Fondo pensioni lavoratori dipendenti: va ripristinato il Fondo di Riserva
CSdL e USL ritengono doveroso informare lavoratori e pensionati, nonché le forze politiche, che al Governo che si formerà dopo le elezioni verrà sottoposta la richiesta di rimborsare al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti le somme utilizzate per altri scopi. Ci riferiamo al prelievo di quasi 39 milioni di euro effettuato tra il 2011 ed il 2014 per coprire il disavanzo dei Fondi di Artigiani e Commercianti, per il primo anno, e per finanziare la Gestione Residuale, istituita nel 2012 per separare le uscite derivanti dalle pensioni maturate dalle medesime categorie di imprenditori fino al 2004, per i 3 anni successivi. Il dettaglio è indicato nella tabella 1 allegata. Furono utilizzate le somme accantonate nel Fondo Comune Riserva di Rischio, il cui scopo era quello di far fronte ad eventuali situazioni deficitarie, dovute anche a mancati versamenti di contributi. La situazione contabile doveva essere disgiunta tra lavoratori dipendenti ed autonomi, a loro volta distinti tra le varie categorie (commercianti, artigiani, ecc.) ma non è stato possibile risalire a detta distinzione. Si può però affermare che la gran parte fossero di pertinenza dei lavoratori dipendenti. All’epoca le OO.SS. protestarono fermamente, finché non venne previsto dalle medesime leggi con le quali venne effettuato il prelievo forzoso, che il F.C.R.R. avrebbe dovuto essere ricostituito integralmente, attraverso appositi stanziamenti del bilancio dello Stato, nel quinquennio 2015 - 2019. In realtà, detti stanziamenti furono solo parziali, per un importo complessivo di 13 milioni al 31 dicembre 2022, come si evince dalla tabella 1 allegata. Anzi, le somme previste sono state materialmente erogate solo per 7 milioni. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come i Fondi contributivi, compresa la Cassa di Compensazione, siano stati utilizzati dai Governi che si sono succeduti dalla crisi finanziaria internazionale del 2008 per fini diversi da quelli previsti dalle Leggi istitutive. È risaputo che nel lungo periodo i Fondi Pensione sono destinati ad esaurirsi, per effetto dei prelievi stabiliti dalla riforma del 2022 (17,5 milioni annui per il 2023 e 2024 e 20 milioni dal 2025) per far fronte ai crescenti disavanzi: è necessario quindi che ogni risorsa prelevata per altri scopi rientri nella disponibilità dei lavoratori e dei pensionati, con i relativi interessi. Vogliamo altresì mettere in evidenza come i prelievi effettuati per coprire i disavanzi del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti non sono stati solo i 10 milioni resi noti nel 2020, bensì ammontano ad oltre 60 milioni, come indicato nella tabella 2 allegata. Tali prelievi sono stati effettuati dall’ISS a causa degli insufficienti stanziamenti previsti dalle varie Leggi di Bilancio. Peraltro, tali stanziamenti sono stati inferiori al 25% delle entrate contributive, come invece prevede la Riforma del 1983. Applicando alla lettera tale disposizione, i prelievi avrebbero dovuto essere inferiori, nella misura di circa 20,5 milioni. È doveroso precisare che i disavanzi dei Fondi degli imprenditori sono invece sempre stati coperti integralmente attraverso appositi stanziamenti del Bilancio dello Stato, fatta eccezione per i Liberi Professionisti, il cui Fondo è sempre stato attivo. Quanto sopra posto in evidenza è stato ricostruito attraverso l’analisi dei bilanci dell’ISS (quelli del 2011 e 2012 sono stati pubblicati di recente su nostra richiesta), oltre ad alcune informazioni ricevute direttamente dall’Amministrazione. Seppure sia tutto regolare sul piano formale, in quanto si tratta di norme approvate dal Consiglio Grande e Generale attraverso le Leggi previsionali e consuntive del Bilancio dello Stato, svolgeremo fino in fondo il nostro ruolo negoziale per far sì che al Fondo Pensioni di pertinenza dei nostri rappresentati vengano restituite le somme prelevate.
cs CSdL - USL
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