Indirizzo di saluto degli Ecc.mi Capitani Reggenti Francesca Civerchia e Dalibor Riccardi
Il discorso in occasione della prima seduta del Consiglio Grande e Generale e di inizio semestre
Signore e Signori Consiglieri,
Signore e Signori Segretari di Stato,
in questa prima seduta consiliare successiva alla nostra Investitura, desideriamo rivolgere a Voi tutti il nostro indirizzo di saluto più cordiale unito all’augurio che i lavori del Consiglio Grande e Generale, Organo costituzionale che rappresenta la sovranità del Popolo sammarinese e che è baluardo di democrazia e custode dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni cittadino, possano svolgersi nel reciproco e assoluto rispetto fra chi è stato eletto per esercitare l’Alto incarico di Consigliere. L’impegno di ognuno di Voi, al di là delle forze politiche di cui siete espressione, costituisce condizione fondamentale per la elaborazione di proposte e l’adozione di decisioni necessarie finalizzate a dare riscontro ai problemi del Paese, nell’interesse esclusivo della nostra Comunità. Il Consiglio Grande e Generale è luogo deputato alla discussione e al confronto; è organo di indirizzo politico e di controllo nella gestione della cosa pubblica; in questo luogo è fondamentale che il dibattito si svolga sempre in maniera serena e costruttiva e con la giusta attenzione ed interesse a tutte le opinioni e le considerazioni che ne emergono. In ossequio al ruolo di supremi garanti dell’ordinamento dello Stato vigileremo, dunque, affinché ogni Consigliere possa espletare compiutamente le attribuzioni che la legge gli riconosce ed il Consiglio rimanga la sede precipua in cui svolgere il confronto politico e assumere le determinazioni e gli orientamenti da tradurre in atti da parte del Governo e dell’Amministrazione. Insieme dobbiamo accompagnare il cambiamento e incoraggiare i segnali positivi che la Repubblica, dopo anni di difficoltà, ha ritrovato. Siamo chiamati a proseguire, con coesione, convinzione e responsabilità sul percorso intrapreso per il continuo sviluppo civile, sociale, economico della nostra Comunità, non dimenticando che il cambiamento non si verifica subitaneamente, ma è il risultato di azioni complesse, rivolte al conseguimento di obiettivi comuni; è il risultato della sintesi di posizioni anche contrapposte e di differenti sensibilità politiche, che - nell’approfondimento collegiale - trovano una soluzione condivisa. Questo Consiglio sarà chiamato nei prossimi mesi ad affrontare il tema delle riforme istituzionali. Siamo a conoscenza che i Gruppi si stanno già incontrando per elaborare un progetto di legge istitutivo di una apposita commissione consiliare speciale. E’, quello delle riforme, un tema che richiede necessariamente l’apporto corale di tutte le forze politiche, la capacità di sviluppare un confronto senza preconcetti per pervenire alla realizzazione di importanti cambiamenti, nell’ottica di un ammodernamento dello Stato, della separazione dei poteri , di un maggior equilibrio nel sistema di pesi e contrappesi tra i poteri stessidi un sempre più solido ancoraggio delle regole dello Stato di diritto ai principi di fonte sovranazionale, di matrice europea. Riforme che dovranno considerare anche le soluzioni per il recepimento di quanto scaturirà dall’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, passaggio epocale nella storia della nostra Repubblica. Si è svolta lunedì scorso la conferenza Internazionale “Aspetti del costituzionalismo negli Stati Europei di piccole dimensioni” organizzata dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri con la Commissione di Venezia e sotto l’egida del Consiglio d’Europa. E’ stata una occasione formidabile per svolgere tra i piccoli Stati approfondimenti comparativi importanti sull’assetto costituzionale di ognuno, e dunque anche sulle rispettive criticità e sulle possibili soluzioni. Siamo certi che gli spunti emersi saranno oggetto della valutazione anche da parte della costituenda commissione, con la giusta attenzione all’armonizzazione del nostro sistema con detti standard ma anche salvaguardando le peculiarità del nostro singolare ordinamento statuale. Sfide importanti e gravose attendono, dunque, il Consiglio. Ma siamo convinti che ognuno di Voi saprà esserne all’altezza, consapevoli dell’alto compito cui siete stati chiamati, quali rappresentanti del popolo e quindi depositari di responsabilità ancora maggiori rispetto a quelle del semplice cittadino. Illustrissimi Consiglieri, gli ambiti in cui il Consiglio Grande e Generale dovrà intervenire - per dare riscontro al programma di governo approvato ed anche alle legittime iniziative proposte dai Gruppi Consiliari – sono molteplici e variegati. Non intendiamo certo enunciarli. Riteniamo però doveroso raccomandare che la solidarietà e l’attenzione ai più fragili resti sempre tema centrale di questa Aula, quali parametri oggettivi e imprescindibili nella realizzazione dei nostri programmi. La solidarietà non può essere solo uno slogan ma deve tradursi in azioni concrete, in soluzioni anche legislative che condizionino virtuosamente i comportamenti di ognuno e dunque la comunità intera. Il presente ci parla della necessità imprescindibile di avvicinarsi ad un’epoca più solidale e inclusiva, più attenta all’uomo, alla natura, più sensibile al suo territorio. La nostra Repubblica non deve lasciare solo nessuno e deve essere capace di ascoltare tutte le voci che si levano dalla società. Dobbiamo essere molto attenti a queste voci, ai loro bisogni, alle loro aspettative. E tra queste voci, in primis, dobbiamo sapere ascoltare quelle dei giovani. Sono loro che, in un prossimo futuro, prenderanno il nostro testimone e dovranno poterlo fare con le giuste basi e le giuste prospettive. Dobbiamo essere capaci di volgere il nostro sguardo avanti ed interpretare i tempi che scorrono rapidi.
Signori Consiglieri, ci sia consentito - prendendo il testimone dai nostri predecessori, Alessandro Rossi e Milena Gasperoni, che ringraziamo sentitamente per averci agevolato nell’assumere al meglio questo importantissimo mandato – rivolgere un pensiero accorato alla drammatica, terribile situazione che stanno vivendo molti popoli – alcuni anche all’interno dei confini di questa nostra Europa che dovrebbe essere territorio di pace, libertà e di salvaguardia dei diritti umani. La recrudescenza dei conflitti armati sta raggiungendo dimensioni e vastità inimmaginabili. Riteniamo che le iniziative intraprese nel precedente semestre reggenziale - per promuovere il ruolo di San Marino quale luogo di mediazione per la pace e per favorire il dialogo interculturale e interreligioso - debbano essere portate avanti con tenacia e impegno. Questo Consiglio è chiamato, anche in questo ambito, insieme a tutte le Istituzioni Sammarinesi a fornire una testimonianza di azioni e determinazioni fattive e tangibili, per riaffermare il significato, la forza e la effettività di questi valori. Consci della nostra storia, delle nostre radici culturali e dei valori che da sempre connotano la nostra identità statuale, ben possiamo promuovere nelle sedi internazionali quel sentimento di unità tra uomini e popoli che deve travalicare le differenze di linguaggio, di cultura, di religione o di politica. Siamo certi di trovare, anche in questo, la Vostra piena condivisione e il Vostro fondamentale appoggio. Illustrissimi Consiglieri Illustrissimi membri del Congresso di Stato, riferendoci ai tanti, fondamentali, argomenti che questo Consiglio dovrà affrontare da qui in avanti - riteniamo opportuno rivolgere a tutti Voi un forte appello. La rilevanza, la problematicità, il carattere spesso controverso degli argomenti trattati – sensibilmente accentuati in questo complesso e delicato momento storico e istituzionale - possono portare a un confronto dialettico anche molto vivace e dai toni accesi che mai - tuttavia – deve deviare in atteggiamenti ed espressioni non rispettose delle altrui opinioni. Al Consiglio ed ai Consiglieri deve essere riconosciuta e garantita l’autorevolezza del ruolo istituzionale, quale organo in cui si espleta, al più sommo grado, il confronto democratico. Confidiamo nella sensibilità istituzionale di ognuno di Voi che mai manchino il garbo e la mitezza nell’eloquio e nel dibattito. Non è l’arroganza verbale e mediatica che rende più efficace la partecipazione all’opinione pubblica delle proprie idee e delle proprie posizioni, bensì le argomentazioni pacate e circostanziate, attente anche alle considerazioni altrui che possono essere allo stesso modo pacatamente confutate con ragionamenti a contrario, senza insolenza. In questo, il Consiglio può e deve dare l’esempio. Assistiamo ad un crescendo, nella società, di irascibilità, protervia, prepotenza, probabilmente determinata anche dall’altrui indifferenza. L’attenzione, la partecipazione, l’interesse alle considerazioni e all’esigenze dell’altro sono, dunque, importanti per prevenire questi atteggiamenti di “intolleranza” e creare un circolo virtuoso. Proprio in quest’Aula dovremmo essere capaci con i nostri comportamenti a dare un segnale positivo in tal senso. Se l’impegno di noi tutti sarà improntato a questi principi, siamo certi che i lavori di questo Consiglio potranno essere molto proficui e sapranno dare risposte concrete ed efficaci al Paese. Sapremo di essere meritevoli della fiducia che il cittadino con il suo voto ha riposto in noi. Il futuro che ci attende è una contaminazione di idee. Ascoltiamole, con rispetto, una ad una. E, come recita uno dei moniti tracciati in questa Aula Consiliare dove la nostra storia si inscrive e si rinnova, sempre “sia legge suprema il bene del Popolo”. A Voi tutti, illustrissimi Consiglieri e Segretari di Stato, il nostro sincero augurio di buon lavoro.
C.s Ecc.Mi Capitani Reggenti Francesca Civerchia e Dalibor Riccardi
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