceramente dispiaciuto per quanto sia caduto in basso il livello della politica.
c.s. Gian Nicola Berti
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