Gianni Indino, presidente Confcommercio della provincia di Rimini sulla fusione delle Fiere
“Fusione fiere, Rimini in questa partita non chiede altro che il rispetto degli accordi presi, ovvero una governance paritaria, senza tentativi di fagocitazioni o scatti in avanti da parte del capoluogo regionale. La fusione è fortemente auspicabile per il processo di sviluppo del comparto, ma non può essere svilita da uno dei due partner con una narrazione non veritiera delle cose”
“Non credo che chiedere una governance divisa al 50%, almeno nella fase di avvio del progetto di fusione tra le fiere di Rimini (Italian Exhibition Group Spa) e Bologna (BolognaFiere Spa), sia un crimine di lesa maestà. Le accuse, non certo velate, arrivate in questi giorni da Bologna – spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - l’ultima delle quali da Confcooperative provinciale, sono del tutto fuorvianti. Dire che Rimini vuole ascrivere a sé la governance fieristica non è veritiero. Sono state fatte numerose illazioni, dai conti alle strutture, tutte illogiche per chi conosce la realtà dei fatti. IEG Spa è compagine solida, una autentica eccellenza non solo sul nostro territorio e per il nostro turismo, ma sul panorama internazionale, e non ci stiamo a passare per il parente povero. Ho sentito insinuare che questa fusione serve a IEG per incamerare risorse, mentre Rimini è l’unica fiera in Italia che non chiede soldi ai soci, anche ora, nonostante il pesante calo di fatturato dovuto all’emergenza Covid-19 che ha costretto IEG Spa a chiudere il bilancio 2020 con -11,3 milioni di euro rispetto all’utile di 12,9 milioni del 2019. IEG è competitiva e in salute e oggi, ritrovate tutte le condizioni per ripartire, c’è molta fiducia nel futuro con la calendarizzazione dei nuovi eventi. Rimini poi si presenta con una struttura di eccellenza, nuova e all’avanguardia. Se i problemi non possono essere ascritti a conti e strutture, come abbiamo visto, si attacca la governance. Quando da Bologna tramutano la legittima richiesta di un assetto dirigenziale alla pari in accuse di “campanilismo” e “banale questione di poltrone” – prosegue Indino - evidentemente dimenticano il know-how che ha reso Rimini una delle fiere più importanti a livello internazionale, grazie ad un management capace negli anni di dare una sferzata decisiva allo sviluppo del settore. Dovremmo fare finta di niente? Rimini in questa partita non chiede altro che il rispetto degli accordi presi, senza tentativi di fagocitazioni o scatti in avanti da parte del capoluogo regionale. La fusione è fortemente auspicabile per il processo di sviluppo del comparto, ma non può essere svilita da uno dei due partner. Dalle dichiarazioni rilasciate, si sta cercando di cambiare le carte in tavola e non ne capiamo il motivo. Se a Bologna ci sono problemi, li risolvano in casa e poi si risiedano al tavolo. Di certo noi – conclude il presidente provinciale di Confcommercio - siamo al fianco di IEG, che insieme a tutta la città di Rimini non ci sta ad una narrazione non veritiera delle cose”.
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