Corre l’obbligo, con profondo dispiacere vedere che, chi ha il compito di rappresentare, la categoria di chi svolge una difficile e delicata professione come quella del giornalista, basata sempre sulla garanzia di equilibrio e imparzialità, dimostri invece di avere un’inutile quanto ingiustificata “malizia di fondo” proprio nei confronti di chi li riconosce in ogni circostanza quali interlocutori Istituzionali. Nel recente comunicato stampa, in cui il Consiglio Direttivo della Consulta per l’informazione ha giustamente richiamato il rispetto nel drammatico e doloroso caso che in questi ultimi giorni ha visto coinvolte intere famiglie della nostra Comunità ed ha concluso la nota, con un inaspettato e gratuito scivolone, colmando le proprie legittime riflessioni con considerazioni del tutto fuori luogo verso un gesto sentito da parte del Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, attraverso un comunicato stampa che aveva l’unico intendimento di riporre le espressioni di cronaca in un alveo del tutto oggettivo. Dopo un apprezzabile richiamo al “buonsenso, la delicatezza, il tatto e soprattutto il dovere di umanità”, la Consulta per l’Informazione ha sentito l'insensato bisogno di criticare il recente richiamo alla prudenza, considerandolo “ingenerosamente generico e non ben indirizzato”. Ci si chiede: fatti di cronaca così drammatici chi li ha trattati davvero con la dovuta sensibilità ed oggettività? La Segreteria di Stato confida in una risposta non pubblica perché non è certamente questo l’intento di alimentare polemiche. Si precisa anche che, trattare le notizie con Professionalità e rigore non sia un merito ma bensì un dovere, e non è chiaro come la esplicita e pubblica posizione nel comunicato della Segreteria di Stato, possa tanto aver infastidito la Consulta; in fondo il messaggio del Segretario era di auspicio al rispetto – da parte di tutti - di quelli che sono i principi deontologici basilari e la puntualità della verifica delle fonti, prima di diffondere una notizia; condizione che tanto anche lo stessa Consulta enfatizza. Piuttosto che spendere parole per specificare l’ovvio da parte di che rappresenta i professionisti del settore o presumibilmente tali sarebbe stato più opportuno concentrarsi sul dolore e le ulteriori ferite alle famiglie, evitando di trascendere in assurde polemiche, senza inquinare una legittima posizione. Se mai gli iscritti siano incappati o incapperanno in biasimevoli comportamenti come quelli che vengono contestati, la Segreteria di Stato non potrà che esserne profondamente lieta se in futuro ci saranno incondizionatamente richiami alla correttezza professionale ed umana. Questo però non deve essere un vanto ma un dovere, granitico e irrinunciabile. Si lascino da parte le polemiche e ci si concentri, insieme, sulla garanzia di una buona e corretta informazione. Il contributo sincero e leale, sarà per la Segreteria di Stato assolutamente prezioso nel lavoro sulla Informazione ed Editoria del nostro Paese. Buon lavoro.
c.s. Segreteria di Stato per l'Informazione