Il Psd invita a votare due sì
Il Partito dei Socialisti e dei Democratici invita la cittadinanza a votare due volte sì ai referendum di domenica 2 giugno. È necessario indicare sì per cambiare una legge elettorale che snatura la democrazia nel contesto attuale in cui esistono almeno 3 coalizioni. Non si può barattare la scelta della coalizione vincente con la rappresentatività, non si può decidere con il ballottaggio, pur di far vincere una coalizione, di dare in premio più della metà degli scranni in Consiglio di una coalizione e sottrarli alle coalizioni non vincenti, che però rappresentano ben più della metà del paese. È necessario cambiare questa legge elettorale perché al ballottaggio la competizione politica diventa guerra, insulto e volontà di distruzione del nemico, come ha dimostrato Adesso.SM. Essa al ballottaggio ha promesso e fatto propaganda ingraziandosi i votanti della coalizione esclusa, per poi governare da sola, senza cercare il dialogo, proprio nel periodo di maggior bisogno di condivisione e convergenza sulle grandi riforme. Come si è verificato vincere al ballottaggio dà la legittimità per governare ma non dà il consenso e la coesione nel paese. Serve una legge che permetta di avere in consiglio ed al governo rappresentanze vere e non regalate e coalizioni che possano ragionare per il bene del paese, non per vincere le elezioni con promesse farlocche. Questa legge non ha garantito alternanza vera, ha favorito invece il trasformismo di chi è al governo da 13 anni come AP, in 4 coalizioni diverse. A proposito di Ballottini. Come si dimostra dai fatti di queste settimane i poteri forti hanno gioco più facile nel condizionare le elezioni con un quadro politico frammentato ma che deve trovare al ballottaggio il vincitore, il riferimento ad un comunicato di ieri di un noto imprenditore non è affatto casuale. È bene anche votare sì al quesito che riguarda l’aggiornamento del Carta dei Diritti laddove si parla delle non discriminazioni aggiungendo la dicitura relativa anche agli orientamenti sessuali, adeguando la nostra legge fondamentale alle conquiste sui diritti civili dei paesi più avanzati.