Il Pdcs sul decreto che introduce le Indicazioni Curricolari per l’Insegnamento di Religione
Si resta meravigliati da comunicati stampa come quello di Libera, o da quanto si può leggere sui social network riguardo al Decreto Delegato 3 ottobre 2022 n.140, che introduce le Indicazioni Curricolari per l’Insegnamento di Religione Cattolica, uniformando così definitivamente tale materia alle altre materie curricolari della scuola sammarinese - già pubblicate nell’Allegato "A" al Decreto Delegato 29 settembre 2021 n.169, e per l’insegnamento di Etica, Cultura e Società nell’Allegato al Decreto Delegato 19 settembre 2019 n.144 - e sostituendo con essi i contenuti già presenti nelle programmazioni annuali della materia. La meraviglia, in particolare, deriva proprio dalla assoluta mancanza di consapevolezza, per non dire non conoscenza, del fatto che tali contenuti sono già presenti nei curricoli della scuola italiana dove, peraltro, alle scuole elementari l’Insegnamento di religione è parificato alle materie specialistiche anche nel numero di ore (2 ore settimanali per classe) e nella scuola dell’infanzia le sono attribuite 1,5 ore settimanali. In tal senso, tuttavia, rispetto all’Italia, l’Accordo sottoscritto nel 2018 tra la Repubblica di San Marino e la Santa Sede - ratificato da entrambi i Paesi - e l’Intesa sottoscritta dal Governo di San Marino e la Diocesi San Marino-Montefeltro nel 2019, non ha modificato la struttura oraria già presente dell’Insegnamento di Religione Cattolica, confermando il monte ore - 1 ora settimanale per le scuole superiori, medie ed elementari - così come già definito. Piuttosto, tale normativa ha disciplinato l’accesso per tutti gli insegnanti della materia (laici e religiosi o sacerdoti), solo nella Scuola Primaria e Secondaria (Inferiore e Superiore), e solo attraverso le graduatorie pubbliche tenute presso l’Ufficio del Personale, alle quali è possibile iscriversi solo se residenti a San Marino ed in possesso dei titoli previsti, riconosciuti anche dal MIUR. Riguardo alla scuola dell’Infanzia, invece, - sempre in continuità con quanto già previsto nell’Accordo sottoscritto tra Governo e Diocesi di San Marino-Montefeltro nel 1994 - l’Intesa Governo-Diocesi ha confermato che l’insegnamento della “cultura religiosa” deve continuare ad essere affidato agli insegnanti titolari della sezione, tenendo conto delle specifiche esigenze educative connesse all’età dei bambini ed alle condizione del tutto particolari in cui si opera, e per la quale tutte le attività sono comprese nella programmazione curricolare e organizzate secondo peculiari criteri di flessibilità. Dunque, non è prevista alcuna introduzione dell’ora di religione nella scuola dell’Infanzia, quanto piuttosto, come per tutte le altre materie di insegnamento (matematica, scienze, lettere, lingue straniere…), vengono introdotti i traguardi di competenze e gli obiettivi di apprendimento per l’Insegnamento di Religione, per i bambini di quella fascia di età, la cui programmazione e realizzazione sarà cura degli insegnanti di ruolo. Il Partito Democratico Cristiano Sammarinese, dunque, non può che sottolineare il valore di tale decreto che, dopo oltre 30 anni di indeterminatezza, e proprio a seguito degli Accordi sottoscritti e sopracitati e del recente Accordo per il superamento del precariato, conferma all’Insegnamento di Religione Cattolica ed agli insegnanti di tale materia la stessa dignità delle altre materie curricolari. Una materia che insegna ai ragazzi elementi della religione cattolica e delle altre religioni, profondamente importante ai fini dell’apprendimento delle proprie radici culturali e della capacità di dialogo con altre culture e popoli, le cui religioni caratterizzano i modi e gli stili di vita delle persone. In tal senso, in particolare, nessuno può negare la grande rilevanza che tale materia può avere per i bambini e i ragazzi sammarinesi, proprio al fine della conoscenza delle proprie radici storiche e tradizioni popolari, soprattutto in un Paese come San Marino, che tra le sue peculiarità ha - come unica al mondo - quella di essere uno Stato laico fondato da un uomo, che il popolo stesso ha elevato a Patrono della propria Repubblica, perché riconosciuto e venerato quale santo cristiano.
cs L’Ufficio Stampa del PDCS
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