Il Segretario di Stato Pedini Amati risponde a Libera

Il Segretario di Stato Pedini Amati risponde a Libera.

Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. O forse, sarebbe meglio dire: non c'è peggior opposizione che quella formata da un partito che si autoproclama ogni giorno "la vera forza progressista del Paese", per poi comportarsi nei fatti come la più becera accozzaglia populista, un miscuglio mal riuscito di ex socialisti, ex comunisti, ex movimentisti, ex sindacalisti, guidati dalla sola rabbia e dalla ricerca spasmodica di un minimo di celebrità, collante per dar senso alla propria esistenza. In tutti questi ex che si rincorrono, quello che manca al partito di Ciacci e Co. sembra essere la vera essenza del fare politica, soprattutto di quella progressista che tentano, invano, di perseguire: le proposte. Ma per elaborare quelle bisognerebbe uscire dalle logiche di tifoseria e dal clima di campagna elettorale permanente nella quale si è rinchiusi da tre anni. Bisognerebbe abbandonare il livore e il rimorso dato dal non occupare più le stanze del potere e avere l’umiltà di ammettere di aver sbagliato qualcosa quando le decisioni ai piani alti venivano prese dai propri esponenti. Purtroppo, Libera ha dimostrato di non saper fare questo esame di coscienza. Di non saper compiere questo bagno di umiltà. Ha dimostrato di preferire la litania del “state sbagliando tutto, dovete andare a casa” al “per noi le politiche turistiche andrebbero gestite così”. Preferisce definirmi “poltronaro” e appellarsi a quelle che possono essere state accese discussioni di un Governo che, seppur battagliero nel confronto interno, dopo aver superato la pandemia da Covid-19 e intento a gestire un’emergenza energetica senza precedenti, sta portando a casa tutte quelle riforme passate dalle bocche dei Ciacci di turno, salvo poi non vedere mai nemmeno un articolato in Consiglio Grande e Generale nel corso dei 3 anni di Adesso.sm. E allora quello che rimane da dire è che non basta più spiegare che le scelte di imprenditori privati come il Palace Hotel o il Ristorante La Taverna da Righi non attengono al puro agire politico della Segreteria che presiedo. Non basta più snocciolare numeri che certificano, con anche il parere favorevole e la nota di merito del FMI, che il turismo sammarinese ha dimostrato una resilienza maggiore di tante realtà più blasonate anche nei difficili anni pandemici. Non serve indicare come il mese di Ottobre 2022 abbia fatto registrare le stesse presenze di Dicembre 2019 e che, nei due mesi che mancano alla fine dell’anno, quello che porteranno a casa commercianti, attività legate alla ristorazione e hotel sarà tutto guadagnato in più, rispetto agli anni in cui le politiche turistiche venivano gestite come scarto o fastidio, quando non si aveva niente da fare sul fronte della delega al Territorio. Non serve indicare il primo progetto sammarinese finanziato dall’Unione Europea, il cartellone di eventi mai così ricco, i rapporti con i vicini Ministri italiani recuperati, un progetto come quello del ripristino del trenino bianco-azzurro in rampa di lancio. Niente serve quando a prevalere è la cieca e spasmodica ricerca del consenso a tutti i costi e quando il livello della discussione si abbassa a questi infimi livelli. E allora dovremo abbassarci al livello di Libera e ricordare che, è notizia di oggi, l’autoproclamata forza progressista del Paese sarà nuovamente guidata da Matteo Ciacci. Nel mentre che aspettiamo, ancora una volta, che provengano proposte su come attrarre imprenditori disposti a investire nella costruzione di nuove strutture alberghiere, ci godremo un giro in dirigibile. Oppure, finanzieremo una nuova edizione di “Timeline”, spendendo più della metà del budget previsto per gli eventi annuali per chiudere il Centro Storico all’afflusso turistico, prevedendo un biglietto d’ingresso all'entrata.

Cs - SdS Turismo

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