Il Comites al Museo dell’Emigrante per la mostra “L'emigrazione in Belgio. Lavoro e Intercultura per una Europa unita”

Il Comites al Museo dell’Emigrante per la mostra “L'emigrazione in Belgio. Lavoro e Intercultura per una Europa unita”.

Il mese scorso il Comites San Marino, rappresentato dal Presidente Alessandro Amadei, si è recato presso il Museo dell’Emigrante per visitare la mostra dal titolo “L'emigrazione in Belgio. Lavoro e Intercultura per un'Europa unita”, promossa dal Centro di ricerca sull’emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, in collaborazione con l’Archivio Diaristico Nazionale Pieve Santo Stefano e patrocinata dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura e dall’Ambasciata d’Italia a San Marino. “I documenti e le fotografie in bianco e nero esposte parlano di fatiche, sudore, sacrifici, vita dura e pericolosa”, ha dichiarato il Presidente Alessandro Amadei, “così come è emerso anche dalla magistrale illustrazione eseguita per l’occasione dall’Ambasciatrice d’Italia a San Marino Professoressa Maria Giovanna Fadiga e dalla Professoressa Patrizia Di Luca, responsabile del Centro di ricerca sull’emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, curatrici della sezione documentale della mostra”. Molto suggestiva anche la sezione artistica dell’esposizione ideata da Giancarlo Graziani ed arricchita dalle opere di Franco Dani, messe a disposizione da Paolo Giugni. “E’ sempre un’emozione visitare il museo dell’emigrante”, ha proseguito Amadei, “che conserva la memoria e racconta la storia dell’emigrazione dei sammarinesi”. Il Museo è da sempre un luogo di documentazione, memoria, analisi del fenomeno migratorio di ieri e di oggi in tutta la sua complessità. Ogni lettera, ogni fotografia racconta una storia di famiglie, di lavoratori sammarinesi che come tantissimi italiani furono costretti a lasciare il proprio Paese e vivere una quotidianità di privazioni, di sacrifici e di duro lavoro in condizioni di totale insicurezza. San Marino tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento è stata terra di grande esodo migratorio. Migliaia di Sammarinesi, per riscattarsi dalla fame e dalla miseria o per cercare fortuna, lasciarono i diversi Castelli della Repubblica per intraprendere la dura ed amara esperienza dell’emigrazione verso altri paesi. Una scelta che ha accumunato generazioni intere di italiani, compresi quelli che per necessità e opportunità hanno lavorato nelle miniere del Belgio, come può testimoniare la popolazione della vicina Valmarecchia. Quella dell’immigrazione, invero, è una storia ancora attuale, con sempre più persone che sono spinte a scappare dal proprio paese per fuggire da conflitti armati, violazioni dei diritti umani, persecuzioni, disuguaglianze socio- economiche e mancanza di opportunità lavorative. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite nel 2019 sono stati circa 169 milioni i lavoratori migranti nel mondo, ovvero le persone che emigrano per trovare lavoro, pari a oltre due terzi dei migranti internazionali.

cs Comites San Marino

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