Si è conclusa in questa sessione consigliare di luglio la discussione iniziata il mese precedente sul nostro progetto di iniziativa popolare “Norme in materia di procreazione cosciente e responsabile e di interruzione volontaria della gravidanza”. Abbiamo seguito con attenzione il dibattito, apprezzato la pacatezza con cui si è svolto, la partecipazione nutrita e lo spessore di molti interventi che hanno portato l’aula a confrontarsi laicamente sulle risposte da dare a problemi reali.
Nell’opposizione, gli interventi che fanno capo a Rete si sono distinti per pragmatismo e per il riconoscimento del fallimento dell’attuale legislazione punitiva. Per Grazia Zafferani “La legge attuale ha impedito di conoscere l’entità del fenomeno e di prevenirlo nelle sue cause”, per Marianna Bucci “ Lo Stato deve essere un punto di riferimento, non un giudice che criminalizza. Il dogma, lo Stato inquisitore, non fa cessare gli aborti, sarà un buon servizio per la cittadinanza porre le condizioni per farli diminuire”. Sandra Giardi sostiene “Una legge che cerca di prevenire le gravidanze indesiderate lasciando comunque alla donna il diritto di decidere sulla sua gravidanza, senza lasciarla sola, qualunque sia la scelta compiuta dalla donna e dalla coppia” si rammarica poi che “Per tanto tempo leggi così siano state lasciate chiuse nel cassetto”. Adele Tonnini e Marco Nicolini hanno inoltre focalizzato sull’importanza della possibilità di scelta ora negata e della prevenzione da ampliare il più possibile, ricordando che dove c’è la legalizzazione dell’ivg, gli aborti diminuiscono.
La galassia socialista-riformista ha valorizzato l’autodeterminazione femminile e la vastità dell’intervento pubblico per sostenere la genitorialità e prevenire le gravidanze indesiderate che la nostra legge mette in campo. Denise Bronzetti si fa portavoce della posizione socialista “Da sempre favorevole alla libertà di scelta dell’individuo, della donna, e se anche io fossi personalmente contraria non potrei decidere per altri”. Per Giovanna Crescentini “Chi è contro l’ivg non vuole vedere, rimane cieco nella sua ideologia medioevale. E’ una scelta che non va giudicata, ma ascoltata, se davvero si vogliono salvare vite. Chi non legalizza non salva nessuno”. Per Iro Belluzzi “Arriviamo tardi alla depenalizzazione, cerchiamo di recuperare il tempo perduto con una legge all’avanguardia, cogliendo la sfida sull’educazione all’affettività”. Per Toni Margiotta “Il diritto di scelta è fondamentale, inaccettabile la criminalizzazione attuale. Lo Stato ha il dovere di tutelare e assistere le donne. Allineiamoci al resto del mondo moderno”.
Gli interventi in ambito democristiano si sono limitati al richiamo alla sacralità della vita fin dal concepimento (Pasquale Valentini e Giancarlo Venturini), hanno equiparato il valore della donna a quello di uno zigote e preconizzato che se non si tutela il feto poi non si tuteleranno più neanche i già nati (Marco Gatti), sostenuto che l’aborto è una scelta egoista (Mariella Mularoni) e che, in sintesi, l’aborto deve restare reato penale. Unica eccezione in questo campo l’intervento apprezzabile di Teodoro Lonfernini per cui “Non posso imporre come agirei io agli altri, il mio Paese deve depenalizzare l’ivg, non possiamo tollerare che l’aborto si faccia a Rimini” .
Nella maggioranza, sono stati tutti a favore della nostra legge gli interventi provenienti da Civico 10. Per Mimma Zavoli “Non possiamo lasciare sole e inascoltate le donne che decidono di abortire”. Per Luca Santolini “Sono convinto che il feto sia una vita, ma sono ugualmente convinto che bisogna depenalizzare l’ivg e renderla sicura, nessuno può essere obbligato a diventare un’incubatrice”. Importante l’intervento di Marica Montemaggi, non solo per l’autocritica sul mancato proseguimento del nostro precedente progetto di legge, lasciato per due anni in sospeso dopo la prima lettura, “Avrei dovuto impegnarmi di più”, ma perché questo impegno assicura di mettercelo ora per fare arrivare la legge in tempi brevi in Commissione “Anche senza il parere del Comitato di Bioetica che è in ritardo, per far sì che la politica decida”. Propensi ad arrivare ad una sintesi tra le due leggi in discussione (la nostra e quella di stampo clericale con Manuel Ciavatta quale primo firmatario) gli interventi di SSD. Per Enrico Carattoni “Bisogna affrontare un tema finora tenuto sotto il tappeto. Occorre dare gli strumenti per supportare i genitori e per fare le proprie scelte nel modo più consapevole”. Per Marina Lazzarini “Lo Stato ha finora lasciato da sole le donne e si è girato dall’altra parte, spero in un testo di legge condiviso che abbia il meglio dei due progetti di legge presentati”. Giuseppe Morganti parla di dover trovare una “Terza via tra i progetti di legge presentati” e di “Bisogno di rispettare le diverse sensibilità”. Se pure riconosce qualche elemento positivo nella legge di Ciavatta, Vanessa D’Ambrosio è netta nel sostenere che vi debba essere diritto di scelta della donna e aggiunge che “Lo Stato deve attivare la rete di protezione ed assistenza per evitare che si decida di abortire, non vietare il fenomeno. Dove la scelta della donna o della coppia sia per l’ivg questa deve essere sicura, senza marchio d’infamia e nel rispetto della privacy. L’approccio deve essere di prevenzione, non di proibizione”.
Le più diversificate sono state le posizioni all’interno di RF, Mara Valentini non ha espresso giudizi sulla legge, ma sostenuto che “L’argomento va affrontato e non dobbiamo chiudere gli occhi sulla clandestinità”. Roberto Giorgetti “Temo un’eccessiva discrezionalità” e sembra con questo volere ricondurre l’ivg a casi limite. Fabrizio Perotto è tra quanti non vogliono “Imporre ad altri le scelte che personalmente farei”. Emmanuel Gasperoni è a favore dell’autodeterminazione individuale, vede “aspetti oscurantisti” nel progetto di Manuel Ciavatta e fa rilievi puntuali su alcuni articoli della nostra legge che sono a suo avviso da migliorare. Per Pier Luigi Zanotti “Sono contro l’idea che si possa sopprimere un embrione per scelta, ma non sono chiuso al tema. L'attuale far west non migliora la situazione, una legge è quindi necessaria”. Per Lorenzo Lonfernini vanno considerati i diritti di tutti, non solo delle madri, ma di tutti i soggetti coinvolti, anche dei medici e “Speriamo di arrivare ad aborti zero”.
Il segretario di Stato intervenuto, Franco Santi, si è focalizzato sulla necessità di prevenire, a partire dalla scuola, e “Sono consapevole che le coppie hanno problemi nel realizzare i loro progetti di vita e che non basta un aiuto economico”.
Il nostro auspicio è che questa legge, che dà risposte concrete ai bisogni delle persone reali, non faccia la fine della precedente, che non è stata portata in Commissione nonostante i due anni trascorsi dalla prima lettura. Non abbiamo nulla in contrario a che venga integrata con gli aiuti economici previsti dalla legge di Ciavatta, ma riteniamo improbabile una sintesi soddisfacente tra due testi così antitetici, specie laddove la proposta clericale dà alla donna la sola possibilità di scegliere di morire. Dopo questo dibattito, e forti dell’adesione e del sostegno che abbiamo riscontrato nel Paese, siamo speranzose che la politica, trasversalmente, abbia il coraggio di decidere e che rispetti i tempi dell’iter legislativo previsti dal nuovo regolamento consigliare.
Comunicato stampa
Il Comitato promotore del progetto di legge “Norme in materia di procreazione cosciente e responsabile e di interruzione volontaria della gravidanza”