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ICEE: una nuova fase di confronto e sperimentazione per un welfare più equo a San Marino

ICEE: una nuova fase di confronto e sperimentazione per un welfare più equo a San Marino.

Nel 2019 è stata approvata la prima legge sull’Indicatore della Condizione Economica per l’Equità (ICEE). Tuttavia, la sua applicazione è stata sospesa a causa delle forti critiche delle parti sociali, che ne contestavano la struttura e i criteri, ritenendoli insufficienti per garantire una valutazione equa e corretta della condizione economica delle famiglie e dei cittadini sammarinesi. L’obiettivo dell’ICEE è quello di permettere allo Stato di intervenire più efficacemente nei settori del welfare, delle politiche abitative e dell’istruzione, offrendo il giusto supporto a chi ne abbia più bisogno. In questi mesi del 2024 il tema dell’ICEE è tornato prepotentemente alla ribalta del dibattito generale con l’emanazione del DD n.25 del 15/2/2024, con i sindacati che hanno ribadito le loro forti perplessità, chiedendo un confronto prima della ratifica del decreto. Nel frattempo, l’ICEE ha trovato giustamente posto nel programma di Governo di questa legislatura e, con l’emanazione del Decreto delegato n.132 del 22/8/2024 (che di fatto reitera il precedente DD n.25/2024), è stato avviato un confronto finalmente costruttivo tra Governo e parti sociali. È infatti di queste ultime settimane la “nota congiunta” dove le parti s’impegnano a definire insieme i parametri dell’indicatore in maniera più equa possibile e ad affinarne ulteriormente i criteri e gli ambiti di applicazione, ma soprattutto le parti hanno deciso di “procedere gradualmente e in modo coordinato avviando una fase sperimentale, partendo dalle provvidenze sociali”, per monitorare il funzionamento del sistema, individuare eventuali miglioramenti e correggere le possibili criticità, con particolare attenzione alla rilevazione di tutti i redditi e patrimoni. Personalmente non posso che fare un grande plauso a questa prima intesa tra Governo e sindacati che sblocca finalmente la fase di stallo che dura da almeno 5 anni e permette l’avvio di una fase progressiva e sperimentale che sono convinto darà i frutti che in tanti speriamo. L’ICEE dovrà essere lo strumento positivo per individuare prioritariamente le persone e le famiglie in difficoltà economica e sociale alle quali bisogna assicurare condizioni di vita dignitose, nell’immediato con sussidi e sostegni adeguati ad assicurare un reddito minimo e successivamente un lavoro ed una casa (i due veri problemi principali per chi è in stato di bisogno). L’esperienza personale di questi primi 10 anni di gestione del Fondo di Solidarietà della SUMS mi porta a sostenere con forza che è sempre più urgente ed imprescindibile l’esigenza di avere uno strumento oggettivo di valutazione non solo del bisogno, ma anche del grado di bisogno delle persone che si rivolgono al Fondo. L’ICEE deve essere quindi uno strumento oggettivo di valutazione, che deve equamente tenere conto di tutti gli elementi economici e patrimoniali delle persone e delle loro famiglie. Al momento la SUMS supplisce alla mancanza dell’ICEE con una metodologia empirica che in buona sostanza funziona, ma che ha certamente dei limiti. La Caritas, con la quale SUMS collabora, ha anch’essa le stesse problematiche e necessità, assistendo capillarmente centinaia di famiglie sul territorio, però per il principio caritatevole cristiano aiuta tutti. L’AASS inoltre ha un capitolo nel proprio bilancio destinato a sostenere utenti in difficoltà economica ai quali concedere tariffe di favore: come criterio generico ha fissato il tetto di 8.500 euro di reddito procapite per i componenti della famiglia per beneficiare di queste tariffe agevolate per le utenze di casa. A questi casi concreti si può aggiungere anche il Fondo straordinario di solidarietà dello Stato, che eroga mensilmente un “reddito familiare minimo” e che si trova in difficoltà operative nel garantire equità e trasparenza.

In sintesi, ritengo che l’ICEE debba essere implementata innanzitutto per garantire la maggior equità e giustizia possibile nell’aiutare e sostenere persone e famiglie in difficoltà, anche nelle tariffe e nei servizi sociali, ma non per dare strumentalmente dei tagli alla spesa pubblica. Valga per tutti l’esempio della sanità pubblica, che invece deve assicurare a tutti lo stesso trattamento, secondo i principi ispiratori della Legge istitutiva dell’ISS che risale al 1955: ossia secondo il cd. “Modello Beveridge”, alla cui base esiste un diritto universale alla salute di ogni persona, fondato sul ruolo centrale del governo nel finanziamento e nella fornitura delle cure sanitarie senza distinzioni a tutta la popolazione. Lo Stato deve però garantire un controllo, anche fiscale, non meramente amministrativo, dei dati ed elementi reddituali e patrimoniali utilizzati per la compilazione dell’ICEE, per evitare quegli abusi e quelle furbizie che purtroppo è lecito attendersi. Anzi, la previsione di un controllo fiscale anche solo a campione o comunque mirato, in presenza di un utilizzo dell’ICEE, potrebbe fungere da ragionevole deterrente contro possibili irregolarità. In conclusione auspico fortemente che questa nuova fase di apertura al confronto ed alla sperimentazione tra Governo e Sindacati porti presto ad un risultato concreto, utile allo scopo di fornire finalmente al Paese uno strumento efficace per aiutare effettivamente le persone che ne hanno veramente bisogno. Sia nel pubblico che nel privato, all’insegna della sussidiarietà. Magari migliore dell’omologo indice ISEE italiano, così tanto utilizzato al fine di fruire di servizi, contributi e bonus erogati dagli enti statali, come mense scolastiche, tasse universitarie, trasporto pubblico, ticket sanitari ed agevolazioni per le famiglie, tra cui l’assegno unico e universale per favorire la natalità, altro tema urgente.

cs Marino Albani, Consigliere PDCS

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