Gianni Indino: “Non discuto le sanzioni ai locali che si sono posti fuori dalle regole, ma è una visione miope rispetto a ciò che sta avvenendo”

Gianni Indino: “Non discuto le sanzioni ai locali che si sono posti fuori dalle regole, ma è una visione miope rispetto a ciò che sta avvenendo”.

Se il governo avesse accettato le nostre proposte, dal Green Pass ai tamponi all’ingresso, ci sarebbero state tutte le condizioni per ballare in sicurezza e per gestire il divertimento anche in tempi di pandemia. Non lo hanno voluto. Venerdì a Bologna incontrerò il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, per predisporre un tavolo di lavoro che ci consenta di avere indicazioni precise sulla riapertura delle nostre imprese

“Bene hanno fatto gli esponenti delle istituzioni a rimarcare la scarsa responsabilità di alcuni gestori di locali da ballo che hanno trasgredito alle regole dettate dal governo – dice il presidente del SILB dell’Emilia Romagna, Gianni Indino -. Bene hanno fatto le forze dell’ordine a controllare e a sanzionare ciò che è avvenuto nelle discoteche. Peccato solamente che ancora una volta si tratti di dichiarazioni e di controlli miopi rispetto a ciò che sta avvenendo su tutta la Riviera romagnola e non solo, dove proliferano da mesi situazioni analoghe di balli e assembramenti in spiaggia, in chioschi e chiringuito, nelle campagne e nelle aziende agricole, negli alberghi e nei bar, nelle piazze e nelle strade. Insomma, dappertutto. Con i suoi provvedimenti lo Stato ha di fatto legalizzato l’abusivismo senza voler capire, senza volersi confrontare con i professionisti dell’intrattenimento. Una grande occasione persa, che fa del nostro settore l’unico a non avere avuto risposte concrete, nonostante gli incontri, le rassicurazioni e le proposte avanzate. Nonostante fossimo stati i primi in Italia a voler riaprire con ingresso riservato a possessori di Green Pass anche con capienze ridotte, nonostante avessimo pronti ingenti investimenti per aumentare i controlli di sicurezza sanitaria e per allestire all’esterno dei locali dei luoghi per effettuare i tamponi. Questa estate ci sarebbero state tutte le condizioni per ballare in sicurezza e per gestire il divertimento di giovani e giovanissimi vacanzieri anche in tempi di pandemia, ma non lo hanno voluto. Un’ignavia istituzionale che ha il sapore della sconfitta. Si è preferito non affrontare l’argomento e ora tutti ne paghiamo le conseguenze, chi dal punto di vista economico, chi professionale, chi di quieto vivere: sono convinto che una soluzione condivisa per la gestione del divertimento notturno avrebbe potuto evitare anche tanti dei problemi di ordine pubblico che sono ormai all’ordine del giorno. Pur non contestando le chiusure dei locali da ballo e le sanzioni per chi si è posto fuori dalla legge, mi permetto di fare notare che la situazione è sfuggita di mano. Si chiudono le discoteche che hanno un nome e un cognome, ma restano rarità i provvedimenti per spiagge e campi incolti, diventati le location dei numerosi party abusivi fuori da ogni regola. Venerdì a Bologna incontrerò il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, con il quale mi auguro di poter predisporre un ulteriore incontro con il governo e i ministri competenti per imbastire un tavolo di lavoro che ci consenta di avere indicazioni precise sulla riapertura delle nostre imprese. Nelle scorse settimane un’azienda di logistica ha licenziato via messaggio 120 lavoratori e in poche ore si è aperto un tavolo con sindacati e istituzioni trovando subito una giusta soluzione a questo increscioso episodio. Le nostre imprese in questi anni di pandemia hanno lasciato a casa 200.000 lavoratori, ma a nessuno sembra interessare. Forse non starà simpatico a qualcuno, ma il settore dell’intrattenimento è parte della nostra società e, dati alla mano, anche dell’economia del Paese, dunque merita maggiore attenzione. Anzi, la pretende”.

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