Il Museo Dimora 104 di Mondaino si arricchisce di due opere
Un cono a base quadrata dipinto ad acrilico dal titolo “ Il Percorso” è una summa della poetica dell’artista urbinate. Il poeta incisore accompagna il visitatore attraverso il suo percorso di vita, immortalato in questa opera tridimensionale. La cifra stilistica del professore urbinate è nella forza espressiva del segno. Iacomucci riesce a creare un modo altro, ricco di simboli e presenze evocative . I suoi simboli, forti e poetici, che rimandano ad un “oltre”, sono tutti presenti. L’aquilone, di pascoliana memoria, che vola in un cielo ventoso, richiama la sua Urbino. I movimenti ventosi permettono di aggirare gli ostacoli e fanno librare le ali degli aquiloni in una danza armonica. Urbino è la città tanto amata e mai dimenticata, presente in moltissime opere di Iacomucci. L’incisore e pittore marchigiano è uno degli artisti più rappresentativi delle Marche; ora abita vicino a Jesi, dopo aver vissuto a Roma. in Puglia e in Lombardia. Il professore realizza personaggi senza volto: manichini posti a difesa del mondo. Figure spesso vestite in abiti rinascimentali con Il cappello che diviene simbolo, racconto, visione del mondo. Questi manichini sono chiamati a difendere la natura: dalla voracità degli uccelli ma anche dal progresso, che a volte è disumanizzante. Le sette gocce, simbolo della completezza, dell’arcobaleno, della luce, catturano l’essenza delle cose e trasportano il visitatore in un ambiente onirico. L'artista, che ha dedicato la sua vita alla ricerca artistica e culturale, è stato insignito di molti prestigiosi premi. Ricordiamo che è Cavaliere della Repubblica Italiana nominato con decreto del Presidente della Repubblica per meriti artistici e culturali. Il maestro urbinate partecipa in questo momento a due mostre: “Tante Carte su Carta” presso il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano e al prestigioso Premio Marche in corso a Gradara. Per la rassegna Nazionale di Gradara ha presentato “Il paese di carta” e il “soffio poetico”. Due opere dedicate alla Natura. Una natura rigogliosa, come nella prima tela e un’ode alla bellezza intesa come poesia nel “soffio poetico”. Nella tela è rappresentato un fiore non-fiore, un’opera tra astrazione e poesia. Un’ode alla delicatezza dell’amore e alla vita. Un regalo del maestro per i suoi settantacinque anni di età che compirà tra pochi giorni. Maria Grazia Focanti ha donato un’opera su cartone in acrilico e pastelli 50x70 dal titolo “I dialoganti: piccoli ma preziosi”. La Focanti cerca di suscitare emozioni usando colori contrastanti. Il suo segno crea uno spazio armonioso nel quale forme simboliche diventano presenze che si muovono nello spazio. Nel quadro tre figure: due nello spazio cielo e una seduta sopra un mosaico, sembrano voler dialogare tra loro. Un dialogo muto, tra piccoli separati o immersi in un cielo dai colori forti, rischiarati dal rosso e dal giallo. Rimanda agli albori della creazione. Le figure simboliche diventano metafore della condizione umana. L’uomo è portato a guardare verso l’alto. Ma l’umano non è solo. E’ accompagnato da alcune presenze: i “girini”, esseri primordiali che danzano in un cielo scuro, rischiarato da alcuni tocchi di luce. Tutto ciò: lo spazio, le forme e le presenze consentono di andare oltre. Oltre il limite dell'umano, dove realtà e finzione si toccano. Il cerchio, il quadrato e il triangolo: sono le figure che veicolano la geometria del reale. Le opere donate sono state accolte nella prestigiosa sede del “Ri.Bo 104 Dimora d’Arte”, nata a Mondaino da circa un anno e che vuole diventare una fucina di idee. I coniugi Ambrogio Borsani e Daniela Rigotti, da sempre appassionati d’arte, hanno investito energie, tempo e denaro in questa avventura. Novelli mecenati, provenienti dal Trentino e dal Varesotto hanno ideato un connubio tra artigianato, arte e design. Hanno ristrutturato un edificio adiacente al convento delle clarisse, situato nel centro storico di Mondaino, precedentemente in disuso. Lo spazio espositivo è sorto per dar luogo a progetti artistici con scopi culturali e sociali, destinati al pubblico, senza scopo di lucro. La dimora d’arte, composta da sette sale, con annesso giardino e grotta, è nata anche per ospitare artisti. Diverse le mostre che sono già state realizzate nel museo Ri.Bo 104. La dimora d’arte ha ospitato “armonie d’amore” progetto curato da Lorenzo Luini e Sandro Sardella (sinergia tra opera figurativa e parola scritta) che ha approfondito il tema della violenza contro le donne, in “escape together” lo scultore Giancarlo Lepore ha approfondito il tema dell’immigrazione e delle relazione tra i popoli. Nella mostra “intrecci l’arte del nodo” la riflessione si è incentrata sul tema delle relazioni politiche, sociali economiche e culturali. I tappeti con la trama, l’ordito e i nodi rappresentano la metafora delle nostre relazioni. La dimora d’Arte, che per il futuro ha in serbo altri progetti interessanti, vorrebbe intensificare le relazioni istituzionali con gli enti presenti nel territorio, sia della Romagna che delle confinanti Marche.
c.s. ArteAl.Pa.Ca.
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