Giornata internazionale contro la violenza alle donne
A Rimini, Ravenna, Cuneo lo spettacolo teatrale. A Bologna e Verona il ricordo dei femminicidi delle vittime di tratta.
[Banner_Google_ADS]«La prostituzione corrompe una società intera. Se si continua ad essere liberi di acquistare il corpo femminile e usarlo a piacimento, abusandone come fosse un giocattolo, allora non ci sarà mai nessuna parità di genere. E non potranno mai diminuire le numerose forme di violenza, legittimate da una cultura del dominio e del possesso. I casi di femminicidio lo dimostrano» Su queste parole del Presidente Giovanni Paolo Ramonda la Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, lancia il percorso artistico e culturale per sensibilizzare sul tema dello sfruttamento sessuale. È un'azione avviata dal fondatore della Comunità, Don Oreste Benzi, che parte dal presupposto: «nessuna donna nasce prostituta». Su Rimini il progetto trova centro nell'educazione dei ragazzi: la proposta già rivolta agli Istituti scolastici superiori comprende percorsi con seminari, assemblee di istituto e di classe, laboratori di approfondimento. Interverranno nelle scuole formatori esperti sul tema, giornalisti, donne che hanno vissuto l'esperienza di violenza sulla propria pelle e che porteranno ai giovani una testimonianza diretta.
RIMINI - Il 24 novembre alle ore 21, al Teatro degli atti di Rimini andrà in scena la prima di "Nemmeno con un fiore. Il prezzo dell'amore", lo spettacolo ispirato alla storia vera di una vittima di tratta e di femminicidio.
RAVENNA - Il 26 novembre alle 20.30 si terrà la prima replica al Teatro San Giuseppe, Faenza.
CUNEO - Il 28 novembre alle 16.30 lo spettacolo andrà in scena nel Teatro Toselli di Cuneo. Tutti gli eventi sono a prenotazione obbligatoria.
LO SPETTACOLO TEATRALE - La pièce teatrale si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto: l’uccisione a Modena di una di una giovane donna sfruttata sui marciapiedi della Via Emilia per mano di un cliente, il cui corpo è stato poi abbandonato sui binari della stazione. Lo spettacolo mette a confronto varie figure al femminile coinvolte in qualche modo nel fenomeno della prostituzione. È un racconto a più voci che fa emergere tutta la complessità del fenomeno della violenza di genere e che fa riflettere sulla mercificazione del corpo e sul significato dell’amore. La regia dello spettacolo è di Emanuela Frisoni e di Rosa Morelli; è scritto da Emanuela Frisoni con il contributo della giornalista Giovanna Greco. Le attrici sono: Barbara Abbondanza, Patrizia Bollini, Giorgia Guerra; partecipano le voci maschili di: Giorgio Borghetti, Giorgio Colangeli, Giulio Cristini, Giorgio Marchesi, Francesco Montanari. «Abbiamo voluto andare oltre al fatto di cronaca e indagare la quotidianità dei personaggi, direttamente e indirettamente coinvolti nella prostituzione — spiega Emanuela Frisoni —. Dietro all’immagine di corpi svelati, trasgressioni e violenze ci sono spesso storie di solitudini e domande di significato che riguardano tutti noi, nessuno escluso».
I FEMMINICIDI - In occasione del 25 novembre, la Comunità di don Benzi farà memoria anche di giovani donne incontrate dalle Unità di Strada in 10 città italiane e uccise, nella gran parte dei casi, per mano dei loro clienti o sfruttatori.
VERONA - Venerdì 26 novembre, alle ore 21 a Verona, sulla Strada Bresciana, 79 in Località Bassone, i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII ricorderanno l'uccisione avvenuta nel 2014 di Venetita Niacsu; un omicidio compiuto da un cliente che non è mai stato identificato.
BOLOGNA - Lunedì 29 Novembre 2021 alle ore 20.30 a Bologna in Via delle Serre, (rotonda del Camionista), volontari dell'Associazione Albero di Cirene, della Comunità Papa Giovanni XXIII e di altre realtà del territorio si ritroveranno nel luogo dove è stata uccisa nel 2009 Christina Ionela Tepuru, vittima di tratta.
L'associazione di don Benzi promuove la campagna di sensibilizzazione Questo è il mio corpo per accrescere la consapevolezza che la prostituzione costituisce una violazione dei diritti della donna e una minaccia alla sua promozione sociale. La campagna chiede anche in Italia una legge che riconosca la responsabilità dei clienti, in linea con quella di Francia, Norvegia, Svezia, Islanda, Irlanda e Irlanda del nord.