Giornata della vita 2021, il messaggio del Vescovo Andrea Turazzi
IO C’ERO
All’indomani della promulgazione della Legge 194 del 1978, che legalizzava in Italia l’aborto, si è sentita la spinta da parte di molti di organizzare un referendum abrogativo. All’epoca ero un giovane prete e, con un gruppo di ragazzi e con un notaio, andavo nella campagna ferrarese a raccogliere adesioni. Non si raggiunse il risultato sperato. Ma si avvertì da parte di tutti l’urgenza di un’azione educativa: la Giornata per la Vita ne divenne un segno. Ci sono leggi molto peggiori della 194/78, che offre qualche proposta di tutela della maternità, ma questo non ci esonera dalla ricerca di alternative in favore della vita.
IL VANGELO DELLA VITA
L’avanzare della cultura individualista e dello “scarto”, il calo delle nascite, le difficoltà economiche, le politiche sfavorevoli alla famiglia, hanno portato la comunità cristiana ad una maggiore presa di responsabilità ed a gridare, «opportune et importune», la buona notizia della vita. Anche oggi può succedere di sentirsi come dei piccoli Davide alle prese con il gigante Golia della cultura dominante. Qualcuno abbandona il campo: «È un confronto impari!». Qualcun altro conferma la sua personale testimonianza: ottima cosa, ma non sufficiente. Vi è, infatti, un’animazione culturale da perseguire, che scaturisce da convinzioni profonde e da scelte esistenziali da condividere con tutti.
SCENDERE IN CAMPO
Siamo consapevoli che la vita è umana fin dal suo concepimento; che ogni vita umana ha valore infinito e va accolta e difesa; che responsabile della vita nascente non è solo la madre, ma insieme la madre e il padre. La mentalità della cura e dell’accoglienza mobilita anche la comunità attraverso la partecipazione, con adeguate proposte educative e con le risorse della solidarietà.
LA 43° GIORNATA PER LA VITA
Il discorso si allarga... È quello che si fa anche con la Giornata per la vita. Una giornata... ma è per tutto l’anno! Dispongo che venga celebrata con rinnovato slancio in ogni parrocchia e in ogni comunità. Con l’aiuto di un sussidio preparato dagli Uffici per la pastorale familiare e per la pastorale sociale, ci mettiamo in ascolto del Messaggio della CEI per la domenica del 7 febbraio: «Libertà e vita», accompagnati dalla preghiera di lode per il dono della vita, dalla implorazione di aiuto per le coscienze, dalla richiesta di perdono per i nostri egoismi e le nostre chiusure.
+ Andrea Turazzi, Vescovo di San Marino-Montefeltro
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Presentazione della Giornata per la Vita - Dagli Uffici di pastorale familiare e di pastorale sociale
Da diversi anni la nostra diocesi dedica nel periodo invernale una particolare attenzione alla dignità della vita. Gli “80 giorni per la vita”, secondo uno slogan suggestivo, iniziano con la Veglia per la vita nascente quest’anno celebrata lo scorso 4 dicembre. L’iniziativa alla sua 10° edizione rispondeva all’invito di Papa Benedetto di celebrare solennemente una veglia di preghiera per la vita nascente perché, in questo periodo dell’anno, l’attesa di Dio che si fa bambino nel grembo di Maria rivela quanto ogni vita umana abbia una dignità altissima fin dal concepimento. La veglia, celebrata in presenza e trasmessa in streaming, è stata partecipata da un buon numero di fedeli e da mamme in attesa, tutti insieme per celebrare la gioia per ogni nuova vita che nasce, senza nascondere lo scandalo per le situazioni in cui alla vita è impedito di nascere. Come gesto concreto di solidarietà, nel corso della veglia è stato raccolto un contributo economico destinato a mamme in difficoltà. È ancora possibile, per chi lo desidera, contribuire con un versamento sul c/c SM80V0606709809000090145921, intestato ad Associazione Accoglienza della Vita, indicando la causale “Veglia vita nascente”. Gli “80 giorni per la vita” proseguono ora con l’appuntamento della 43a Giornata nazionale per la vita. Qual è il senso della libertà? È la domanda che si pongono i vescovi italiani nel messaggio dal titolo “Libertà e vita” (riportato integralmente in fondo a questo sussidio): l’obiettivo è rendere tutti consapevoli che la libertà è autentica solo se il suo esercizio è a servizio della vita. I vescovi ricordano che la libertà non è un fine, ma il mezzo attraverso cui realizzare il bene proprio e degli altri. La libertà è però soggetta a rischi, il più grave quello causato da una cultura incentrata sui diritti individuali assunti ad assoluto che creano una visione distorta ed egoistica della realtà fino a negare la vita stessa, giustificando pratiche come l’aborto e l’eutanasia. Per i vescovi invece “il binomio libertà e vita è inscindibile. Costituisce un’alleanza feconda e lieta, che Dio ha impresso nell’animo umano per consentirgli di essere davvero felice...” . Ogni essere umano ha il diritto di nascere e di esistere e fin dal concepimento possiede un potenziale unico e irripetibile che aspetta di essere espresso. Il “sì” incondizionato alla vita è un esercizio della libertà che cambia la storia perché pone la persona come fine ultimo. La Giornata è occasione per accogliere l’invito di San Giovanni Paolo II: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!” (EV 5). Gli “80 giorni per la vita” si chiuderanno l’11 febbraio con la 29° Giornata mondiale del malato, particolarmente significativa in questo tempo di pandemia, per ribadire la profonda dignità di ogni vita anche quando questa è segnata dalla fragilità della malattia.
Le Commissioni diocesane per la Famiglia e per la Pastorale Sociale e del Lavoro
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Messaggio per la 43a Giornata per la Vita - Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana
LIBERTÀ E VITA
La pandemia ci ha fatto sperimentare in maniera inattesa e drammatica la limitazione delle libertà personali e comunitarie, portandoci a riflettere sul senso profondo della libertà in rapporto alla vita di tutti: bambini e anziani, giovani e adulti, nascituri e persone in fin di vita. Nelle settimane di forzato lockdown quante privazioni abbiamo sofferto, specie in termini di rapporti sociali! Nel contempo, quanta reciprocità abbiamo respirato, a riprova che la tutela della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno; quanta cultura della prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza! Qual è il senso della libertà? Qual è il suo significato sociale, politico e religioso? Si è liberi in partenza o lo si diventa con scelte che costruiscono legami liberi e responsabili tra persone? Con la libertà che Dio ci ha donato, quale società vogliamo costruire? Sono domande che in certe stagioni della vita interpellano ognuno di noi, mentre torna alla mente il messaggio chiaro del Vangelo: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). I discepoli di Gesù sanno che la libertà si può perdere, fino a trasformarsi in catene: “Cristo ci ha liberati - afferma san Paolo - perché restassimo liberi; state saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1). Una libertà a servizio della vita La Giornata per la Vita 2021 vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è il fine, ma lo “strumento” per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso. A ben pensarci, la vera questione umana non è la libertà, ma l'uso di essa. La libertà può distruggere se stessa: si può perdere! Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente. Del resto, la libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti dell’altro. Un uso individualistico della libertà porta, infatti, a strumentalizzare e a rompere le relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone. Papa Francesco ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione (cfr. Udienza 12 settembre 2018). Il binomio “libertà e vita” è inscindibile. Costituisce un’alleanza feconda e lieta, che Dio ha impresso nell’animo umano per consentirgli di essere davvero felice. Senza il dono della libertà l’umanità non sarebbe se stessa, né potrebbe dirsi autenticamente legata a Colui che l’ha creata; senza il dono della vita non avremmo la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce. L’asse che unisce la libertà e la vita è la responsabilità. Essa è la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza. La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità. Responsabilità significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone. Senza responsabilità, libertà e vita sono destinate a entrare in conflitto tra loro; rimangono, comunque, incapaci di esprimersi pienamente. Dire “sì” alla vita è il compimento di una libertà che può cambiare la storia. Ogni uomo merita di nascere e di esistere. Ogni essere umano possiede, fin dal concepimento, un potenziale di bene e di bello che aspetta di essere espresso e trasformato in atto concreto; un potenziale unico e irripetibile, non cedibile. Solo considerando la “persona” come “fine ultimo” sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale. L’esercizio pieno della libertà richiede la Verità: se desideriamo servire la vita con vera libertà occorre che i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà s’impegnino a conoscere e far conoscere la Verità che sola ci rende liberi veramente. Così potremo accogliere con gioia “ogni vita umana, unica e irripetibile, che vale per se stessa, costituisce un valore inestimabile (Papa Francesco, 25 marzo 2020, a 25 anni dall’Evangelium vitae). Gli uomini e le donne veramente liberi fanno proprio l’invito del Magistero: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!”.