“La priorità è la costruzione di un’offerta turistica appetibile e sicura, che garantisca la sopravvivenza di più attività possibili. Dobbiamo constatare purtroppo che si perde un’occasione di fare sistema nonostante ci si stia avvicinando ad una delle stagioni turistiche più difficili di sempre”
“Non crediamo che puntare i piedi contro l’Ordinanza balneare del Comune di Rimini, addirittura ricorrendo al TAR, sia l’atteggiamento giusto per la ripartenza del nostro turismo. Quella dei ristobar di spiaggia e degli stabilimenti balneari contro il servizio delivery sull’arenile aperto a tutti gli esercizi – spiega Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini - sia una guerra di retrovia che si poteva risparmiare, a maggior ragione alla luce delle difficoltà che l’emergenza Covid ha creato ai pubblici esercizi, mentre gli stagionali di spiaggia hanno operato senza limiti l’estate scorsa e ora riaprono le proprie attività dopo la naturale pausa invernale.
Crediamo che offrire più opportunità di scelta per i pasti a riminesi e turisti che frequentano il mare sia un valore aggiunto per la nostra offerta turistica e non lesa maestà ai concessionari di spiaggia. La domanda c’è e lo dicono i numeri della stagione passata, l’offerta invece in certe zone è scarsa quantitativamente, mentre in altre non permette ai clienti di fare scelte sul tipo di pietanze da ordinare.
La nostra priorità è la costruzione di un’offerta turistica appetibile e sicura, che garantisca la sopravvivenza di più attività possibili. I chioschisti fanno bene il loro lavoro, sono una risorsa importante, ma nelle precedenti estati non sono riusciti a servire pasti sotto l’ombrellone in maniera consona e organica. Allo stesso tempo vogliono vietare che una pizzeria, un ristorante, un gelataio possa consegnare in spiaggia i prodotti ordinati dal cliente. La concessione però non trasforma la spiaggia in monopolio assoluto.
Siamo delusi dalla mancanza di volontà di fare sistema che stanno presentando gli operatori di spiaggia, che da una parte si arrogano diritti di pertinenza sui pasti, dall’altra invece “aprono” ad attività che ben poco hanno a che fare con i servizi balneari. Non si può solo prendere, a volte serve anche dare. Guardando sull’arenile della nostra provincia, poi, pare una questione solo in salsa riminese. Dobbiamo constatare purtroppo che si perde un’occasione di fare sistema nonostante ci si stia avvicinando ad una delle stagioni turistiche più difficili di sempre”.
Comunicato stampa
Gianni Indino, Presidente Confcommercio Rimini