Giuseppe Morganti: "Che fine farà l’inno della scuola elementare La Sorgente?"
Non credo esista premeditazione negli atti che progressivamente stanno spogliando la Città di San Marino, ma di certo tali scelte sono mosse dalla completa ignoranza di quali siano le conseguenze di questo inesorabile processo. Il colpo più duro all’identità del Monte Titano è stato inferto dal trasferimento delle funzioni religiose. Togliere alla Pieve il compito di celebrare matrimoni, funerali, battesimi, cresime, allontanando la comunità dal centro in cui la comunità stessa si è anticamente costituita, dimostra come oramai coloro che adottano le grandi decisioni, non hanno più legami con le origini e fanno soccombere i valori sotto il peso delle manie economicistiche e funzionalistiche. Mi faceva notare uno dei pochi analisti sammarinesi rimasti, ormai purtroppo voce nel deserto, che il fatto di vivere i momenti essenziali che segnano l’esistenza in luoghi spersonalizzanti e anonimi, come ad esempio una chiesa sorta dal nulla in un luogo dove non esiste né pathos né genius loci, trasferisce tale distacco al soggetto stesso e alla sua famiglia, generando un circolo vizioso per cui le decisioni che quei soggetti adotteranno, genereranno ulteriore spersonalizzazione. Insomma un circolo vizioso. Le scelte che riguardano l’identità, questa parola così importante per la vita della Repubblica di San Marino, non possono essere lasciate in mano a decisori che hanno perduto qualsiasi legame con la comunità originaria e non ne vivono la tensione storica. Purtroppo il grave errore della Pieve trasferita nelle sue funzioni essenziali a Murata, si sta replicando con il trasferimento della scuola elementare e, aggiungo, con conseguenze ancora più gravi. Una scuola infatti non è un semplice contenitore, considerato così da chi in modo scellerato sta decidendo di chiuderlo, ma rappresenta il cuore pulsante dell’identità comune. La scuola elementare forse più di ogni altra scuola. I 5 anni della formazione elementare infatti sono quelli che rimangono più di ogni altro, scolpiti nel cuore e nella mente dei futuri cittadini. Una scuola, quella di Cà Caccio, che collega il centro abitato al parco naturale in una esemplare simbiosi fra uomo e natura, pensata e costruita per formare futuri cittadini che salgono dalla prima classe e arrivano in quinta attraverso un sistema di scale che segue il contorno del Monte e insegna a conoscerlo e viverlo. Maestre e maestri che nella storia rappresentano molto di più che semplici insegnanti, che hanno dato la vita e ogni loro passione per far crescere la consapevolezza nei nuovi cittadini. Ne ricordo una per tutte: Romea Balsimelli. Se all’epoca le avessero dedicato la scuola, oggi forse il pensiero economicista di chi fa i conti con le nascite di bambini trasformati in meri numeri, non avrebbe avuto il coraggio di una scelta così deleteria. Esiste fra scuola e territorio un rapporto biunivoco e senza scuola il territorio diventa arido. Così si uccide l’identità e San Marino è destinato a diventare ciò che ormai viene purtroppo comunemente considerato un territorio sterile e franco al pari di Ceuta o Livigno. Ma la storia, le istituzioni, la democrazia, la libertà che fine stanno facendo? E che fine farà l’inno della scuola La Sorgente?
c.s. Giuseppe Morganti
[Banner_Google_ADS]