Sta continuando una fuorviante opera di disinformazione nei confronti dei cittadini sammarinesi circa l’ipotesi di introdurre a San Marino l’imposta IGC (IVA) in sostituzione del sistema “monofase”. E’ ragionevole affermare, al contrario di quanto dichiarato dai sostenitori dell’IGC, che tale sistema avrà, inevitabilmente, un duplice e negativo effetto. In primo luogo un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi venduti sul territorio: aumento che graverà indistintamente su tutti i consumatori (le famiglie, la fasce di cittadini con redditi bassi, i disoccupati, e anche i turisti che, grazie ai loro acquisti garantiscono il sostenimento di tanti sammarinesi). Va infatti considerato che grazie all’attuale sistema “monofase” l’imposta viene calcolata sul prezzo di acquisto del bene, mentre il sistema IVA prevede il calcolo dell’imposta sul prezzo di vendita e che il sistema “monofase”, al contrario del sistema IVA non colpisce i servizi. Un’aliquota IGC molto più bassa dell’attuale aliquota “monofase” potrà (forse) compensare tale effetto relativamente ai beni, ma sicuramente non potrà evitarlo per i servizi. L’IGC, come ogni sistema plurifase, presuppone una serie di adempimenti amministrativi complessi, macchinosi e quindi costosi, sia a carico dell’operatore economico, sia a carico dell’amministrazione fiscale. Al contrario la “gestione” della monofase, soprattutto per i piccoli e medi operatori (che a San Marino sono la maggioranza) è estremamente semplice e poco onerosa. Ci si chiede dunque: a quanti maggiori costi andranno incontro le imprese? che perdita di efficienza e quindi di redditività avranno? Di quante nuove risorse necessiterà l’Ufficio Tributario per gestire correttamente il sistema IGC? L’attuale sistema “monofase”, al contrario di quanto viene affermato, è un sistema efficiente, semplice e poco costoso, che ben si adatta ad un paese come il nostro, di ridotte dimensioni, con appena 5/6 mila operatori economici ed enclave di un paese molto più grande. I recenti perfezionamenti apportati alle procedure di rimborso dell’imposta monofase hanno sensibilmente ridotto gli squilibri finanziari e le incerte determinazioni che penalizzavano le imprese esportatrici; ciò non toglie che ulteriori interventi possano essere attuati per affinare ulteriormente le procedure di rimborso ed i meccanismi con cui viene calcolato. Sicuramente azzardate, se non grossolane, sono le affermazioni di chi sostiene che grazie all’introduzione dell’IGC si avrà una minore evasione fiscale: nonostante le energie profuse (ed i soldi spesi) in controlli capillari dalle amministrazioni fiscali dei paesi con regime IVA (non solo l’Italia) tale imposta risulta essere quella più evasa! L’imposta “monofase”, al contrario, è facilmente controllabile gravando sui beni introdotti in territorio. Altra affermazione da confutare è quella secondo la quale grazie all’IGC saranno più semplici gli adempimenti connessi alle importazioni e alle esportazioni: le attuali procedure in essere relativamente alle operazioni con l’Italia sono modificabili attraverso la stipula di nuovi accordi con l’amministrazione fiscale di tale Paese, e non verrebbero modificate “sic et simpliciter” con il passaggio all’IGC. Idem per quanto riguarda le operazioni di interscambio con l’Unione Europea: non risulta che sarebbe la stessa UE a chiedere a San Marino di rinunciare al sistema monofase. San Marino, come microstato enclave dell’Italia, non potrà mai aderire in toto alle “regole” previste dall’Unione Europea senza compromettere, nel giro di poco tempo, la propria sovranità e la propria identità nazionale. Nell’ambito degli accordi che necessariamente dovranno essere definiti nel percorso di avvicinamento all’UE, il sistema delle imposte indirette “interne”, come ad esempio quello della libera circolazione di persone, sono aspetti che dovranno necessariamente essere attentamente negoziati. Il futuro di San Marino dovrà essere quello di un economia virtuosa: in tale ambito il comparto del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato sarà strategico per rilanciare l’economia dell’intero Paese e dovranno essere messi in campo investimenti provenienti da dentro e fuori la nostra Repubblica. Rinunciare ad un vantaggio fiscale come il sistema Monofase, efficiente, legale e lecito, sarebbe oltremodo autolesivo. Se vi sono altri comparti che ritengono di avere problemi specifici da risolvere, la soluzione non può essere quello di sacrificare l’intero sistema Paese. La stessa politica dovrebbe essere focalizzata su come implementare lo sviluppo e diminuire gli sprechi e non a perseguire fallaci illusioni di ulteriori vendemmie fiscali.
Comunicato Stampa
I.U.S. (Imprenditori uniti sammarinesi)
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