Il lavoro che sarà il cambiamento che non ferma e l'inadeguatezza dei decisori politici
La Festa del Lavoro offre l’opportunità di riflettere sulla situazione e le condizioni di lavoro a San Marino e, ad un anno e mezzo dall’insediamento di questo governo, fare il punto sui “grandi passi avanti” fatti. Sono stati veramente fatti dei passi avanti? In realtà no. Abbiamo assistito ad un immobilismo sconcertante sul piano delle riforme, a decisioni prese unilateralmente senza che venissero inserite in un sistema Paese e che per lunghi mesi non ha portato né alla creazione di nuovo lavoro, né maggiori tutele per le lavoratrici e i lavoratori. Qual è il progetto di questo governo dai numeri forti ma dai tanti scricchiolii per il lavoro? Qual è la prospettiva di sviluppo di San Marino? Area Democratica ritiene non più rinviabile un rinnovato avvicinarsi ai temi del lavoro, riposizionandoli nelle agende della politica con un approccio serio, che riesca a fare quello che a San Marino si è rinunciato a fare tanto tempo fa: programmare. Per questo motivo non sono più rinviabili le riforme strutturali per il Paese e - permetteteci la chiosa - questo governo ha trovato tutto il tempo e la determinazione per fare del Tribunale un colabrodo o per fare debito pubblico insostenibile, ma non altrettanto tempo per sedersi al tavolo in modo serio con tutte le controparti per quella che è la sfida per la sopravvivenza della Repubblica: riforme e lavoro. L’obiettivo strategico deve essere una risposta multilivello, ovvero riforme e politiche sinergiche tra i vari ambiti: scuola con l’offerta formativa, analisi e anticipazione delle dinamiche a livello di sviluppo economico e del mondo del lavoro a livello micro e macro, riforma della Pubblica Amministrazione, programmazione territoriale (in questo senso rileviamo che il PRG a firma Boeri e decisamente a tutela dell'ambiente, bello e pronto, è tranquillo e chiuso a chiave in un cassetto della Segreteria di Stato), l’ Accordo di Associazione con l’Unione Europea, il lavoro per snellire la burocrazia, la formazione continua e l'innovazione. La domanda da porsi è: come sarà il lavoro di domani? Perché se c’è una cosa che non si ferma è il cambiamento. Il fine da perseguire dovrebbe essere la competenza e la serietà di capire le dinamiche per non incorrere nel rischio concreto di una disgregazione sociale senza precedenti, facendo saltare tutte le tutele ad oggi consolidate nel mondo del lavoro. Inoltre è importante indirizzare il futuro dei lavoratori in base alle necessità di cambiamento vero e non quello ipocrita basato sulla discrezionalità della politica nell'istituire commissioni ad hoc Sottovalutare oggi il tipo di disoccupazione che abbiamo a San Marino, ignorare le competenze e le mancanze oggi presenti, non intercettare la portata dell’innovazione e i continui rinvii delle riforme significa solo che questa politica, questa classe politica, non è adeguata per il Paese e per le sfide che si trova a far fronte. Parlare di lavoro significa parlare delle fondamenta su cui si regge il Paese.
cs Area democratica