Gdc. Una programmazione per la sostenibilità futura del debito estero
Il debito della nostra Repubblica è una risorsa? Una domanda a cui molti risponderebbero d’istinto con un sonoro No, ma in realtà la nostra risposta è dipende come esso verrà utilizzato ed impiegato. In queste settimane abbiamo assistito ad innumerevoli polemiche di alcuni partiti che, con pochissime nozioni, ostentano una ricetta “100% efficace” per l’azzeramento del debito, dimostrando in realtà una scarsa conoscenza del funzionamento dell’economia e della finanza. Nessuno può negare che la finalità di questo primo rinnovo – unica opzione al momento – sia di garantire la stabilità necessaria per mantenere l’attuale sistema economico sociale. Un debito necessario quindi. Il cui obiettivo però è quello di risolvere le criticità odierne ma forse senza una prospettiva futura. Un debito di cui, quasi certamente, dovremo sobbarcarcene noi giovani in futuro. Oggi il discorso dev’essere incentrato sulla restituzione e la sostenibilità del debito senza mettere in crisi il Paese. Tuttavia ciò non necessita solo di discussioni a livello politico (essendo esso un potenziale pretesto per attacchi e proclami insensati) bensì di un ragionamento ponderato e basato sulla realtà dei fatti appunto in ambito economico e finanziario. Esiste una ricetta perfetta per fare questo? NO, non esistono dei singoli ingredienti in grado di risolvere la situazione, piuttosto è bene porre in essere un paniere di politiche atte a perseguire un unico obiettivo, quello della crescita economica, infatti oggigiorno non disponiamo di una programmazione di investimenti pluriennali in settori strategici in grado di generare un ritorno economico duraturo nel tempo. A questo punto è necessaria una considerazione. Oggi il nostro Paese ha sempre più necessità di interfacciarsi ad opportunità internazionali, come per citare solo un esempio al mercato unico europeo, che consente alla maggior parte delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone di circolare liberamente in quasi tutto il continente, oltre alla possibilità di accedere al più grande blocco commerciale al mondo, implementando collegamenti di diplomazia internazionale e di sviluppo. Se non concludiamo questo percorso europeo il debito è destinato solo ad aumentare. L’operazione dell’accordo di associazione all’UE è necessaria per la stabilizzazione del debito, permettendoci di effettuare operazioni d’investimento volte a settori strategici quali: industria, innovazione tecnologica e digitale, politiche volte al sostegno dell’imprenditoria giovanile, sanità, istruzione e accesso a finanziamenti con tassi di interesse agevolati. Sono queste le opportunità che oggi creano una crescita e sono le stesse su cui San Marino ha la necessità di puntare anche in funzione delle ridotte dimensioni geografiche del nostro Paese. A livello economico non possiamo continuare a puntare direttamente solo su settori interni. L’accordo di associazione all’Unione Europea risulta per noi GDC una metodologia coerente, funzionale ed imprescindibile per il futuro della nostra Repubblica. Però è altresì essenziale che questa apertura al mercato sia accompagnata da politiche di riforme volte alla sostenibilità per il futuro del debito come ridurre il rapporto debito/pil, attuare aggiornamenti normativi in materia fiscale per una maggior attrattività imprenditoriale e la riorganizzazione della pubblica amministrazione e ISS. L’accordo di associazione all’UE se legato a queste politiche di riforme può diventare il nostro acceleratore di crescita economica per la nostra Repubblica. In conclusione desideriamo esprimere il nostro totale sostegno alla strada intrapresa dal Governo e dalla Segreteria di Stato per le Finanze e Bilancio per l’eccellente lavoro svolto in questo periodo di forte instabilità economica mondiale. Al contempo, però, vogliamo ribadire un concetto a noi caro. Siamo noi giovani sammarinesi i primi portatori d’interesse nell’ambito del debito estero. Tutto ciò che oggi viene svolto ricadrà inevitabilmente sulle nostre spalle indipendentemente dalla forza politica in cui ognuno si riconosce.
Ufficio Stampa GDC
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