Il PSD intende fare chiarezza in merito alla vicenda della nomina del Presidente dell’AASS per riportare il dibattito su un piano di onestà intellettuale. La questione si sviluppa su due piani distinti. Il primo piano: competenze e requisiti È vero: il candidato proposto dal PSD non possiede i titoli specifici richiesti dallo statuto dell’AASS, un fatto che è stato utilizzato per insinuare una presunta inadeguatezza della sua nomina. Ma questa rappresentazione è ingannevole. Lo statuto prevede, tra i titoli ammissibili, anche il diploma in ragioneria o di perito tecnico. Il candidato del PSD ha conseguito una laurea magistrale in geologia. Possiede dunque un bagaglio di competenze tecnico-scientifiche di livello superiore a quelle previste dallo statuto, che evidentemente presenta delle lacune su cui occorre intervenire a prescindere dal caso in oggetto, perché fissa dei criteri che non riflettono appieno il valore delle qualifiche accademiche più elevate. Nonostante ciò, riconosciamo che la vicenda ha evidenziato una criticità legata all’interpretazione e all’applicazione dei requisiti previsti dallo statuto. Ciò ha portato a delle complicazioni legali all’interno dell’AASS, perché ha reso difficile determinare la regolarità dell’incarico, ha creato incertezze sulla rappresentanza legale e sui poteri del presidente, e ha complicato la posizione del presidente uscente e dei sindaci dell’azienda. Per sanare la situazione, maggioranza e governo hanno ritenuto di procedere con una soluzione straordinaria, forse non perfetta nella forma, ma utile per garantire la continuità operativa dell’AASS. Il secondo piano: la narrazione della familiarità Si è poi voluto trasformare il legame familiare tra il candidato del PSD e il Segretario di Stato Federico Pedini Amati in un caso di presunto “scandalo”. Un’accusa che, in un piccolo Stato come San Marino, appare quantomeno ipocrita. Prendiamo RETE, che non ha esitato a puntare il dito contro il PSD. RETE stessa, è incorsa in situazioni analoghe. Per esempio, nella scorsa legislatura l’allora Segretario di Stato per la Sanità, intervenne per modificare i criteri fissati per la nomina del Direttore Sanitario dell’ISS, adattandoli alle necessità del momento. Più recentemente, sempre su proposta di RETE, è stato nominato un membro del Consiglio Direttivo di Banca Centrale che ha determinato una violazione del rapporto previsto dallo statuto tra cittadini, residenti e non residenti. Per ovviare a questa situazione, è stata prevista una modifica dello statuto di Banca Centrale, che era all’ordine del giorno proprio dell’ultima sessione consiliare. Quanto ai legami familiari, anche qui potremmo citare diversi casi, riferiti alla scorsa legislatura, di rappresentanti di RETE nominati in ruoli rilevanti, come quello del cugino di un Segretario di Stato alla Vice Presidenza di Poste San Marino e di coniuge di un consigliere del movimento nel CdA della Giochi del Titano S.p.A. Se oggi si evidenziamo questi casi, è solo per rispondere a un attacco ingiustificato e dimostrare che le critiche mosse nei confronti del PSD non sono altro che espressioni di una doppia morale con cui si utilizzano queste situazioni: quando accadono al proprio interno, vengono ignorate; quando riguardano altri, diventano pretesti per accuse feroci. In realtà questi episodi dimostrano come nel nostro Paese i legami personali e familiari siano difficili da evitare e come spesso entrino in gioco nelle dinamiche di nomina. Su questo tema il PSD propone di aprire un confronto serio e strutturato per introdurre una norma chiara sul conflitto di interessi, una volta per tutte. Una norma che definisca criteri trasparenti e applicabili, senza eccezioni. Lì si vedrà chi è davvero disposto a cambiare e chi, invece, preferisce cavalcare polemiche strumentali. Quanto alla narrazione manichea di “buoni” contro “cattivi”, è sorprendente vedere come questa retorica resista nonostante la quasi totale estinzione dei movimenti populistici che l’hanno alimentata e nonostante gli evidenti danni che ha procurato al tessuto politico e sociale del nostro Paese. Per tornare al tema di questa riflessione, il PSD, pur riconoscendo l’errore sul piano del metodo, non intende piegarsi a questa logica distruttiva, a chi fa dell’attacco personale e del moralismo becero il proprio strumento politico. L’impegno del PSD resta quello di costruire un dialogo serio e democratico, dove gli errori possano essere corretti con maturità. Anche perché la storia politica sammarinese ci insegna che chi utilizza la spada della denigrazione mediatica, spesso finisce per esserne trafitto.
C.s. Partito dei socialisti e dei Democratici