Il Comitato Civico Torraccia risponde, dati alla mano, alle accuse infondate dei personaggi che gravitano attorno all’aviosuperficie

Il Comitato Civico Torraccia risponde, dati alla mano, alle accuse infondate dei personaggi che gravitano attorno all’aviosuperficie.

Il confronto civile, si sa, non è prerogativa di tutti. Così, mentre il Comitato Civico Torraccia si impegna per evitare quello che ritiene essere uno sperpero di denaro pubblico esponendo decreti e dati pubblici, citando numeri e fonti, qualche personaggio vicino all’ambiente dell’Aeroclub, sempre parlando a titolo personale, ci da dei contadini, dei bugiardi, dei retrogradi, giocando la carta dell'arroganza per sopperire alla mancanza di prove e dati. Eppure ci sembra normalissimo argomentare le nostre tesi portando dei dati quantitativi pubblici (delle cifre), rispetto ai dati qualitativi (“un po’ di più”, “molto meglio”, “qualche birichino”, etc…) ai quali il Governo e Carattoni sembrano essere così affezionati. Forse perché i conti non gli tornano. Ad esempio, un solo numero viene citato a sostegno delle tesi di Carattoni: 1.000 velivoli ogni anno provenienti dall’estero (L’Informazione, 12 e 17/01/2024). Vorrebbe dire una media di circa 3 aerei al giorno per 11 mesi all’anno, escludendo i giorni di pioggia. Peccato che venga smentito da un suo stesso collega, Lonfernini (L’Informazione, 29/12/2023), con un numero che ci sembra più realistico e meno fantasioso: 120 aerei per circa 300 persone, ovvero una media di 2/3 persone per aereo. Poi si rincara la dose sulle accuse per la cena di una rappresentanza del Governo presso l’aviosuperficie prima di Natale, con tanto di fuochi artificiali sulla pista (che non vengono citati, chiaramente) a poca distanza dai serbatoi di carburante. Sicuramente, visto l’attuale clima di discussione sul tema, sarebbe stato opportuno che la politica mantenesse un profilo di imparzialità, astenendosi da affiliazioni ad una parte o all’altra. La scuola di volo e la Befana, invece, i punti di forza ricorrenti. Premesso che non abbiamo nulla verso la tenera signora, riconoscendo la bella iniziativa da parte dell’Aeroclub, non crediamo che la si possa usare per giustificare gli investimenti dello Stato (incluso i 29 milioni di dollari di debito saudita), quindi la lasceremo fuori dalla discussione. La scuola di volo, invece, è una buona cosa per chi sia appassionato di volo, ma diciamolo, perché corsi dal costo di migliaia di euro dovrebbero usufruire dell’esenzione delle accise sul carburante (delibere CdS n. 52 del 21/11/2005 e n. 20 del 27/02/2023), che non viene riconosciuta nemmeno a chi ne ha veramente bisogno per andare al lavoro in auto? Addirittura si arriva ad elogiare l’Aeroclub su due punti: la difesa del territorio e la magnanimità per cercare dei compromessi per lo spostamento degli hangar. Premesso che il terreno è di proprietà dello Stato, quindi della collettività, ci pare strano che sia Aeroclub a decidere dove mettere gli hangar, piuttosto che stabilire criteri di vivibilità, impatto ambientale o tutela della popolazione. Cosa del quale, a nostro avviso, il Piano Particolareggiato del 2018 non ha tenuto conto e che invece andrebbe fatto: a quel che ci risulta manca ad oggi uno Studio di Impatto Ambientale. Sulla difesa del territorio, proprio non ci esprimiamo: siccome la presenza dell’Aeroclub ha evitato ulteriori costruzioni – anche se fino a ieri si accusavano i residenti di Torraccia di aver fatto chissà quali abusi edilizi – oggi dovremmo dare carta bianca per l’asfaltatura di 15.500 mq di pista. Per quel che riguarda la manifestazione di interesse, se Carattoni l’avesse almeno aperta avrebbe visto dalle planimetrie che non è compatibile con il progetto ENAC, ma insiste sulla stessa area su cui l’Aeroclub vorrebbe prolungare. A proposito: con quale autorità Aeroclub può decidere se ampliare sul progetto ENAC? Non dovrebbe essere lo Stato? In fondo i terreni sono statali, il progetto pagato 100.000€ con soldi pubblici e i lavori sarebbero, come sempre, a carico dello Stato. L’Aeroclub non è per noi il male assoluto, ma continuiamo a chiederci quale ritorno porti alla popolazione sammarinese, a fronte di spese sostenute dallo Stato non “modeste” ma importanti, come mostrato durante la nostra serata pubblica. D’altronde l’Aeroclub è un’associazione senza redistribuzione degli utili ad uso esclusivo dei suoi soci e degli amici aviatori che passano per San Marino, senza magari nemmeno uscire dalla recinzione dell’aviosuperficie, visto che non esistono dati ufficiali a supporto della permanenza turistica in territorio dei passeggeri di questi 120 (o 1000) aerei, a fronte dei circa 2 milioni di turisti che ogni anno visitano la nostra Repubblica (fonte Ufficio Statistica). E se Carattoni fosse trasparente, avrebbe anche detto che gli investimenti messi in atto dall’Aeroclub per le immobilizzazioni (pompa benzina, hangar, etc…) sono stati fatti pensando fossero di loro proprietà, almeno fino all’esercizio 2014 in cui tali immobilizzazioni sono state stralciate dal libro dei cespiti in quanto insistono su terreni statali. Si arriva addirittura a scomodare un esperto di fama internazionale, Luca Egidi, dal cui illustre curriculum in aziende come Alitalia non traspare l’amicizia d’infanzia col presidente di Aeroclub Casali (lungi dal dirlo, questo); il quale Egidi non fa altro che dire che l’ammodernamento dell’aviosuperficie potrebbe essere un buon investimento e che porterà un rientro economico. Tale convinzione è frutto di un business plan approfondito o si basa su valutazioni soggettive? Perché nel primo caso saremmo felicissimi di poterlo visionare, visto che è ciò che chiediamo da tempo, mentre nel secondo caso si tratterebbe di valutazioni che lasciano il tempo che trovano. Che poi l’Aeroclub, con forte spirito di carità cristiana, abbia "ospitato" qualche volta la Santa Messa per i residenti in una struttura di proprietà dello Stato, con bollette pagate dallo Stato, con contributi di manutenzione a carico dello Stato è davvero un gesto lodevole. Soprattutto se poi lo si usa (l’Aeroclub o chi per lui) per rinfacciarlo non appena si scoprono gli "altarini".

c.s. Comitato Civico Torraccia

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