Il marchio del gioiello per tutti delle tre sorelle Fabbri a sostegno dell’istituto scolastico elementare del Castello di Montegiardino
Donata e già operativa una LIM di ultima generazione, utilizzata ogni giorno da docenti e piccoli alunni della scuola primaria l’Olmo
La responsabilità sociale di un’impresa non si esprime solo per il contributo alle grandi cause umanitarie o per il sostegno a volontariato e terzo settore. C’è un nuovo modello nel quale le aziende intervengono e investono sul territorio dove sono nate, sostenendo i bisogni della comunità locale. In particolare, nei campi dell’educazione e di aiuto e integrazione al welfare pubblico. È la scelta di Marlù, il marchio del gioiello per tutti, creato a San Marino dalla tre sorelle Morena, Monica e Marta Fabbri. Ultimo passo di una concreta declinazione del ruolo sociali dell’impresa è il dono di una LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) di ultima generazione, operato da Marlù nei confronti della scuola primaria del Castello di Montegiardino, l’Olmo. In questo modo, l’istituto scolastico ha completato copertura e dotazione delle sue classi, con uno strumento didattico ormai essenziale per completare l’offerta formativa di ogni scuola. L’iniziativa di Montegiardino si colloca all’interno di una serie d’interventi realizzati negli ultimi mesi a San Marino dal marchio delle sorelle Fabbri. Interventi attuati sempre in piena collaborazione e condivisione con Istituzioni pubbliche e sanitarie. Dalle donazioni di apparati di sicurezza per medici e infermieri e fondi economici per ISS e quella di gel igienizzanti, colonnine dispenser #TimeToBeCareful, per rendere accessibili, sicuri per i visitatori, musei, monumenti, cinema, teatri di tutta San Marino. “Crediamo importante che ogni impresa si senta parte del proprio territorio. Il successo di un’azienda crea certamente lavoro, valore economico aggiunto per il luogo in cui nasce e cresce– spiegano le tre sorelle Fabbri – ma un buon fatturato o una buona marginalità, per quanto assolutamente necessari ed essenziali per la vita di un’azienda, non sono però il fine ultimo della sua attività. Sono, invece, strumenti per completare una missione più ampia, crescere e svilupparsi insieme al contesto sociale che la circonda. Si può fare con iniziative di più ampio respiro o con gesti più piccoli come quello pe la scuola di Montegiardino. Su quei banchi siamo state sedute anche noi e abbiamo incominciato là il nostro percorso formativo. La nostra iniziativa un esempio di come anche soggetti privati possano svolgere una funzione di pubblica utilità, per integrare la qualità di un servizio pubblico fondamentale per il futuro della collettività come la scuola”.