Il Rettore dell'Università di San Marino ricorda Alberto Dormio a pochi giorni dalla scomparsa: “Si è dedicato all'Ateneo con vigore convinto e appassionato”
Le parole di Corrado Petrocelli sul direttore dei corsi di laurea in Ingegneria Gestionale dell'Ateneo sammarinese
“In tutti questi anni in lui ho trovato un collega sempre pronto e disponibile, capace di comunicarmi soluzioni più che problemi, disposto a entusiasmarsi come un ragazzino alla notizia del trasferimento in una nuova sede, un desiderio a lungo inseguito e finalmente realizzato. Ma soprattutto ho avuto in lui un amico, prezioso e leale. Mi mancherà, e tanto, come mancherà ai suoi colleghi, ai suoi studenti, a tutti noi”. Queste le parole con cui il Rettore dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, Corrado Petrocelli, ricorda Alberto Dormio, direttore dei corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria Gestionale dell'Ateneo sammarinese, scomparso nei giorni scorsi. “Non saprei nemmeno definire con precisione la prima volta in cui l'ho conosciuto. Ci eravamo certo già incrociati più volte a Bari, forse ancora prima che nascesse il Politecnico grazie ad Attilio Alto, che poi spostò sul Titano la sua vulcanica attività. Certo è che tutte le volte che giungevo per onorare gli impegni della Scuola Superiore di Studi Storici e del Dottorato e avevo, magari anche fuggevolmente, occasione di incontrarlo (lì, ed eravamo conterranei) mi sembrava di parlare con uno dei veri fondatori dell’Ateneo sammarinese, uno che aveva vissuto i primi esaltanti momenti, che aveva iniziato lì la sua carriera accademica e non avrebbe mai smesso di sentirsi profondamente legato a quel mondo di cui custodiva magari storie e segreti. E quando all’inizio del mio primo mandato come Rettore dell'Università di San Marino ho incontrato i colleghi, non a caso proprio Alberto è stato prodigo di consigli, di narrazioni preziose sul passato e anche di indicazioni sul futuro. Sì, sul futuro. Per chi da anni ormai lavorava su un solco ben tracciato si potrebbe pensare che fosse quasi naturale accontentarsi di mantenere un livello decoroso. E invece no, Alberto colse la delicatezza del momento, comprese che occorreva rinnovare l’offerta, ampliarla, vivificarla. E vi si dedicò con vigore convinto e appassionato. Le novità avrebbero pagato subito e nel giro di poco il programma triennale in Ingegneria Gestionale avrebbe moltiplicato gli iscritti, calamitato consensi, visto tanti dei propri laureati ottenere sistemazioni lusinghiere. Sulla scorta di quei successi sarebbe nato anche il corso di laurea magistrale. E lui avrebbe diretto entrambi, sapendo unire come sempre a una innata bonomìa che ne caratterizzava il tratto gentile, una efficacissima capacità organizzativa. Infaticabile, gran tessitore di rapporti, non solo trasferiva il prodotto delle sue alte capacità scientifiche nell’attività di insegnamento, ma riusciva ogni volta ad appianare problemi di carattere burocratico, forniva il suo apporto determinante per la stesura e i rinnovi delle convenzioni con l’Ateneo di Parma, immaginava nuove forme di collaborazione internazionale, accumulava accordi con le aziende più diverse, preoccupandosi di fornire ai suoi studenti valide prospettive. Ossequioso delle norme, sapeva coniugare la sua generosità e la capacità anche di superare le pastoie burocratiche con una condotta però sempre ispirata a un trasparente rigore morale. Pensoso degli interessi e dei destini del suo corso di laurea, ha sempre cercato di armonizzarli con le esigenze dell’Ateneo, pronto al sacrificio per il bene comune. Ci mancherà. Sono certo che in questo momento tutta la nostra comunità universitaria vorrà stringersi in un abbraccio affettuoso e sincero ai suoi familiari. Ciao Alberto. Vogliamo ricordarti così, come se fossi ancora qui, con il tuo sorriso gentile e l’immancabile papillon. Ti sia lieve la terra, amico mio”.