Una nuova sala dialisi e una nuova centrale di sterilizzazione a migliorare ulteriormente la qualità dell’assistenza fornita dall’ospedale Infermi di Rimini e più in generale dall’Azienda Usl della Romagna. Si è svolta in mattinata la cerimonia di inaugurazione dei due innovativi servizi all’interno della struttura di viale Settembrini 2, “collocati nel corpo ospedaliero denominato Piastra e frutto di un importante percorso di ristrutturazione portato avanti nel corso di alcuni anni”, come ha ricordato Francesca Raggi, Direttrice del presidio ospedaliero Rimini Santarcangelo Novafeltria. A portare il saluto della città e del sindaco Jamil Sadegholvaad è stato Kristian Gianfreda, assessore comunale alla sanità e presidente del Distretto di Rimini.
“Ogni volta che mi trovo qui mi sento onorato e contento di far parte di questo territorio – ha sottolineato Gianfreda – per la qualità e l’impegno che riuscite a dedicare alle cure ai cittadini. Quello odierno è un passo importante, ma spesso ci troviamo a inaugurazioni del genere a conferma degli sforzi che si stanno compiendo in questa direzione. La nostra preoccupazione di amministratori è quella di tenere il territorio legato al lavoro che state svolgendo in ospedale, un percorso significativo che mette insieme davvero tante cose”. Ha una veste più moderna e più funzionale la sala dialisi 1, dove possono essere dializzati contemporaneamente fino a 15 pazienti che si aggiungono ai 14 che dializzano nella sala 2. In totale sarà quindi possibile dializzare 29 pazienti per turno (4 al giorno) per una potenzialità complessiva di 116 pazienti. La nuova sala dialisi è dotata di sala contumaciale per l’esecuzione di dialisi ‘protette’ per pazienti che necessitano di isolamento e di una sala medicazione nella quale è possibile posizionare accessi vascolari per emodialisi.
Ogni paziente avrà un proprio televisore oltre a spazi progettati ad hoc così da agevolare e accrescere la qualità dell’assistenza infermieristica. “La ristrutturazione della sala dialisi 1 fa parte di un progetto più ampio di ammodernamento – ha spiegato Emanuele Mambelli, Direttore Unità Operativa Nefrologia e dialisi Rimini - che nasce con i precedenti Direttori della UO di Nefrologia e Dialisi, Professor Cagnoli e Dottor Rigotti, e che trova compimento oggi. Alla sua realizzazione hanno dato un prezioso contributo il Direttore Generale dell’Azienda e tutti i dirigenti della Direzione Sanitaria, dell’Ufficio Tecnico e delle Tecnologie Biomediche. Una novità rilevante è l’allestimento della centrale di distribuzione del concentrato acido, che permetterà un risparmio economico, di spazi di magazzino, di rifiuti da smaltire e dei pesi da movimentare da parte degli operatori che potranno così avere più tempo da dedicare ai pazienti. Tutto questo si inserisce in un percorso di sostenibilità ambientale ed efficienza, la Green Dialysis. Si tratta di un progetto in espansione nel mondo e finalizzato a ridurre costi e impatto ambientale. In area vasta Romagna, Rimini sarà il primo centro dialisi ad essere dotato di questa centrale.
Da parte mia un ringraziamento particolare va a tutto il personale sanitario medico, infermieristico e OSS della Dialisi, che con molta pazienza ha garantito la normale routine assistenziale in un momento di cambiamenti, come l’arrivo di nuovi monitor dialisi, e di ripetuti addestramenti che si sono succeduti in una sede dialisi temporanea. Ringrazio poi la coordinatrice infermieristica, Dott.ssa Paola Cappella, per l’attenta sorveglianza dei lavori e l’organizzazione dei dettagli. Un ringraziamento va pure alle associazioni ANED (Associazione Nazionale Emodializzati) e AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) che non hanno fatto mancare il loro supporto anche con iniziative di raccolta fondi, grazie alle quali è stata donata alla Nefrologia una poltrona per terapie infusionali che si trova nella nuova sala dialisi. Ringrazio poi in modo particolare il Dottor Angelo Rigotti, precedente Direttore della UO Nefrologia e Dialisi di Rimini, che è oggi qui anche per ricordare il Dottor Fabio Badiali, nostro collega a noi tutti caro e al quale dedichiamo la nuova sala dialisi con una targa a lui intitolata esposta nella sala d’attesa”. All’evento hanno infatti preso parte anche Lia Blatti, delegata ANED, e Domenico Roberto, vice presidente regionale AIDO.
Come illustrato da Enrico Sabatini, Direttore attività tecniche Rimini, e da Laura Carlini, “i lavori di ristrutturazione della sala dialisi 1, con complessivo rifacimento di tutte le finiture e impianti per un importo di circa un milione di euro finanziati con fondi regionali, hanno interessato una superficie di 540 mq che insieme alla sala dialisi 2, ristrutturata circa dieci anni fa, porta ad una superficie complessiva del reparto pari a 1.020 mq”. La nuova centrale di sterilizzazione, frutto di un intervento di ristrutturazione della ex rianimazione, ha comportato il rinnovamento totale delle finiture interne ed esterne della porzione di fabbricato che la ospita oltre al rifacimento di tutti gli impianti elettici, termomeccanici, condizionamento, gas medicali, di sicurezza portandoli a standard di qualità e controllo estremamente elevati, per un’area di intervento di 730 mq al piano smistamento oltre ad alcuni locali tecnici al piano seminterrato. In questo caso l’importo complessivo dei lavori è pari a circa 1,9 milioni di euro oltre all’importo per l’acquisto delle attrezzature, di circa 1,45 milioni di euro.
La centrale di sterilizzazione (va a sostituire l’attuale posta nel cosiddetto “Ottagono”), intesa come risultato finale di un processo che, grazie all'avanzare della tecnologia tende a garantire la condizione in cui la sopravvivenza dei microrganismi è altamente improbabile (nel rispetto delle indicazioni regionali e nazionali in materia di rischio infettivo), sarà attiva 13 ore al giorno dal lunedì al sabato (dalle ore 7 alle 20), con possibilità di apertura per urgenze anche nelle restanti fasce orarie a garanzia dell’attività chirurgica in urgenza/emergenza. Tale centrale processa i dispositivi medici pluriuso, provenienti dalle sale operatorie, dalle unità operative e dagli ambulatori specialistici, garantendo i seguenti standard: competenza di tutti gli operatori coinvolti nel processo di sterilizzazione; sicurezza del processo di sterilizzazione; livelli di sicurezza microbiologica per gli operatori che manipolano i dispositivi prima della sterilizzazione; uniformità delle procedure di sterilizzazione e disinfezione; corretta gestione delle attrezzature presenti.
“La nuova centrale di sterilizzazione di Rimini nasce da una progettualità della Direzione strategica in collaborazione con le Direzioni mediche, la Direzione Infermieristica e Tecnica e l’Ufficio Tecnico – ha sottolineato il suo coordinatore Giampiero Galvani -. E’ stata dotata di attrezzature di ultimissima generazione, quali un tunnel di lavaggio, 6 lavaferri di grandi dimensioni e 5 autoclavi di sterilizzazione a vapore, uno sterilizzatore a perossido di idrogeno per la sterilizzazione a bassa temperatura per i materiali termolabili, così da abbassare i tempi del riprocessamento e aumentare notevolmente gli standard qualitativi. In precedenza il processo standard durava circa 180 minuti, ora ne durerà 140. E il processo effettuato sarà totalmente certificato da un programma di tracciabilità, che fornisce un dossier consultabile con i parametri del ricondizionamento: operatore, orario e i valori inerenti i processi delle tecnologie, utili anche per un’eventuale verifica a ritroso”.
A garanzia dei livelli assistenziali prestazionali è previsto un modello organizzativo a gestione infermieristica: oltre al coordinatore, dunque, 10 infermieri e 23 Operatori Socio Sanitari che hanno effettuato percorso formativo specifico sia in aula che di addestramento sulle nuove tecnologie, iniziato già nel 2019 con retraining specifici ancora in corso. Ciò non solo per la gestione della nuova tecnologia acquisita ma anche per l’attività di riconfezionamento, che prevede la costituzione dei kit chirurgici specialistici già confezionati in buste o container per ogni tipologia di intervento chirurgico, attraverso l’ausilio di check-list e fotografie nel rispetto di standard definiti.
Un sistema che permetterà nel futuro la centralizzazione all’Infermi del ricondizionamento di tutto lo strumentario chirurgico proveniente anche da altri presidi ospedalieri e sedi territoriali del Distretto di Rimini e del Distretto di Riccione, che contano nell’anno 2023 un numero di interventi chirurgici pari a 19.325. “La riorganizzazione della logistica della nuova sala dialisi è stata anche l'occasione per la valorizzazione del percorso di umanizzazione delle cure – ha evidenziato Cristina Fabbri, Direttrice Direzione infermieristica e tecnica ambito di Rimini - attraverso una riconfigurazione delle postazioni infermieristiche al centro della sala con diretta visione del paziente in trattamento dialitico, permettendo così la continua osservazione e la relazione con il paziente che ricordiamo essere tempo di cura.
Il personale infermieristico ha inoltre garantito il mantenimento delle competenze sulle macchine dialisi su ben circa 50 monitor, anche grazie ad una attenta pianificazione della formazione da parte del coordinatore Paola Cappella, che ringrazio insieme a tutto il personale. E’ l’occasione giusta per ricordare il ruolo fondamentale dei colleghi infermieri e Oss della centrale di sterilizzazione, guidati dal coordinatore infermieristico Giampiero Galvani, che ogni giorno garantiscono la gestione di tutto lo strumentario chirurgico e dei dispositivi utilizzati nell'ospedale e nel territorio di Rimini, affinché siano riprocessati nel rispetto delle indicazioni di prevenzione del rischio infettivo, con l'accurato riconfezionamento dei kit e container per ogni tipologia di intervento chirurgico effettuato nelle nostre sale operatorie”.
Le conclusioni sono state affidate a Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna. “Sono fermamente convinto che a fare la differenza nell’assistenza sanitaria non sia solo la tecnologia quanto piuttosto la determinazione e la passione di chi opera nel campo sanitario, quella che abbiamo percepito nelle parole di chi mi ha preceduto, un grande capitale umano e professionale che va ad aggiungersi ad aspetti fondamentali come qualità, sicurezza e accoglienza dei luoghi di cura. Da medico di sanità pubblica che ha contribuito allo sviluppo del Servizio Sanitario Regionale e Nazionale mi sento di rivolgere un monito: difendiamo quel grande patrimonio che è la sanita pubblica, frutto di conquiste di uomini e donne del nostro Paese.
Siamo ormai abituati a guardare solo al lato finanziario, dimenticandoci che anche la non salute ha un costo e chi negli ultimi tempi si è dedicato a studiare questo aspetto ha notato che compromette l’aspetto economico molto più di quello della spesa sanitaria. Mi auguro dunque che la determinazione dei nostri operatori ci consenta di mantenere quel che è frutto di tali conquiste – l’auspicio finale di Carradori - e che venga altamente considerato perché tutti i cittadini possano esercitare nel miglior modo possibile, essendo in buona salute, la loro condizione di libertà”. L’inaugurazione è quindi proseguita con il tradizionale taglio del nastro dei nuovi servizi e con il sopralluogo, con i relativi responsabili a fare un po’ da ciceroni, per concludersi con la benedizione impartita da don Mirco Mignani, cappellano dell’ospedale.