Giornata mondiale ed europea contro la pena di morte
“Occorre continuare a levare la propria voce su questa abominevole offesa alla dignità umana - ha dichiarato oggi il Segretario di Stato Renzi - finché non si arriverà a sradicare l’ultimo retaggio di inciviltà e a festeggiare la piena affermazione di una
Oggi si celebra la Giornata mondiale ed europea contro la pena di morte e la Repubblica di San Marino si associa convintamente al forte appello della comunità internazionale in attesa dell’introduzione di una moratoria universale. E lo fa a buon diritto, nella sua storica opposizione a tale pratica crudele, inumana e degradante, assolutamente contraria all'inalienabile diritto alla vita. Nella secolare tradizione non violenta della Repubblica di San Marino, si inscrivono le ratifiche dei più importanti strumenti multilaterali adottati in materia e le più rilevanti posizioni assunte in ambito internazionale per una abolizione completa della pena di morte, che in Repubblica è avvenuta già nel 1865. Nello stesso spirito si segnala la più recente firma, avvenuta nei giorni scorsi a New York, a margine della sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, da parte del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, della Dichiarazione che sancisce l’ingresso di San Marino nell’Alleanza mondiale per un commercio libero dalla tortura. L’iniziativa, promossa da Argentina, Unione europea e Mongolia, in linea con la risoluzione delle Nazioni Unite dello scorso giugno sullo stesso tema, mira a contrastare il commercio di beni finalizzati alla messa in atto di pratiche relative alla pena di morte e alla tortura. “Occorre continuare a levare la propria voce su questa abominevole offesa alla dignità umana, - ha dichiarato oggi il Segretario di Stato Renzi - finché non si arriverà a sradicare l’ultimo retaggio di inciviltà e a festeggiare la piena affermazione di una società mondiale senza più pena di morte. La Repubblica di San Marino proseguirà, senza deflettere, nel suo percorso di assoluta opposizione a tale pratica, continuando a porsi quale esempio virtuoso per essere stato tra i primi Paesi al mondo ad abolirla”.