Fondi Pensione: i lavoratori dipendenti hanno finanziato le pensioni di artigiani e commercianti
Il Segretario CSdL Enzo Merlini, nell’ultima puntata di “CSdL Informa”, ha aggiunto altri elementi al tema dei disavanzi dei fondi pensione e dei prelievi dal Fondo Comune di Riserva di Rischio. “Il disavanzo degli artigiani e dei commercianti dal 2011 al 2014 - ha evidenziato Merlini - non è stato finanziato direttamente dal bilancio dello Stato, ma sono stati prelevati dal Fondo Comune Riserva di Rischio ben 39 milioni, con l’impegno di restituirli. Questo Fondo si alimenta attraverso accantonamenti annuali di una parte delle entrate e servono per far fronte ad eventi imprevedibili, come i fallimenti. L’importo era arrivato a questa cospicua somma, in gran parte di competenza dei lavoratori dipendenti, che quindi hanno finanziato le pensioni di una parte dei loro datori di lavoro, così come avveniva fino al 1990, quando venne introdotta la separazione delle gestioni. Nel 2011 ci opponemmo fermamente e, con la medesima legge che imponeva il prelievo, fu previsto che quel fondo avrebbe dovuto essere ripristinato integralmente dal bilancio dello Stato nel periodo 2015-2019. Ma ciò non è avvenuto; gli stanziamenti annuali sono stati pari a 13 milioni, fino al 2022, di cui erogati realmente soltanto 7. Di fatto, lo Stato continua a fare cassa con il Fondo Pensione dei Lavoratori Dipendenti. È necessario che, passata l’emergenza finanziaria, così come ha dichiarato lo scorso Governo, queste somme ritornino a disposizione per i loro scopi, compresi gli interessi che sarebbero maturati con i relativi investimenti. Infatti, visti i prelievi prestabiliti dalla riforma, questo Fondo sarà destinato a ridursi nel tempo in maniera significativa. Alle giovani generazioni non possiamo lasciare solo debiti; dobbiamo fare in modo che le loro pensioni, che saranno significativamente più basse delle nostre, non siano ulteriormente decurtate dalla necessità di colmare i nostri disavanzi. Non possiamo dimenticare anche quanto è avvenuto con la Cassa di Compensazione, nella quale sono confluiti e confluiscono tuttora gli attivi della cassa ammortizzatori sociali, assegni familiari e malattia; tra il 2012 ed il 2020 sono stati prelevati, sempre attraverso le leggi di bilancio, ben 42 milioni per finanziare la sanità; quindi, i fondi contributivi sono stati saccheggiati per lungo tempo. La Cassa di Compensazione era stata pressoché azzerata; negli ultimi tre esercizi, gli accantonamenti sono stati pari a ben 20 milioni, che hanno portato l’accantonamento a 26,4 milioni al 31 dicembre 2023. Non vorrei che al Governo venisse la tentazione di accaparrarsene nuovamente; ritengo che queste somme debbano essere utilizzate per migliorare gli interventi a sostegno delle famiglie e dei disoccupati.”
cs CSdL