Il comitato pro-poste interviene sul dibattito consiliare

Il comitato pro-poste interviene sul dibattito consiliare.

Il Comitato ProPoste ha ascoltato con attenzione il dibattito svoltosi in prima lettura nel Consiglio Grande e Generale sulla nostra proposta di legge di far tornare il servizio postale all’interno della Pubblica Amministrazione. Innanzi tutto dobbiamo purtroppo far notare come nei numerosi interventi dei consiglieri nessuno, e ripetiamo nessuno, neppure il Segretario Pedini Amati nella sua relazione, ha ricordato che la proposta di legge era accompagnata dalla sottoscrizione di oltre 1200 firme di cittadini che appoggiano la nostra richiesta. Riteniamo molto grave che i nostri politici non tengano in nessuna considerazione l’opinione di tantissimi cittadini a favore di una richiesta che tende principalmente a non far sprecare risorse dello stato ed a riportare il servizio postale nel suo naturale ambito di servizio pubblico. Altra grave mancanza negli interventi di tutti i consiglieri è stata quella di non aver assolutamente fatto cenno e stigmatizzato la modalità con cui è stata creata Poste S.p.A. Ricordiamo come la legge istitutiva dell’Ente Poste del 2012 prevedeva all’articolo 17 che l’Ente Poste sarebbe dovuta essere trasformata in Poste S.p.A. a seguito di (testuale)” verifica periodica sugli obiettivi raggiunti e sulle scelte strategiche individuate dal Consiglio di Amministrazione”, verifiche mai effettuate e sempre (testuale) “di presentare al Consiglio Grande e Generale un progetto di legge per la trasformazione dell’Ente in Società per azioni di diritto sammarinese di proprietà pubblica”, cosa che non si è affatto verificata in quanto la trasformazione in S.p.A. è stata effettuata semplicemente inserendola nell’articolo 70 della Legge Finanziaria del 2013 con successiva Delibera del Congresso di Stato n. 26 del 30 settembre 2013, quindi di un progetto di legge apposito nemmeno l’ombra! Riteniamo pertanto assai grave che dei politici accettino supinamente la creazione di una S.p.A. contravvenendo a precise disposizioni di legge emanate da loro colleghi di cui fra l’altro alcuni presenti allora ed ancora presenti in Consiglio Grande e Generale. Riguardo alle motivazioni che portano alla nostra richiesta, dobbiamo notare come solo alcuni consiglieri siano stati capaci di affrontare a fondo il tema della proposta di legge e di avere compreso in pieno le nostre motivazioni in merito. Dei maggiori costi che comporta la gestione di una S.p.A. rispetto ad un ufficio statale sono stati capaci di individuare la sola spesa per il C.d.A. mentre nella nostra relazione avevamo portato in evidenza anche altre spese inutili tra cui citiamo solo fra le tante i 16000.00 euro in favore di uno studio privato per la stesura del piano aziendale (delibera n. 43 del C.d.A. del 26 giugno 2019) e 3860.00 euro per l’adesione di Poste S.p.A. all’Anis ( delibera n. 45 del C.d.A. del 26 giugno 2019), spese che non si sarebbero affatto sostenute se il Settore Poste fosse stato un ufficio statale e non una S.p.A.!!! Nel dibattito si sono ascoltate diverse proposte, presentate anche dal Segretario di Stato Pedini Amati, per aumentare gli introiti del Settore Poste. Si sono ascoltate proposte interessanti come quella di istituire partnership con corrieri privati per la gestione dei pacchi, settore in grande crescita grazie all’e-commerce, ed altre più bislacche come quella di far effettuare le letture dei contatori ai portalettere! Invece sono stati interessanti gli interventi riguardo ad una possibile unificazione del settore postale e quello filatelico-numismatico che hanno visto il parere favorevole di diversi intervenuti con la specifica fondamentale che l’eventuale nuovo soggetto rimanga sotto il controllo dello stato ed all’interno della P.A. criticando invece l’eventualità che la fusione venga fatta esclusivamente per ripianare il deficit delle Poste con l’attivo finanziario del Filatelico- Numismatico. Comunque, rinunciando all’implementazione di servizi finanziari che oggi come allora non trovano una realtà socio-economica che ne possa permettere l’introduzione, stante la conclamata difficoltà del sistema bancario a cui nuocerebbe ancora di più l’introduzione di un ulteriore soggetto finanziario, si dimostra totalmente inutile che le Poste siano gestite da un carrozzone come quello della S.p.A., considerando che i servizi attuati ultimamente quale la posta elettronica certificata e la collaborazione col corriere Nexive per la gestione dell’invio di pacchetti e pacchi postali oltre le proposte emerse tra cui quelle ricordate sopra, possono benissimo essere realizzate anche se le Poste rientrano nell’ambito pubblico. Infine altra nota stonata è stata la poca considerazione che molti di consiglieri intervenuti hanno dato all’incongruenza di vedere dipendenti che fanno parte della Pubblica Amministrazione dover lavorare in una S.p.A. con tutte le problematiche del caso che hanno portato lo scorso anno al più grande sciopero avvenuto alle Poste proprio per difendere diritti dei lavoratori calpestati da una interpretazione verticistica della gestione del personale ed al di fuori di ogni regola come ad es.la mancanza di accordi in merito alla gestione del personale, orari di servizio, ecc. con le organizzazioni sindacali. Il Comitato ProPoste confida che nel dibattito sulla proposta di legge di far tornare il Settore Poste nella Pubblica Amministrazione, che si terrà in Commissione e nella seconde lettura in Consiglio Grande e Generale, i consiglieri sappiano cogliere appieno e condividere le motivazioni che ci hanno portato a presentare questa proposta di legge nell’interesse dei diritti dei lavoratori e di una sana gestione economica del Settore Poste che lo possa far ritornare dal carrozzone in cui è stato trasformato in una carrozza agile ed efficiente a solo vantaggio dello Stato, dei cittadini e dei lavoratori.

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