Governo: una polemica eccessiva sulle banche nuoce al sistema
“Se in uno scontro politico è del tutto legittimo il tentativo delle opposizioni di far cadere il Governo e ricorrere alla polemica, si deve però evitare di generare sfiducia nel sistema e paura nei risparmiatori”. Il Congresso di Stato interviene nell’accesa discussione politica sulle banche, recentemente rinvigorita dal “caso CIS”, rivolgendo un appello ad abbassare i toni, rivolto a tutti gli attori, politici e sociali. “Perché il sistema finanziario si basa sulla fiducia, molto facile da perdere e molto difficile da guadagnare”.
Non si deve arrivare al punto di produrre timore nei risparmiatori, soprattutto basandosi su interpretazioni a proprio uso e consumo di atti giudiziari, sui “si dice”, su notizie non verificate o interessate.
Nel corso di questa legislatura, suo malgrado, il Governo si è trovato a gestire due situazioni complicate: quella di Asset e quella di Banca Cis. Difficoltà causate da ragioni differenti, da decisioni dissimili fra loro degli organismi dirigenti delle due banche, ma in entrambi i casi capaci di mettere a rischio i risparmiatori che in quelle banche avevano creduto.
In entrambi i casi ha agito negli ambiti che la legge gli assegna, che certo non conferisce al Governo poteri di ispezione né tantomeno di intervento su singole banche (fatta eccezione per Cassa di Risparmio, dove lo Stato agisce in quanto socio della banca stessa), o di decidere se, quando e come commissariare un istituto. Questi poteri sono in capo a Banca Centrale che è chiamata a risponderne davanti alla giustizia in caso di errori. Banca Centrale non risponde al Governo (il CCR ha solo funzioni indirizzo e orientamento, ma non di verifica né di decisione) ma a tutto il Paese, tramite il Consiglio Grande e Generale. Governo e CCR ne hanno sempre rispettato l’autonomia e gli ambiti di intervento, con tutte e tre le dirigenze che si sono succedute in questa legislatura, anche quelle non nominate e volute da questo Governo, che ha invece contribuito ad allontanarle.
Rigettiamo completamente al mittente le continue accuse dell’opposizione, che cerca addossare responsabilità su decisioni che competevano e competono tutt’ora ad altri. Il Governo e il Ccr hanno sempre, orgogliosamente, operato all’interno del confine delle leggi e rispettato quindi gli ambiti di autonomia della Banca Centrale. E continueranno a farlo.
L’attività delle ultime dirigenze di Banca Centrale, in varie forme ed estensioni, è stata ed è sotto la lente di ingrandimento della Magistratura, che ha ipotizzato diverse criticità ed in alcuni casi possibili violazioni delle leggi. Rispettiamo, come sempre, il lavoro di tutta la Magistratura, non solo di una parte, contrariamente a quanto fanno altri. Non intendiamo strumentalizzare tale lavoro o usarlo a fini politici, contrariamente ad altri, consci che le indagini e le verifiche sono in fase preliminare; anche perché siamo consapevoli che la Magistratura ha vari gradi di giudizio e che le tesi di un giudice possono essere smentite da giudici di grado superiore, come accaduto anche tre giorni fa.
Ci auguriamo che la Magistratura possa andare fino in fondo e dimostrare, sulla base di fatti concreti, quanto accaduto, accertando le responsabilità quanto prima.
Ribadiamo la volontà del Governo e del Ccr di costituirsi parte civile negli eventuali procedimenti giudiziari, a tutela dello Stato e di tutti i contribuenti.
Rimarchiamo inoltre la nostra volontà, più volte manifestata, di confrontarci sulle prospettive di rilancio del sistema finanziario e su quali siano i giusti gradi di autonomia di Bcsm in ottica di una eventuale revisione del suo Statuto: due temi, purtroppo, largamente ignorati nel dibattito politico, troppo focalizzato sulle polemiche per far cadere il Governo, ma che consideriamo fondamentali per il futuro del paese.