Stigmatizzata anche la totale assenza di confronto sulla riforma di Fondiss. Sono molte le richieste di integrazione e modifica della CSU su macrotemi come i criteri e le quantità dei disincentivi per le pensioni anticipate. Convocato per venerdì 23 settembre l'Attivo unitario dei quadri
Sono tante e articolate le osservazioni e le richieste di modifica e integrazione avanzate dalla CSU rispetto al progetto di legge sulla riforma del sistema previdenziale approdato in prima lettura consiliare nella sessione in corso del Consiglio Grande e Generale. La posizione della Centrale Sindacale Unitaria, contenente osservazioni sia di carattere generale che specifiche sull'articolato, è stata inviata nella giornata di ieri ai membri del Congresso di Stato, ai partiti e a tutti i componenti del Consiglio Grande e Generale. La CSU ha profuso un grande impegno su questa fondamentale riforma, di importanza cruciale per le condizioni e i diritti dei lavoratori e dei pensionati; ha partecipato ai numerosi incontri con la Segreteria di Stato per la Sanità, portando sempre il suo contributo e sostenendo con determinazione le sue posizioni di merito, svolgendo un ruolo negoziale e propositivo che ha consentito di migliorare in modo rilevante il testo originario. Sono però necessari ulteriori aggiustamenti, oltre ad alcuni radicali cambiamenti.
Nella missiva, la CSU chiede quindi di affrontare l'iter di approvazione del PdL con tutte le modifiche e le integrazioni, così come ampiamente argomentate. Entrando nel merito della proposta legislativa presentata in prima lettura, la CSU denuncia come inspiegabilmente sia stato eliminato un articolo imprescindibile e vincolante, riguardante l'"Intervento dello Stato a favore della sostenibilità dei Fondi Pensione". Fino all’ultimo confronto intercorso con la Segreteria di Stato alla Sanità, nelle bozze scambiate tra le parti tale articolo era presente e l’impostazione prevista aveva trovato una sostanziale condivisione da parte delle OO.SS.. Per la CSU "non è tollerabile che lo Stato copra da decenni integralmente lo sbilancio dei fondi previdenziali di alcune categorie, poi confluite in quella dei Lavoratori Autonomi, e contribuisca solamente fino ad un massimo del 25% delle entrate allo sbilancio del Fondo Lavoratori Dipendenti." Per la CSU l'utilizzo del Fondo di riserva deve essere necessariamente accompagnato da un congruo intervento da parte del bilancio dello Stato.
La CSU pertanto chiede con determinazione che venga ripristinato questo articolo, condizione determinante affinché l'intero PdL possa incontrare una qualche condivisione. "È responsabilità di tutte le Parti - ammonisce la CSU - garantire che i Fondi Pensione non si esauriscano nell’arco di pochi anni, ma accompagnino le riforme fino alla loro entrata a regime, ovvero fra trent’anni circa." La CSU rileva al contempo la totale assenza di confronto sulla riforma di Fondiss, che dovrebbe essere approvata anch'essa entro fine anno, parallelamente a quella del primo pilastro. Nonostante ciò, alcuni articoli fanno espresso riferimento a Fondiss. La CSU ha ribadito come sia inammissibile che i contributi destinati alla previdenza complementare di fatto non abbiano rendimenti, vanificando quindi l’obiettivo prefissato, ovvero che lo stesso Fondiss diventi una concreta integrazione ai rendimenti pensionistici del primo pilastro.
Uno dei macrotemi fondamentali riguarda i disincentivi previsti nel PdL per i pensionamenti anticipati, poiché da elaborazioni fatte dalla stessa CSU risultano particolarmente penalizzanti per i lavoratori. Inoltre devono avere un occhio di riguardo per le lavoratrici madri, per i lavori usuranti e per coloro che devono assistere familiari non autosufficienti. Inoltre, va affrontato il tema, congiuntamente alla Segreteria di Stato per il Lavoro, delle tutele per coloro che perdono il lavoro in età avanzata. Con riferimento all’aumento dei contributi, la CSU ritiene inaccettabile che lo “sconto” dell’1% per la parte datoriale, previsto attraverso una riduzione delle aliquote da altri fondi attivi, sia riconosciuto a tutti i datori di lavoro, compresi quelli che non ancora rinnovato i contratti, riconoscendo ai lavoratori gli adeguati aumenti retributivi. Quale primo momento di coinvolgimento dei lavoratori su questa delicatissima riforma, la CSU ha prontamente convocato l'Attivo generale unitario di quadri sindacali, per l'intera giornata di venerdì 23 settembre, presso il Teatro "Nuovo di Dogana". Il progetto di legge verrà illustrato, esaminato e discusso con estrema attenzione e verranno valutate le necessarie iniziative a sostegno delle posizioni sindacali.
CSU