Si terrà questo venerdì, alle ore 21:00, nella suggestiva cornice della Cava dei Balestrieri, il quarto appuntamento dell’Anno Dantesco sammarinese: la celebre poetessa riminese Isabella Leardini ci guiderà a scoprire il mistero e a comprendere il miracolo della poesia di Dante. Una poesia che, come ricorda Jaqueline Risset, scrittrice e grande traduttrice della Commedia in francese, ci aiuta a far capire l’esattezza della parola e riconnetterla con le proprie emozioni. Dalla Vita nuova alla Commedia il prisma dell’opera dantesca verrà illuminato e osservato nel dettaglio per cogliervi il senso profondo dell’azione poetica: le sue scaturigini nell’amore, i sui mezzi nelle similitudini, la sua tensione nel dettato dell’ispirazione. Come scrive la Leardini, «la poesia di Dante ha il potere di rendere visibile l’invisibile, per farlo utilizza due strumenti capaci di toccare il centro della nostra esperienza: l’amore e la metamorfosi. […] Il movente di Dante è un amore terrestre nato da uno sguardo e da un saluto, questo amore non solo arriva fino all’Amor che move il sole e l’altre stelle, ma ne era intuizione fin dall’inizio, lo rendeva visibile come un segnale.» Beatrice, ovviamente, miracolo e visione. E ancora: «Per tutto il poema l’invisibile appare attraverso lo strumento più terrestre: l’ingrediente basico della similitudine. […]
Così vediamo paradiso e inferno come un susseguirsi di volti, di incontri, di storie e il concetto teologico più complesso ci è mostrato con la cosa più intima e vicina: la corsa dei bambini, il volo degli uccelli, l’impressione lasciata dai sogni al mattino. Dante usa "il linguaggio del come", il più istintivo, quello che anche i bambini scelgono per dire nel modo più esatto qualcosa di indicibile.» Infine: «Nei miei laboratori uso Dante per spiegare i due elementi più ineffabili dello scrivere: l’ispirazione e la visione. […] Fin dalle origini la parola poetica agisce in contatto con la preghiera e la profezia, Dante in questo è come un testo sacro, un metallo conduttore, strumento del suo stesso strumento. Per questo possiamo usarlo ancora oggi come esempio, il più irraggiungibile e nello stesso tempo il più immediato, per scoprire il segreto miracolo della poesia.»
Isabella Leardini è nata Rimini nel 1978. Insegna Scrittura Creativa all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Con il metodo edito nel suo libro Domare il drago (Mondadori, 2018) tiene laboratori e workshop di poesia in tutta Italia. Ha pubblicato i libri di poesia La coinquilina scalza (Niebo/La vita felice 2004) e Una stagione d’aria (Donzelli, 2017). è compresa in numerose antologie italiane e internazionali, tra cui Les Poètes de la Méditerranée (Gallimard, 2010), Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012), Grand Tour (Hanser, 2019). Dirige le collane di poesia di Vallecchi Editore. Fa parte del consiglio direttivo del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. Ha fondato e diretto per molti anni il festival Parco Poesia.